Fianello Sabino è una frazione del comune di Montebuono. Il paese è ricco di testimonianze del passato, ma nel presente è un paese fantasma: di origine medievale, frutto del periodo dell’incastellamento che iniziò intorno all’anno 1000, dopo oltre un secolo di incursioni militari in Sabina dovute prima ai Saraceni e poi agli Ungari. Che nel 1036, sullo sperone roccioso che ospita Fianello, fossero presenti almeno un castello e una chiesa, lo testimonia un documento conservato nell’abbazia di Farfa che ricorda il passaggio di proprietà del castello appunto ai frati.
Il territorio fu frequentato già dai Romani, che vi si insediarono con la classica villa, databile al periodo dei Flavi (I sec. d.C.), nei pressi della Chiesa di Santa Maria Assunta, i cui resti murari sono ancora visibili lungo la stradina d’accesso al cimitero e dentro la chiesa. L’acquedotto che riforniva la villa, un tratto del cui speco è stato rinvenuto a 500 metri dal cimitero, alimenta ancora oggi un antico lavatoio.
I Longobardi controllarono il territorio dalla fine del VI sec. e a questo periodo risale la costruzione della torre pentagonale con volta a vela ancora intatta, rarissimo esempio di questo tipo di architettura. Il palazzo, che affaccia sulla piazza principale, è databile tra XI e XII secolo: il portale risale al periodo di ampliamento del Palazzo, in epoca rinascimentale, quando Fianello era possedimento degli Orsini, ai quali si deve anche la costruzione dell’antistante Chiesa di San Giovanni Battista che ha inglobato la torre pentagonale.
Tra i punti d’interesse del borgo abbandonato di Fianello c’è sicuramente il forno monumentale, oggetto di recupero in anni recenti, risalente alla fine del XV sec. quando veniva utilizzato dalla Fondazione dell’Ospedale per cuocere il pane da distribuire al popolo il Sabato Santo. Visitabili sono anche i sotterranei, che celano percorsi e grotte medievali utilizzati dagli abitanti come vie di fuga. Ma questi antichi scavi hanno riportato alla luce i resti delle creature marine che qui vivevano nel Pliocene (5,3-2,5 milioni di anni fa) quando il territorio era sommerso dall’acqua. All’ingresso del paese suggestiva è la porta meridionale in marmo rosso di Cottanello (marmo proveniente dalle cave del Monte Lacerone, nell’omonima località sabina).
Durante il periodo estivo si può passeggiare per Fianello e si possono sentire alcune voci provenienti da alcune case restaurate in anni recenti. Il borgo è per lo più in stato decadente: il terremoto del 2016 ha purtroppo determinato crolli e alcune case e luoghi sono inagibili o puntellati. Fianello è un paese fermo a 50 anni fa, quando in Italia iniziò il progressivo spopolamento dei centri medievali contadini e agricoli in favore degli agglomerati urbani. L’associazionismo locale (Associazione Fianello, Associazione ANUU della Bassa Sabina, Associazione Esperienza Globale) è l’ultima risorsa per salvare questo borgo dall’abbandono definitivo.