Qualche giorno fa l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC), con il documento ENAC LG-2017/001-NAV, ha rilasciato delle interessanti linee guida per le operazioni con RPAS nell'ambito di specifici scenari operativi, in particolare per quanto riguarda la metodologia di analisi del rischio, al fine di ottenere permessi di volo (PTF) non geografici, ovvero non legati ad una specifica porzione di territorio ma applicabile all'intero territorio italiano.
Uno dei fattori principali nelle missioni di volo con droni o altri mezzi aerei radiocomandati, e per i quali non bisognerebbe mai affidarsi ad operatori abusivi/improvvisati pur di risparmiare qualche euro, è l'aspetto della sicurezza: un drone che cade in testa ad una persona ignara può costituire un pericolo mortale, prima e oltre che un divieto di legge far volare droni sulla testa di persone ignare.
Nelle Linee Guida (LG), ENAC fa riferimento ad una serie di casistiche operative per droni di peso inferiore e superiore a 25 Kg, in scenari sperimentali e specializzati di tipo critico e non critico. Si tratta dunque di un documento con uno schema ben preciso, pensato per aiutare tutti gli operatori a redigere in modo corretto e ad effettuare correttamente le analisi del rischio, fornendo indicazioni pratiche per facilitare l'ottenimento dell'autorizzazione alla missione di volo. Dal capitolo 4 e successivi sono specificati sistemi di calcolo ponderati che possono aiutare l'operatore a valutare correttamente il rischio di una missione in determinati scenari, preparandolo ad adottare le opportune misure di sicurezza al fine di mitigare gli effetti del rischio e prevenirli oltre ogni imponderabilità.
Linee Guida ENAC sulla Metodologia di Valutazione del Rischio in Operazioni con RPAS
Al fine di redigere correttamente la propria analisi, ENAC invita a tenere conto anche di elementi quali la probabilità di caduta e la cd. area letale, quell'area all'interno della quale la caduta di un RPA potrebbe causare un danno grave alla persona che si trovi al suo interno.
Si ottiene quindi un numero medio di casualty per missione che non deve superare il valore massimo accettabile Ec (obiettivo di safety). Viene così specificato che RPAS < 25 Kg possono effettuare missioni specializzate non critiche anche al di sopra di aree popolate e, cosa ancora più interessante, che il permanere delle condizioni che fanno ritenere non critiche le operazioni è basato anche sui tempi massimi di sorvolo di queste aree.
Si possono così riepilogare i parametri operativi che costituiscono il rischio per missione medio:
- densità di popolazione dell’aerea sorvolata (da calcolare sulla base di documenti ufficiali riconosciuti dall'Autorità)
- tempo di sorvolo di una data area
- l’area letale dell’RPA
- l’affidabilità complessiva dell’RPAS
Si ottiene così il livello di protezione delle terze parti a terra, sul quale si può agire con processi di mitigazione che possono essere standard o specifiche a seconda di quanto basso sia questo livello, al fine di elevarlo al valore più alto dell’obiettivo di sicurezza,
Ricordiamo che la nostra azienda è operatore autorizzato ENAC ad effettuare operazioni specializzate critiche, pertanto operiamo nel pieno rispetto della normativa fornendo al cliente le massime garanzie di sicurezza e legalità.