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Roma Drone Conference 2019: in arrivo aggiornamenti normativi
Si è svolta il 18 marzo 2019, presso l'Auditorium Centre Saint-Louis, la 6ª edizione del Roma Drone Conference, evento quest'anno particolarmente incentrato sul tema della nuova normativa EASA e l'impatto che avrà rispetto all'attuale Regolamento ENAC.
In questo articolo cerchiamo di riassumere gli argomenti trattati durante la giornata.
L'aspetto più importante riguarda operatori e piloti: gli operatori di droni di MTOM inferiore a 250 grammi, che normalmente non sarà obbligato alla registrazione, equipaggiati con una camera o un microfono, ovvero dispositivi in grado di catturare dati personali (privacy), dovranno essere registrati come con quelli di peso superiore. La registrazione si fa online nello stato di residenza, ma si creerà una banca dati interoperabile a livello europeo, così da far in modo che un pilota italiano che vola in Spagna possa essere facilmente e immediatamente identificato tramite una sorta di trasponder che trasmette i dati a un comune smartphone in mano al privato cittadino. E il contrario ovviamente.
Ricordiamo come saranno divisi i droni in futuro: non più in base a peso e forma, ma in base al rischio. Ci saranno 3 categorie:
Secondo aspetto importante: il fatto che più volte l'Ing. Di Rubbo di EASA abbia sottolineato come gli esami e l'addestramento previsti dal regolamento europeo siano pensati per essere condotti in autonomia. Per la categoria Open, l'esame online non richiederà che venga svolto in un Centro di Addestramento (CA). Per la categoria Specific, il training pratico con il drone potrà essere condotto dall'operatore in maniera autonoma, e soltanto alla fine, per il riconoscimento del certificato di competenza di pilota remoto, dovrà recarsi in un CA per un test addizionale questa volta scritto. Quindi con EASA sarà fortemente ridimensionato il ruolo dei CA nella formazione dei piloti: non è chiaro come questo favorisca la cultura e la sicurezza del volo, mentre è molto chiaro come vada a esclusivo vantaggio del consumatore, che obbligato a registrare il drone dalla caduta della differenza tra aeromodello e aeromobile, almeno non è costretto a spendere una barca di soldi per una formazione specialistica che forse non è a lui strettamente necessaria (in genere le attività ludiche avvengono per lo più in ambienti extra urbani), visto che lo stesso Ing. Di Rubbo ha ricordato come grazie ai dispositivi GPS presenti sui droni, controllare e pilotare questi oggetti volanti è oggi relativamente semplice. Un compromesso probabilmente imposto dalle case costruttrici.
Open category
Nelle Open category si vola in VLOS, la quota di volo massima sarà di 120 m AGL, ovvero basata sull'orografia del terreno: la presenza di molte zone collinari e montuose in Italia renderebbe impossibile mantenere una quota di 120 m dal punto di decollo, in questo modo l'altezza massima del drone cambia in funzione dell'altitudine del suolo. Importante da ricordare: se ci si trova in presenza di un ostacolo più alto di 120 m dal suolo (difficile ma non impossibile), lo si può sorvolare per un altezza di 15 metri oltre l'altezza massima dell'ostacolo ma solo e soltanto se il proprietario di quell'ostacolo lo richiede espressamente. Per volo ludico un muro più alto di 120 m costituisce un ostacolo insormontabile.
Per quei droni che oggi ricadrebbero nella definizione di aeromodelli ma che in futuro saranno esclusivamente droni, è prevista una classe apposita, la C4: il drone per ricadere all'interno di questa classe dovrà essere sprovvisto di elementi di stabilizzazione (ad es. assenza di un flight controller), affinché si dimostri che il pilota è più interessato alla dinamica del volo che non all'operatività con drone.
Per quanto riguarda l'operatore e il pilota, come nell'attuale Regolamento ENAC sono in capo a loro tutte le competenze in materia di sicurezza del volo: il pilota deve verificare di volare in una zona non interdetta, deve mantenere efficiente il mezzo, deve porre in atto tutte le manovre necessarie a evitare una potenziale collisione in aria (sia con ostacoli fissi che con altri mezzi aerei). Non sarà possibile volare in aree dove è in atto un'emergenza (incidenti o disastri naturali) a meno che non sia espressamente richiesto dall'autorità presente sul posto. Sarà però finalmente possibile effettuare operazioni in FPV (First Person View), a differenza di oggi, perché il pilota che con il visore non è più in VLOS potrà farsi coadiuvare da un osservatore al suo fianco che lo può informare immediatamente di eventuali pericoli del volo.
Al pilota del drone è richiesta un'età minima di 16 anni (oggi per i SAPR sono 18), che i singoli Stati membri possono, in maniera autonoma, abbassare fino a 14 anni.
Specific category
Quando l'operabilità non ricade nelle limitazioni delle Open category, ad esempio si vuole volare in BVLOS, oltre i 120 metri, o con droni di MTOM superiore a 900 grammi (500 gr. nel periodo transitorio), vi è necessità di trasportare del materiale, trasporto materiale pericoloso ma in involucro sicuro, oppure devo volare in ambito urbano con droni di MTOM superiori a 4 Kg, si ricade nelle Specific category.
In questo caso l'elemento principale è la valutazione del rischio: quest'analisi potrà essere compiuta tramite il sistema SORA (Specific Operation Risk Assessment), che guida l'operatore a valutare gli elementi che possono costituire un problema al volo, valutare le attività mitigative del rischio, definire le operazioni da svolgere e le competenze del personale, determinare eventuali requisiti tecnici del drone, assicurare i dovuti livelli di privacy. In questo modo si potrà scrivere un pacchetto operativo basato sulle diverse operazioni (non dissimile dai nostri documenti "analisi del rischio" e "manuale operativo") da sottomettere all'autorità per essere autorizzato al volo (tipo le autorizzazioni CRO odierne). Verranno proposte anche da EASA degli scenari standard, attraverso delle appendici che inizieranno ad essere proposte da quest'anno: per questi scenari sarà EASA ad effettuare l'analisi del rischio e a fornire a operatori e piloti l'elenco di attività da completare per svolgere l'operazione. Nel periodo transitorio è possibile che rimarranno attivi gli attuali scenari standard di ENAC. In futuro sarà anche disponibile un pacchetto modello per determinare operazioni che potrà essere adattato ai singoli scenari e inviato all'Autorità per non dover effettuare un Risk Assessment completo: i primi pacchetti dovrebbero arrivare dopo questa estate. Quando l'Autorità nazionale avrà autorizzato l'operatore, questa autorizzazione risulterà valida in tutti i Paesi membri senza ulteriore verifica: sarà sufficiente inviare dichiarazione e autorizzazione del proprio Stato all'autorità dello Stato in cui devo volare. Tuttavia, se nel Paese estero la tipologia di operazione sarà diversa rispetto a quelle per cui nel mio Paese ho effettuato il Risk Assessment, dovrò richiedere al Paese estero di verificare che il mio RA sia conforme limitatamente alle modifiche necessarie per operare in quella zona. La nuova autorità non dovrà autorizzare ma riconoscere tramite lettera la bontà delle modifiche apportate al RA.
Gli standard di sicurezza per le Open e le Specific category saranno standard incrementali: ci saranno standard minimi per semplici operazioni, standard molto complessi per operazioni con rischio maggiore. Da qui ne discende che sicuramente in futuro non tutti gli operatori/piloti potranno effettuare missioni, perché magari piccole e micro imprese non potranno essere compliant con determinati requisiti per operazioni complesse.
Il LUC
Il Light Uas operator Certificate (LUC) è un certificato che l'operatore può volontariamente richiedere all'autorità nazionale per verificare la propria organizzare e dimostrare di essere in grado di verificare il rischio, secondo una versione semplificata dei requisiti SMS presenti nei regolamenti aeronautici: questo certificato può essere utile per operare in scenari standard senza inviare la dichiarazione, autorizzare le operazioni coperte da RA senza richiedere autorizzazione dell'autorità, o valutare operazioni nuove non coperte da RA, effettuare il Risk Assessment e autorizzarsi senza inviare la dichiarazione all'autorità.
Il certificato rilasciato è valido nello Stato membro come in tutti gli altri Stati facenti parte di EASA. Se il modello è quello degli SMS, ci si deve aspettare che solo le grandi aziende, dotate di una particolare organizzazione interna, potranno essere in grado di ottenere questo certificato: indubbiamente non è materia per piccole aziende o singoli operatori.
Il periodo transitorio EASA
Fino all'estate 2020 i Regolamenti nazionali, in Italia il Regolamento SAPR di ENAC, resteranno pienamente validi. Tra il 2020 e il 2022 ci sarà un periodo transitorio nel quale il Regolamento EASA entra in vigore ma con alcune limitazioni, mentre nel 2022 tale Regolamento andrà in vigore a pieno regime.
La Open category limitata, con velivoli senza marchio CE, prevede che i droni in classe C1 abbiano un MTOM di massimo 500 grammi (ad es. DJI Mavic Air) e potranno operare similmente ai nostri trecentini. In ambito urbano i droni con MTOM entro i 2 Kg (ad es. DJI Mavic 2 e Phantom) potranno volare mantenendo una distanza da almeno 50 metri dalle persone. Tutti gli altri droni fino a MTOM 25 Kg potranno volare in ambito extra-urbano e comunque lontano dalle persone (sarà interessante capire come in quel caso con un DJI Inspire 2 si potranno riprendere scene cinematografiche in ambito urbano).
Sarà compito delle autorità nazionali definire i requisiti con i quali i piloti potranno, fino al 2022, volare in queste tre categorie.
Per quanto riguarda le Specific, non ci sono particolari limitazioni, quindi si potrà già operare secondo quelle che sono le specifiche previste dal Regolamento EASA. Tutti i Risk Assessment previsti da EASA dovrebbero essere per lo più definiti entro il 2022: si prevede che i primi scenari standard potranno essere adottati nel 2020. Nel frattempo tutto ciò che non è standard sarà sotto autorizzazione.
Entro il 2021 tutti gli Stati membri dovranno convertire le autorizzazioni, certificati etc. rilasciati con le attuali normative verso i nuovi scenari imposti dal Regolamento EASA, e definire anche uno standard europeo per definire il sistema con il quale la cartografia aeronautica mostrerà le zone vietate (ad es., arancione per gli aeroporti, in tutte le cartografie degli Stati membri dovrò vedere quel colore per gli aeroporti).
Dal 2022, anno di entrata in vigore definitiva del Regolamento EASA, non potranno più essere commercializzati droni di categoria Open senza marchio CE. Tutto ciò che è senza marchio CE, perché magari acquistato in precedenza, ricadrà sotto la classe A3. Per quella data inoltre club e associazioni aeromodellistiche dovranno aver ottenuto dall'autorità nazionale l'autorizzazione ad operare in deroga ai limiti imposti dalle categorie EASA.
Il periodo transitorio ENAC
L'Ing. Carmela Tripaldi di ENAC ha annunciato quali saranno gli ambiti nei quali l'Autorità nazionale agirà fin da giugno 2019 per arrivare al 2020 senza traumi improvvisi: verrà eliminata la differenza tra aeromobili e aeromodelli, le operazioni non critiche non avranno bisogno di dichiarazione, registrazione su D-Flight di tutti i droni con MTOM superiore a 250 grammi, revisione della formazione del pilota, emissione di una circolare ATM-09 "Aeromobile a pilotaggio remoto. Criteri di utilizzo dello spazio aereo" in merito all'uso dello spazio aereo da parte di UAS. La circolare dovrebbe quindi andare oltre quella che è l'ATM05A per la richiesta di NOTAM per il volo in ATZ: in futuro dovrebbe essere più semplice volare in ATZ a determinate condizioni senza richiedere autorizzazioni o riserve. Un esempio di condizione potrebbe essere: un drone che a 4 km dal centro dell'aeroporto voli entro i 25 m AGL potrà farlo senza autorizzazione. Le ATZ degli aeroporti dovrebbero passare ad avere una forma rettangolare, mentre rimarrà circolare quella degli eliporti.
Le operazioni non critiche e ricreative (fino a oggi escluse dal Regolamento) verranno revisionate sulla base delle Open category, mentre le operazioni oggi critiche diventeranno per lo più le future Specific. Il nuovo Regolamento ENAC uscirà entro luglio 2019, con previsione di giugno 2019, i corsi per piloti saranno uniformati a quanto richiesto da EASA (revisione della LIC-15) e verranno attivati corsi per il pilotaggio BVLOS.
Per le non critiche/ricreative, al pilota non sarà richiesta una prova pratica né un certificato medico o un attestato, ma un training con test online (40 domande a scelta multipla) che porterà una dichiarazione di competenza.
Per le critiche, non dovrebbe cambiare nulla nel periodo transitorio tranne che il syllabus della prova per l'attestato presso i Centri di Addestramento sarà revisionato e non sarà più necessario nemmeno in questo caso il certificato medico.
Verrà emesso uno scenario denominato "TIPO" per il BVLOS, operazioni per le quali non sarà più necessaria la licenza fino a MTOM di 25 Kg ma l'autorizzazione ENAC e potrebbe in alcuni casi non essere richiesta l'area segregata (NOTAM).
Per conoscere nel dettaglio il futuro Regolamento UE, come presentato dall'Ing. N. Di Rubbo responsabile UAV di EASA, e a grandi linee riassunto sopra, di seguito la registrazione video dell'evento (che invitiamo a vedere per intero) a partire dal minuto 10 ca. L'intervento del Col. E. Volpari che illustra le tendenze di ENAC per il Regolamento transitorio che prenderà forma nell'estate 20219 a partire da 1:52:00 ca.
Roma Drone Conference 2019: sessione mattutina
Roma Drone Conference 2019: sessione pomeridiana
Queste invece le presentazioni dei delegati di EASA ed ENAC mostrate durante l'evento. Per tutti gli altri contenuti visitate la pagina dell'evento.
Il nuovo Regolamento europeo sui SAPR: contenuti e novità (PDF)
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La transizione verso il nuovo Regolamento europeo sui SAPR in Italia (PDF)
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