

Nell’ambito della mappatura del sottosuolo della città di Roma, la nostra azienda ha collaborato nel rilievo laser scanner di alcune porzioni di tunnel. Si tratta di ambienti sotterranei per lo più afferenti a cave di tufo e pozzolana, materiali da costruzione che i Romani hanno utilizzato dal III sec. a.C. fino ai primi decenni del ‘900. Tale materiale, frutto delle attività eruttive dei paleovulcani laziali è abbondante nel sottosuolo romano, e gli ambienti di risulta dell’attività estrattiva sono stati utilizzati come bunker, rifugi, magazzini e depositi militari ancora durante il secondo conflitto mondiale.
Le operazioni, condotte con il supporto di speleologi professionisti, sono state svolte in ambienti di cui si era persa la memoria, ambienti pertanto privi di luce elettrica e con assenza di segnale GSM, con l’ausilio di torce e illuminazione artificiale a batteria. La tecnologia laser scanner in queste condizioni risulta l’unica possibile: lo strumento, a “luce attiva”, emette un raggio di luce laser che rimbalza contro un ostacolo e il suo ritorno allo strumento viene registrato per determinare la sua distanza dall’ostacolo (con tecnologia a tempo di volo o a misurazione di fase). Ripetendo tale operazione milioni di volte durante una scansione, si ottiene una nuvola di punti densa che rappresenta lo spazio circostante con passo medio di ca. 5 mm per punto (dipendente dalla risoluzione impostata sullo strumento per la fase di acquisizione).
Ogni stazione di acquisizione dista dalla precedente dai 7 ai 12 metri a seconda della dimensione dell’ambiente da rilevare, affinché vi sia sempre una certa porzione del medesimo che si sovrappone tra due stazioni differenti. I punti più critici sono i piccoli corridoi di collegamento tra una stanza di estrazione e l’altra, spesso alti meno di 1,50 metri, che hanno imposto stazioni di scansione a distanza ravvicinata. In uno degli ambienti si era inoltre verificato un crollo di una vasta porzione della volta, che ha reso più complesse le operazioni di rilievo. Le operazioni di scansione all’interno del percorso selezionato hanno richiesto una giornata intera di lavoro per registrare ca. 50 stazioni.
Al termine del lavoro, tutte le scansioni sono state processate e unite tra loro per ottenere una unica nuvola di punti densa complessiva, che rappresenta tutti gli ambienti all’interno di un unico spazio virtuale: in questo modo, è possibile ottenere sezioni, planimetrie, quote, in maniera semplice e veloce con l’ausilio di appositi software, o semplicemente impostando l’oggetto slice all’interno dell’ambiente CAD.
Questo slideshow richiede JavaScript.