DJI Mavic Air 2: cosa serve per pilotarlo e tutte le regole di volo

Il 28/04/2020 la nota casa cinese DJI ha lanciato sul mercato il suo ultimo drone, il Mavic Air 2: un concentrato di tecnologia, che si pone a metà strada tra il suo predecessore (il Mavic Air) e i fratelli maggiori Mavic 2. Sulle caratteristiche del drone, del perché comprarlo, come nostra abitudine stiamo preparando un’apposita pagina. Con questo focus intendiamo fornire alcuni chiarimenti sulle regole di volo e su cosa serve per pilotarlo, a causa dell’elevato tasso di disinformazione che circola in rete a proposito di questo drone.

Cosa serve per pilotarlo secondo il Regolamento ENAC

Almeno fino al 30 Giugno 2020 in Italia, per pilotare un drone, sarà necessario seguire le regole imposte dall’ENAC con il Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, giunto all’Ed. 3 entrata in vigore il 15/12/2019. A questo regolamento si aggiunge la Circolare ATM-09 per quanto concerne l’uso dello spazio aereo e la Circolare LIC15A per quanto riguarda gli attestati pilota.

Vediamo dunque cosa dice il:

Regolamento ENAC art. 8 comma 7

Gli APR devono essere condotti da un pilota in possesso di attestato di competenza in stato di validità di cui alla successiva Sezione IV del Regolamento fatto salvo da quanto previsto nell’articolo 12 comma 5.

L’art. 12 comma 5 è il famoso articolo che norma i droni inoffensivi con massa operativa al decollo inferiore a 300 grammi, i cosiddetti trecentini. Ma siccome il DJI Mavic Air 2 pesa 570 grammi così come esce dalla scatola, quindi si prevede una massa operativa al decollo anche superiore, si deve far riferimento al successivo:

Regolamento ENAC art. 20 comma 3

Il riconoscimento di competenza è costituito da un “Attestato di pilota” di APR. Esso è rilasciato dall’ENAC direttamente o tramite soggetti autorizzati, secondo le previsioni di cui ai successivi articoli 21 e 22 e le disposizioni di cui all’articolo 37.

Gli articoli 21 e 22 si riferiscono rispettivamente alle Operazioni non critiche e alle Operazioni critiche, mentre l’art. 37 stabilisce che l’obbligo di conseguire tale Attestato di pilota di APR decorre per i professionisti dal 1° Marzo 2020. Come conseguire tali Attestati sono normati dalla Circolare LIC15A ai paragrafi rispettivamente 5.1 e 5.2.

Dove e come pilotarlo secondo il Regolamento ENAC

Quindi il DJI Mavic Air 2 si potrà pilotare secondo l’art. 9 del Regolamento ENAC nelle operazioni non critiche a patto che l’operazione in VLOS non preveda il sorvolo di aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani, eccetto quanto previsto nell’articolo 12, infrastrutture sensibili, ad una distanza orizzontale di sicurezza di almeno 150 m dalle aree congestionate, e ad almeno 50 m dalle persone.

Quando non si possono rispettare tali restrizioni, si ricade nell’ambito delle Operazioni critiche secondo l’art. 10 del Regolamento ENAC, che impone la delimitazione dell’area delle operazioni e la presenza dell’area di buffer.

Patentino online e Attestato operazioni critiche

L’Attestato per le Operazioni non critiche è anche noto come patentino online e si acquisisce superando un semplice esame sull’apposito portale messo a disposizione da ENAC. Per accedere al portale bisogna essere in possesso dello SPID di 1° livello e il costo del certificato è di €31. La preparazione all’esame può avvenire su supporto didattico messo a disposizione da ENAC stessa gratuitamente.

Invece l’Attestato per le Operazioni critiche si consegue in un centro di addestramento (una scuola volo) e prevede una parte teorica supplementare e uno “skill test” pratico a testimonianza della capacità di pilotare il mezzo.

DJI Mavic Air 2 in Open A2C2. Basta disinformazione!

Cosa serve per pilotarlo secondo il Regolamento EASA

Diverso il discorso per quanto riguarda il Regolamento di Esecuzione UE 2019/947 della Commissione, anche noto come Regolamento EASA. Tale Regolamento, che sarà applicato dal 1° luglio 2020 salvo eventuali decisioni diverse dell’ultimo istante di cui vi daremo eventualmente conto, prevede l’istituzione della Open category invece delle operazioni non critiche, e della Specific category invece delle operazioni critiche.

La Open category prevede le sottocategorie da A1 a A3 e le classi di peso da C0 a C4. Questi livelli di suddivisione servono per garantire l’adeguato livello di sicurezza quando si pilota un drone in presenza di altre persone.

Per il binomio A1C1 il Regolamento richiede che il pilota sia in possesso di un Attestato che l’ENAC ha equiparato al patentino online di cui abbiamo parlato in precedenza.

Per il binomio A2C2 il Regolamento richiede che il pilota sia in possesso di un Certificato supplementare che l’ENAC ha equiparato all’Attestato di pilota per Operazioni critiche.

Il Mavic Air 2 non ha il marchio CE C1

Al fine di sapere a quale sottocategoria/classe dovrà attenersi un pilota di APR, il Regolamento delegato 2019/945 della Commissione ha stabilito alcune regole a cui i costruttori dovranno attenersi: le dichiarazioni di conformità saranno esplicate tramite marchio apposito, di cui il DJI Mavic Air 2 è sprovvisto, come si può leggere chiaramente nella relativa dichiarazione che troviamo sul sito DJI: https://www.dji.com/it/euro-compliance

Riteniamo improbabile che DJI potrà ottenere questo marchio a posteriori, ma qualora fosse e noi lo speriamo, tale marchio sarà valido solo dal 2022 per evitare che questo drone finisca nella sottocategoria A3C3. Ma fino a quel momento permangono le disposizioni transitorie del Regolamento EASA.

Il Mavic Air 2 non può volare in A1C1

Un’ulteriore complicazione viene determinata dalle disposizioni transitorie contenute nell’art. 22 del Regolamento di esecuzione:

Art. 22 comma a)

gli aeromobili senza equipaggio con una massa massima al decollo inferiore a 500 g devono essere utilizzati conformemente ai requisiti operativi di cui alla parte A, punto UAS.OPEN.020

Art. 22 comma b)

gli aeromobili senza equipaggio con una massa massima al decollo inferiore a 2 kg devono essere utilizzati mantenendo una distanza minima orizzontale di 50 metri dalle persone e i piloti remoti devono avere un livello di competenza almeno equivalente a quello di cui alla parte A, punto UAS.OPEN.030

Le UAS.OPEN.020 sono le Operazioni UAS nella sottocategoria A1, mentre le UAS.OPEN.030 sono le Operazioni UAS nella sottocategoria A2.

Quindi mentre dal 1° Luglio 2022 la sottocategoria A1 classe C1 vedrà la possibilità di impiegare droni con MOD compresa tra 250 grammi e 900 grammi, fino al 30 giugno 2022 l’A1C1 ribassa il limite di peso a MOD compresa tra 250 grammi e 500 grammi. Allo stesso modo, la sottocategoria A2 classe C2 vedrà la possibilità di impiegare droni con MOD compresa tra 900 grammi e 4 Kg ribassata fino al 30 giugno 2022 a MOD compresa tra 500 grammi e 2 Kg.

Poiché il Mavic Air 2 pesa 570 grammi, per effetto delle disposizioni transitorie dovrà essere utilizzato secondo le specifiche della sottocategoria A2 classe C2.

Pertanto il Mavic Air 2 potrà essere utilizzato secondo le disposizioni di questa Open category, quando non si ricadrà in una Specific, mantenendo almeno 50 metri dalle persone non coinvolte nelle operazioni, che significa che tale drone non potrà essere utilizzato in ambito urbano.

Cosa serve per pilotarlo secondo il Regolamento EASA

Detto che in merito all’utilizzo dello spazio aereo in Italia continuerà a vigere la Circolare ATM-09, per l’utilizzo del Mavic Air 2 secondo la Open category A2C2, il pilota sarà soggetto a ottenere l’attestato online e il certificato supplementare presso una scuola volo che prevede un percorso teorico supplementare e uno skill test. Il percorso dunque è il medesimo con ENAC, ovvero quello previsto dalla Circolare LIC15A.

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