Il 31 Dicembre 2020 è il giorno nel quale ha avuto piena attuazione anche in Italia il Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/947 della Commissione, meglio noto come Regolamento Europeo droni (o anche, sebbene tecnicamente sbagliato, Regolamento EASA). Tale regolamentazione, che ha come intento quello di unificare a livello dei 31 Paesi EASA (dunque anche Svizzera e Inghilterra che non fanno parte della Comunità Europea) norme e procedure per l’uso dello spazio aereo (la cui regolamentazione ricordiamo rimane in capo alle entità nazionali, per l’Italia l’ENAC) e le regole per l’immissione dei droni sul mercato europeo, che dal 2023 potranno essere commercializzati solo se dotati di marchio di classe (da C0 a C4 per la categoria Open, C5 e C6 per la categoria Specific in scenari standard), si pone come una grande rivoluzione per l’uso dei droni. Nei prossimi 2 anni è previsto un periodo transitorio che consente di utilizzare tutti i droni attualmente in commercio secondo le nuove regole, tuttavia con alcune limitazioni.
È bene pertanto conoscere a fondo questo Regolamento affinché tutti i possessori di droni, soprattutto chi vola per diletto, conosca diritti, obblighi e doveri connessi all’uso di questi mezzi, che deve sempre essere consapevole, sicuro e rispettoso delle norme.
Abbiamo pertanto preparato un video con lo scopo di spiegare nel modo più facile possibile la categoria Open, ovvero le missioni che sono considerate a basso rischio e che consentono di pilotare droni leggeri (fino a 500 grammi di Massa Operativa al Decollo) anche in scenari urbani, senza paraeliche, senza dover alleggerire il drone (DJI Spark o Parrot Anafi potranno finalmente essere utilizzati così come sono), con la semplice acquisizione di un attestato online (quest’ultimo non richiesto se il drone ha un MOD inferiore a 250 grammi), potendo volare anche vicino persone non coinvolte nelle operazioni senza necessità di istituire un’area delle operazioni.
Principale portato delle nuove regole è la scomparsa della differenza tra drone professionale e drone ricreativo a livello regolamentare. Ma scopriamo insieme tutte le novità nel seguente video:
Video più specifici sulle singole classi e le regole per droni specifici saranno via via aggiunti di seguito.
Il 15 dicembre DJI ha presentato l’ultimo drone della linea professionale Enterprise, ovvero la revisione del suo Mavic 2. Rispetto al precedente modello potenziato l’apparato della camera termica e aggiunto un modulo RTK. Andiamo a vedere tutte le specifiche e il confronto con il vecchio Mavic 2 Enterprise.
L’Advanced, codename M2EA, presenta un nuovo sistema di sensori: un RGB CMOS da 1/2″ equipaggiato con 48MP con zoom digitale fino a 32x; un IR da 640×512 px con zoom termico da 16x e frame rate da 30 Hz, a quanto pare disponibile come tale anche in Europa (segno che non trattasi di un prodotto Flir che quando esportato fuori gli USA viene ridotto a 9 Hz). Purtroppo non è stato ancora possibile sapere la sensibilità termica di questo sensore, avendo a disposizione il solo dato dell’accuratezza che è di ±2°C. In base alla massa operativa al decollo, il M2EA volerà in classe C2 con il Regolamento Europeo sui droni e in sottocategoria Open A3 a partire dal 2023, ovvero secondo le regole della categoria Specific per coloro che sono dotati di patentino avanzato.
L’aspetto più interessante è l’aggiunta del modulo DJI RTK oltre i classici Faro, Altoparlante e Lampeggiante. Il modulo RTK come sappiamo utilizza il protocollo NTRIP per collegarsi a una rete di basi a terra che consente la triangolazione con il segnale delle costellazioni satellitari, in modo da correggere la fase di questo segnale e raggiungere un’accuratezza fino a 1 cm (mediamente 2 cm) della posizione del ricevitore RTK in modalità FIX.
Specifiche
DJI Mavic 2 Enterprise
DJI Mavic 2 Enterprise Advanced
Massa al decollo
899 gr. – max 1100 gr.
909 gr. – max 1100 gr.
Tempo di volo
da 22 a 31 min a seconda del modulo
da 24 a 31 min a seconda del modulo
GNSS
GPS+GLONASS
GPS+GLONASS + RTK
Sensore termico
Flir Lepton da 160×120 @9Hz
640×512 @30Hz con pitch di 12 μm
Sensore RGB
1/2.3″ CMOS da 12 MP
1/2” CMOS da 48 MP
Sensoristica
Rilevamento ostacoli omnidirezionale
Rilevamento ostacoli omnidirezionale
Resistenza al vento
Scala 5
Trasmissione
OcuSync 2.0 fino a 6 Km (CE)
OcuSync 2.0 fino a 6 Km (CE)
Prezzo
€2.899,00
€10.000? con modulo RTK
Poiché appartenente alla classe Enterprise, anche il Mavic 2 Advanced supporta la protezione dei dati con crittografia di quanto registrato nella memoria interna. Il tempo di volo di 31 minuti si raggiunge in assenza di vento e in assenza di modulo installati sul drone. L’OcuSync 2.0 consente una distanza di collegamento tra drone e radiocomando fino a 6 Km in modalità CE. È possibile disabilitare le luci LED per una modalità di volo discreto e le batterie sono autoriscaldanti quando si opera in condizioni ambientali fino a -10 °C.
La risposta a Skydio, Autel e Parrot
Negli ultimi anni, lo sviluppo di droni con sensori termici integrati per operazioni di SAR (Search And Rescue), protezione ambientale, lotta agli incendi, ispezione delle linee elettriche e operazioni di polizia è cresciuto enormemente, soprattutto negli USA. Bisogna infatti registrare la presentazione nei precedenti mesi su suolo americano dello Skydio X2, dell’Autel EVO 2 Dual RTK e del Parrot Anafi USA (ovvero una versione che la casa francese ha sviluppato per l’apparato militare statunitense), limitandoci alle versioni di questi droni che montano il sensore termico. Vediamo brevemente le caratteristiche di questi tre droni:
Specifiche
Skydio X2™
Autel EVO 2 Dual RTK
Parrot Anafi USA
Massa al decollo
1325 gr.
>1100 gr.
500 gr.
Tempo di volo
35 min.
38 min
32 min
GNSS
GPS+GLONASS
GPS+GLONASS + RTK
GPS+GLONASS+GALILEO
Sensore termico
Flir Boson da 320×256 @ 9Hz (EU)
Flir Boson da 640×512 @ 9Hz (EU)
Flir Boson da 320×256 @ 9Hz (EU)
Sensore RGB
CMOS da 12 MP
1/2″ CMOS da 48 MP
1/2.4″ CMOS da 21 MP
Sensoristica
Rilevamento ostacoli omnidirezionale
Rilevamento ostacoli omnidirezionale
–
Resistenza al vento
Scala 8
Trasmissione
4G+WiFi fino a 6 Km
WiFi fino a 5 Km (CE)
WiFi fino a 4 Km
Costo previsto
?
$11.000?
€7.000
Il Flir Boson che monta l’Autel è la versione Professional con sensibilità termica da <50 mK, mentre il Parrot monta la versione Consumer con sensibilità termica da <60 mK. Skydio si distingue per il rivoluzionario sistema di guida autonomo dotato di sensori di rilevamento ambientale in grado di prevederne l’evoluzione nell’immediato tramite algoritmi di intelligenza artificiale che girano su una GPU Pascal della nVidia modello Tegra X2 SoC da 256-core.
Con il vantaggio di essere arrivata dopo, DJI ha presentato il Mavic 2 Enterprise Advanced, con disponibilità prevista a partire dal primo trimestre del 2021 con caratteristiche superiori rispetto alla concorrenza, ad un prezzo non disponibile pubblicamente ma che probabilmente non si discosterà molto da quello dell’Autel, ovvero presumibilmente superiore ai €10.000. Ricordiamo che chi fosse interessato a questo tipo di soluzione deve rivolgersi ai rivenditori autorizzati Enterprise, tra i quali rientra il DJI Store italiano, che puoi contattare per informazioni e acquisto.
Con l’introduzione delle geomap a partire dal Phantom 3 Pro tutti i droni prodotti dalla casa cinese DJI vengono armati e quindi possono decollare solo se non si trovano all’interno di determinate aree. Attualmente le geomap DJI sono arrivate alla versione 2.0 che abbiamo descritto in un’apposita guida. Tali mappe sono abbastanza allineate anche con la cartografia aeronautica di ogni Stato, ma attenzione, non ne viene mutuata la legislazione vigente in termini di restrizioni dello spazio aereo. In nessun caso le geomap DJI dovranno essere utilizzate come riferimento legale per volare.
Sostanzialmente esistono due tipi di zone che interdicono il volo, ripetiamo non in base alle legislazioni nazionali ma in base a precise scelte della casa costruttrice: le zone blu e le zone rosse. Le altre zone, gialle e arancioni, segnalano un warning che avvisa l’utente di volare con prudenza, ma non interdicono il volo.
Per poter volare nelle zone rosse DJI è necessario chiedere che sia la stessa casa costruttrice (scrivendo a flysafe@dji.com) a sbloccare manualmente il seriale del flight controller del drone: le zone rosse sono massimamente concentrate attorno agli aeroporti, alle carceri e altri siti altamente sensibili, quindi al richiedente è richiesto il permesso dell’autorità competente affinché DJI proceda allo sblocco, che generalmente avviene in 24H (si consiglia comunque di richiederlo con qualche giorno d’anticipo).
Per poter volare nelle zone blu DJI è necessario seguire un’altra procedura denominata self unlock o meglio self-authorize, che l’utente dovrà completare direttamente sul sito DJI in maniera autonoma. L’autorizzazione sarà di fatto immediata. In questo contributo tratteremo questo caso nello specifico e vedremo brevemente come procedere.
Come controllare se vi trovate nella zona blu o se andrete a volare in una zona blu? Nella pagina dedicata del sito internet o meglio, con il drone acceso e collegato, attraverso l’app DJI GO o DJI GO4 nella sezione “Flight Restriction Information”, oppure nella DJI Fly nella home in alto a sinistra “Zone di allarme attivate”. Solo l’applicazione su smartphone/tablet garantisce all’utente che la versione delle geo zone visualizzata sia la più aggiornata, a differenza del sito internet. Questo perché DJI privilegia il software collegato al drone che ne impedisce il volo in caso di esigenza. In qualsiasi momento infatti i tecnici della casa cinese possono aggiungere divieti di volo a seguito di particolari eventi in corso.
Una volta capito che avete bisogno di un self-authorize per volare, bisogna procedere allo sblocco del drone. Questa attività si può anche fare sul campo, richiede giusto qualche minuto del vostro tempo, a patto naturalmente di avere sufficiente connessione internet. Per prima cosa è necessario possedere un account DJI: se siete possessori di un loro drone lo avrete sicuramente creato per attivare il velivolo la prima volta che siete andati a volare. Se siete semplici utilizzatori dovrete crearne uno seguendo la procedura proposta dalla pagina di registrazione.
Una volta registrato e convalidato l’account tramite carta di credito, carta di debito o numero di cellulare, si può tornare sulla pagina del self unlock per procedere allo sblocco del drone. La check list è molto semplice:
Selezionate il Continente (nel nostro caso Europa) e il Paese di cui volete vedere le restrizioni (nel nostro caso Italia): il sito internet riconosce che siete in Italia quindi selezionerà automaticamente per voi queste impostazioni, tanto più se avete la geolocalizzazione del browser attiva. Naturalmente se dovete programmare un viaggio modificate con le voci del menu a discesa corrispondenti alla vostra destinazione.
Inserite il tipo di drone con il quale volete volare: è presente praticamente tutta la lista dei droni DJI compreso le centraline A3 e N3 che possono essere usate su droni autocostruiti (tipo i vecchi frame F450 o F550 o altri modelli non DJI).
Selezionate sulla mappa i pin blu corrispondenti alle aree che risultano bloccate e nelle quali non è possibile armare il drone. Si faccia attenzione che: i pin rossi corrispondono a zone dove il self unlock non è consentito; i pin arancioni e gialli corrispondono a zone dove sono presenti dei warning zone che vi avvisano di volare con cautela, ma nelle quali è comunque possibile armare e volare con il drone.
Una volta selezionato il pin blu di vostro interesse, si aggiornerà automaticamente la zone to unlock sotto la mappa. A questo punto bisognerà inserire il seriale del flight controller presente sul drone: recuperare questo dato è molto semplice, si fa direttamente dall’app sullo smartphone/tablet seguendo il percorso DJI GO > General Settings > About
A questo punto non rimane che selezionare la data dalla quale volete che sia attivo lo sblocco. Si tenga a mente che lo sblocco inizierà alle ore 0:00 (mezzanotte) locali e sarà valido fino alle 23:59 locali del terzo giorno successivo. Di fatto dunque lo sblocco è predefinitamente attivo per 72 ore, scadute le quali si dovrà procedere a nuova richiesta.
A quel punto premendo sul tasto submit si invia la richiesta al server DJI che la processerà nel giro di qualche minuto.
Bisogna ricordare che è necessario richiedere lo sblocco del drone per ogni zona blu o rossa con la quale si dovrà interagire: è possibile infatti che queste zone siano confinanti tra loro, blu/blu, blu/rossa, rossa/rossa, e sarà necessario inviare la corretta richiesta di self-authorize o unlock per ogni zona, per evitare che il drone decolli per l’area di cui avete il permesso, ma poi il drone si fermi al confine o atterri immediatamente se interagite con un’area di cui non avete il permesso.
Il 5 novembre scorso DJI ha lanciato il suo ultimo drone in termini temporali: si tratta del Mini 2, l’evoluzione del Mavic Mini di cui eredita forma, dimensione (stessa diagonale, 1 mm più largo) e peso, potenziandone la qualità. Il Mini 2 formalmente non appartiene alla famiglia Mavic, ma di essa conserva la struttura foldable, e va a inaugurare un settore, quello dei droni da città con massa al decollo inferiore a 250 grammi, che prenderà sempre più piede anche in Europa a partire dal 31 Dicembre 2020.
Per comodità scriviamo dal 1 Gennaio 2021, quando con l’applicabilità del Regolamento Europeo proposto da EASA e approvato dalla Commissione Europea nel maggio del 2019, qualsiasi drone con massa al decollo inferiore a 250 grammi che risponda a determinati requisiti costruttivi (come il Mini 2) è considerato inoffensivo e in Italia come nel resto degli altri 26 Paesi dell’UE sarà possibile volare con il Mini 2 sia a scopo professionale che a scopo ricreativo senza l’obbligo di dover conseguire l’attestato di pilota APR e finalmente senza l’obbligo di dover installare i paraeliche: e se il Mavic Mini aveva ancora delle pecche per un uso professionale, con il Mini 2 la DJI ha finalmente creato un drone che potrà soddisfare il palato anche dei professionisti che si occupano di rilievi, videoispezioni, riprese video-fotografiche di livello prosumer.
Cosa cambia con EASA e i 250 grammi
Il Regolamento di Esecuzione UE 947/2019 della Commissione Europea, amichevolmente chiamato Regolamento EASA, per i droni con massa massima al decollo inferiore a 250 grammi, dice infatti che:
non è prevista un’età minima per pilotare dispositivi (Art. 9 comma 2 a) rientranti nella classe C0
non è prevista l’acquisizione dell’attestato di pilota APR
è possibile volare senza istituire un’area delle operazioni e un’area di buffer (Categoria Open ovvero scenario non critico)
è possibile volare vicino alle persone anche quando non sotto il diretto controllo del pilota
l’operatore è comunque tenuto a immatricolarsi (Art. 14 comma 5 a bis) in quanto pilota un drone dotato di sensore in grado di catturare dati personali. Attenzione, si registra l’operatore non il drone
Che regole bisogna rispettare alla guida del Mini 2?
Fondamentalmente sono 4 le regole che bisogna sempre tenere a mente:
pilotare il drone in modalità VLOS (volo a vista); sarà prevista la possibilità del volo in FPV con uno spotter in VLOS, ma attualmente il Mini 2 non supporta i DJI Goggles
rispettare i divieti imposti dalla cartografia aeronautica disponibile sul sito d-flight.it, al quale è possibile registrarsi gratuitamente;
mai sorvolare e mantenere opportune distanza da assembramenti di persone;
possedere un’assicurazione (di flotta nel caso del volo ricreativo).
DJI Mini 2 vs Mavic Mini
Abbiamo scritto in precedenza che il Mini 2 è l’evoluzione del Mavic Mini. Il drone ne conserva la forma ma è 1 mm più largo. La batteria è più piccola (e quindi non compatibile con quelle del predecessore), ma è più potente e quindi garantisce più autonomia. Il risparmio di peso sulla batteria a parità di massa complessiva ci dice che DJI ha utilizzato i 14 grammi di differenza per potenziare il sensore video e l’IMU di gestione, ed è infatti possibile ora registrare video in 4K e scattare foto RAW in formato DNG. A livello di trasmissione, troviamo ora il potente sistema OcuSync 2.0 (già visto sul Mavic Air 2), e il chip della navigazione satellitare è in grado di acquisire ora anche i segnali della costellazione europea Galileo, che i test sul campo hanno dimostrato essere particolarmente utile nei cosiddetti canyon urbani, nel volo tra i palazzi insomma. In questa tabella riassumiamo le principali differenze:
Caratteristiche
DJI Mini 2
DJI Mavic Mini
Dimensione aperto
160×202×55 mm
159×202×55 mm
Sensore
CMOS 1/2.3” da 12MP
CMOS 1/2.3” da 12MP
FOV
83° (24mm focale equivalente)
83° (24mm focale equivalente)
Intervallo ISO
100-3200
100-3200
Formati fotografici
JPEG+RAW (DNG)
JPEG
Risoluzione video
4K 3840×2160@24/25/30fps
2.7K@30fps
Bitrate video
100 Mbps
40 Mbps
Sistema trasmissione
OcuSync 2.0 @ 6 Km CE
WiFi @ 2 Km CE
Batteria drone
5200 mAh
2400 mAh
Autonomia di volo
31 minuti
30 minuti
Sensori anti-ostacoli
No
No
Costellazioni GNSS
GPS+GLONASS+GALILEO
GPS+GLONASS
Costo base
€459
€399
Nonostante una batteria più prestante, non cambia molto il tempo di volo, in quanto ora la batteria deve alimentare un sistema più energivoro poiché più potente, che deve processare una quantità di dati decisamente maggiore rispetto al predecessore. Infatti oltre a quanto elencato il Mini 2 è finalmente dotato di alcune funzionalità intelligenti di cui si sentiva la mancanza sul Mavic Mini:
Zoom digitale lossless 4x
Scatto Panorama (grandangolare, 180°, sferico)
Ottimizzazione fotografica automatica
Fly Spots per pianificare l’itinerario in anticipo (attualmente disponibile solo per la Cina)
Resistenza al vento di livello 5 (max 38 Km/h)
Compatibilità con gli accessori del Mavic Mini
Il DJI Mini 2 ha la stessa forma e dimensione del Mavic Mini, se non fosse per 1 solo mm di differenza più largo. Di seguito elenchiamo gli accessori in comune tra i due droni e quali risultano compatibili secondo specifiche tecniche, per chi li avesse acquistati con il Mavic Mini:
Base di ricarica a campana Mavic Mini: SI
DJI Mavic Mini Bag nelle varie colorazioni: SI
DJI Mavic Mini blocco eliche: SI
DJI Mavic Mini DIY Creative Kit: SI
DJI Mavic Mini Snap adapter: SI
MicroSD per la registrazione dei dati: SI
Batterie: SI se batteria e drone sono nella versione internazionale, ma il peso supererebbe i 250 grammi facendo perdere i benefici e diminuendo l’autonomia del drone
Two-Way charging hub: SI
Eliche di ricambio: NO
Paraeliche a 360°: NO ufficialmente, in realtà pare di SI
Tutti gli accessori relativi al radiocomando non sono compatibili perché diversi
DJI Mini 2 vs DJI Mavic Air 2 vs Parrot Anafi
Il Mini 2 si piazza nella categoria dei droni di tipo consumer che strizzano l’occhiolino a dispositivi semi-professionali. DJI Mavic Air 2 è invece un drone che rientra a pieno titolo nella categoria prosumer e di conseguenza offre più potenza, maggiore qualità video-fotografica e la possibilità di pianificare voli automatici. Stessa cosa possiamo dire per il Parrot Anafi, che come il Mini 2 ha lo zoom 4x digitale di tipo lossless ma in più ha i waypoint. Il prezzo di entrambi questi modelli, per ovvi motivi, è sensibilmente superiore. Per trovare un altro drone DJI con zoom bisogna arrivare al Mavic 2 Zoom, drone tuttavia di fascia professionale.
Ma rispetto al Mini 2, il Parrot Anafi è un drone che dal 31 Dicembre 2020 entrerà nella classe transitoria C1, che prevede l’acquisizione dell’attestato di pilota APR tramite esame online; il DJI Mavic Air 2, per via del suo peso di 570 grammi, entrerà addirittura nella classe transitoria C2, che prevede l’acquisizione dell’attestato di pilota APR avanzato (oggi detto critico) che si consegue dopo la frequenza di un corso presso una scuola volo con skill test pratico finale. E non sarà possibile utilizzarlo in ambiente urbano se non in categoria Specific. Inoltre entrambi questi droni nel 2023, poiché non dotati di marchio, finiranno nella sottocategoria Open A3, di fatto inservibili se non in campagna, mentre il Mini 2 resterà in classe C0 pur essendo sprovvisto del relativo marchio.
Mentre è messa a dura la prova la sopravvivenza del DJI Spark: il re dei trecentini italiani ha oramai un’autonomia antica, inferiore ai 15 minuti, un reparto video fermo al solo 1080 Full HD, e non consente scatto RAW. Ma ha ancora dalla sua il pieno controllo manuale dei parametri di scatto e registrazione video, e la possibilità di pianificare voli automatici tramite waypoint.
Compatibilità con il radiocomando del Mavic Air 2
A differenza del Mavic Mini, il radiocomando del Mini 2 è di fatto il radiocomando del Mavic Air 2 adattato. Risultano pertanto compatibili tutti gli accessori collegati, come i control stick di ricambio, i cavi di collegamento ai dispositivi mobili, il parasole per smartphone, l’adattatore per tablet. Chi fosse in possesso del Mavic Air 2 e volesse il Mini 2 come muletto o come drone per facilitare le operazioni in contesti urbani, potrà in questo modo riutilizzare gli stessi accessori per entrambi i radiocomandi, con risparmio di spesa e di spazio di trasporto.
No waypoint e no antiostacoli, il vero limite per un uso professionale
Il DJI Mini 2 è un drone comodo e leggero, che possono pilotare veramente tutti, quasi ideale per l’ambito cittadino, sempre nel rispetto dei limiti e delle regole della cartografia aeronautica. Fotografi amatori, vlogger, persino giornalisti, ne possono apprezzare le qualità in questo senso. Ingegneri e architetti potranno approfittare della qualità del sensore e della costellazione Galileo per eseguire rilievi di facciate e videoispezioni con maggiore sicurezza anche tra i palazzi. Per i topografi e per chi si occupa di rilievi aerofotogrammetrici in estensione il Mini 2 manca della caratteristica fondamentale per questo tipo di applicazioni, ovvero i waypoint, che consentono di interfacciarsi con app per la programmazione del volo automatico: sarà presumibilmente possibile eseguire questo tipo di missioni in modalità virtual stick (come succede con il Mavic Mini), ma non è la stessa cosa ed è molto più complicato programmare le strisciate.
Inoltre l’assenza di qualsiasi sensore anti-ostacoli, anche solo frontale, non ne fa un drone per principianti in ambito cittadino: se siete alle prime armi, fate pratica in un campo volo, magari a fianco di qualche pilota professionista. Rischiare di attivare il RTH con schianto assicurato contro un palazzo, o una manovra sbagliata tra gli alberi, e il drone andrà perso. In questi casi è sempre consigliabile acquistare contestualmente la DJI Care Refresh per 1 o meglio 2 anni.
GALILEO, il grande vantaggio per un uso professionale
La costellazione di satelliti europea GALILEO è un sistema di posizionamento civile in accordo tra UE ed ESA: rispetto alle più note costellazioni GPS americana e GLONASS russa, entrambe di tipo militare quindi subordinate al “prestito” del servizio per uso civile, prestito che può essere interrotto in qualsiasi momento senza preavviso (soprattutto nel corso di eventi bellici), Galileo ha una continuità di servizio in linea di principio sempre attiva. Il suo principale vantaggio è costituito dalla maggiore accuratezza nella geo-localizzazione, maggiore copertura, certificata affidabilità e alta disponibilità di segnale nelle aree urbane grazie a bande di frequenza più ampie rispetto agli altri sistemi. È oramai comprovato che l’unione dei tre sistemi porti notevoli benefici nella qualità del posizionamento tridimensionale negli ambienti disturbati quali sono i canyon cittadini.
In questo modo, un professionista che abbia la necessità, nel rilievo di una facciata o nella sua completa videoispezione, di effettuare dei voli a bassa quota laddove il segnale satellitare risulterebbe schermato e disturbato dalla presenza dei palazzi, degli alberi e altri ostacoli antropici, avrebbe maggiore possibilità di un volo accurato e soprattutto geo-localizzato, invece di passare come succede con i droni attuali nella modalità Vision (modalità assistita tramite posizionamento visivo rispetto al suolo) o peggio ATTI ovvero totalmente manuale e non assistita.
Dove acquistarlo
Come sempre noi consigliamo di acquistare i prodotti DJI come il Mini 2 presso il dealer ufficiale italiano, presso lo store online oppure nei negozi fisici di Roma e Milano, o in alternativa sullo store internazionale di DJI. Acquistando online le spese di spedizione sono gratuite per acquisti superiori a €499 ed è anche possibile pagare in 3 comode rate con il sistema scalapay per importi inferiori a €500, oppure fino a 20 rate senza interessi con Findomestic.
La versione Fly More Combo, che noi come sempre consigliamo, oltre al drone aggiunge utili accessori a un prezzo bundle come 2 batterie aggiuntive (per un totale di 3), il Two-Way Charging Hub per poter mettere in carica 3 batterie, 12 eliche di ricambio, una comoda borsa per il trasporto, l’USB Charger da 18W con spina europea. A differenza del Mavic Mini, questa versione Fly More non fornisce il paraeliche a 360°, che dunque va acquistato a parte e il cui uso è obbligatorio fino al 30 Dicembre 2020 se volete usare il Mini 2 come trecentino professionale (nel Regolamento ENAC vigente non esiste la categoria dei 250 grammi che è solo per fini ricreativi), e consigliato per voli in ambienti interni causa assenza di sensori evitamento ostacoli.
DJI ARS, l’accademia del volo di Elite Consulting Srl, unica società autorizzata in Italia per la distribuzione retail (non GDO) dei dispositivi e velivoli DJI, dopo l’offerta estiva continua con la promozione dei corsi avanzati per piloti di droni: l’attestato di pilota APR per operazioni critiche (CRO) fino al 30 settembre è offerto a €299, ma solo per i primi 100 allievi che lo acquisteranno, mentre il corso di istruttore APR è offerto a €999, in entrambi i casi IVA inclusa. Chiunque acquista i corsi avrà in aggiunta uno sconto dell’8% sull’acquisto di un drone DJI, e le due soluzioni sono pagabili anche a rate: le €299 in 3 rate con scala pay, le €999 fino a 20 rate con Findomestic.
Tutti i corsi acquistati entro la fine di settembre potranno essere usufruiti entro la fine del 2020, quindi si avranno 3 mesi di tempo per completare l’iter. Attenzione: sono previste delle penali per chi, scelta la data della teoria e della pratica, dovesse non presentarsi senza avvertire.
Corso Cro APR Mc (droni max 25 Kg)
A differenza che nel passato, la nuova Circolare LIC15A di ENAC ha modificato gli attestati e il modo di conseguirli: adesso, anche in vista dell’entrata in vigore del Regolamento europeo dei droni il 31/12/2020, l’attestato vale per tutte le tipologie di droni fino a 25 Kg. La sigla Mc indica che la scuola viene effettuata su multirotori fino a MOD massimo di 25 Kg.
Le modalità di conseguimento sono le seguenti: 10 ore di teoria, che la scuola offre in distance learning per il 70% (7 ore) e frontali per il 30% (3 ore in presenza), che darà luogo a un esame di 30 domande a risposta multipla. La parte pratica prevede una valutazione preliminare delle capacità di volo e 4 ore di addestramento articolate su specifici scenari addestrativi, che daranno luogo a uno skill test di almeno 10 minuti.
L’attestato ha validità 5 anni e verrà convertito d’ufficio da ENAC nel certificato di competenza previsto dalla categoria Specific del Regolamento EASA.
Ricordiamo infine che per conseguire l’attestato CRO il pilota deve essere in possesso dell’attestato per operazioni non critiche, l’attuale patentino online, ha l’obbligo di registrare i tempi di volo delle missioni effettuate con l’APR in un apposito Log Book e il possesso dell’attestato CRO fornisce l’opportunità di acquisire il modulo per operazioni BVLOS/EVLOS.
A cosa serve l’attestato CRO
Fino al 30/12/2020 l’attestato di pilota APR per operazioni critiche è ancora necessario per utilizzare droni di MOD superiore a 300 grammi in scenari urbani o scenari critici (art. 10 del Regolamento ENAC), ovvero quando anche al di fuori degli scenari urbani non è possibile rispettare le limitazioni delle operazioni non critiche di 150 metri dalle aree congestionate e 50 m dalle persone che non siano sotto il diretto controllo del pilota di APR. Inoltre come recitano gli scenari standard di ENAC, solo con l’attestato CRO si possono effettuare rilievi su infrastrutture lineari (e.g. autostrade, elettrodotti, ferrovie, gasdotti).
L’attestato CRO sarà in futuro convertito d’ufficio da ENAC nel certificato di competenza necessario per pilotare un drone all’interno della categoria Specific del Regolamento EASA.
Come utilizzare lo sconto dell’8%
Acquistando il corso CRO si avrà diritto a uno sconto dell’8% sull’acquisto di un drone DJI: poiché il CRO si utilizza per droni di MOD superiore a 300 grammi o per droni di MOD inferiore non conformi all’art. 12 comma 5 del Regolamento ENAC, si potrà acquisire il patentino acquistando un Mavic 2 Pro/Zoom oppure un Mavic Air 2 Combo: nel secondo caso si possono risparmiare €84 sull’acquisto del drone, che vorrebbe dire acquistare il corso CRO a poco più di €200.
Corso Istruttore APR
Il corso per abilitarsi istruttore APR è ciò che serve per poter collaborare con i Centri di Addestramento, ed è il passo necessario per poter ottenere il Certificato di Esaminatore APR. Il corso si può frequentare, secondo quanto indicato nella LIC15A, avendo questi requisiti:
possesso dell’Attestato di Pilota APR Operazioni Critiche
esperienza di volo APR di almeno 100 missioni, per un minimo di 16 ore complessive
attestato di frequenza ad un corso teorico di istruzione all’insegnamento e apprendimento presso un’organizzazione di formazione riconosciuta dall’ENAC
Il corso prevede 10 ore di teoria e 18 missioni di pratica di almeno 10 minuti l’una con skill test finale, per un totale di ca. 1 giorno e mezzo di frequenza. Anche in questo caso avrete a disposizione uno sconto di 8% sull’acquisto di un futuro drone DJI. Sull’acquisto di un Matrice si potranno risparmiare oltre €1.000.
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