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DJI Mini 2, il drone quasi ideale per volare in città: perché comprarlo e dove acquistarlo

DJI Mini 2, il drone quasi ideale per volare in città: perché comprarlo e dove acquistarlo

Il 5 novembre scorso DJI ha lanciato il suo ultimo drone in termini temporali: si tratta del Mini 2, l’evoluzione del Mavic Mini di cui eredita forma, dimensione (stessa diagonale, 1 mm più largo) e peso, potenziandone la qualità. Il Mini 2 formalmente non appartiene alla famiglia Mavic, ma di essa conserva la struttura foldable, e va a inaugurare un settore, quello dei droni da città con massa al decollo inferiore a 250 grammi, che prenderà sempre più piede anche in Europa a partire dal 31 Dicembre 2020.

Per comodità scriviamo dal 1 Gennaio 2021, quando con l’applicabilità del Regolamento Europeo proposto da EASA e approvato dalla Commissione Europea nel maggio del 2019, qualsiasi drone con massa al decollo inferiore a 250 grammi che risponda a determinati requisiti costruttivi (come il Mini 2) è considerato inoffensivo e in Italia come nel resto degli altri 26 Paesi dell’UE sarà possibile volare con il Mini 2 sia a scopo professionale che a scopo ricreativo senza l’obbligo di dover conseguire l’attestato di pilota APR e finalmente senza l’obbligo di dover installare i paraeliche: e se il Mavic Mini aveva ancora delle pecche per un uso professionale, con il Mini 2 la DJI ha finalmente creato un drone che potrà soddisfare il palato anche dei professionisti che si occupano di rilievi, videoispezioni, riprese video-fotografiche di livello prosumer.

Cosa cambia con EASA e i 250 grammi

Il Regolamento di Esecuzione UE 947/2019 della Commissione Europea, amichevolmente chiamato Regolamento EASA, per i droni con massa massima al decollo inferiore a 250 grammi, dice infatti che:

  • non è prevista un’età minima per pilotare dispositivi (Art. 9 comma 2 a) rientranti nella classe C0
  • non è prevista l’acquisizione dell’attestato di pilota APR
  • è possibile volare senza istituire un’area delle operazioni e un’area di buffer (Categoria Open ovvero scenario non critico)
  • è possibile volare vicino alle persone anche quando non sotto il diretto controllo del pilota
  • l’operatore è comunque tenuto a immatricolarsi (Art. 14 comma 5 a bis) in quanto pilota un drone dotato di sensore in grado di catturare dati personali. Attenzione, si registra l’operatore non il drone

Che regole bisogna rispettare alla guida del Mini 2?

Fondamentalmente sono 4 le regole che bisogna sempre tenere a mente:

  • pilotare il drone in modalità VLOS (volo a vista); sarà prevista la possibilità del volo in FPV con uno spotter in VLOS, ma attualmente il Mini 2 non supporta i DJI Goggles
  • rispettare i divieti imposti dalla cartografia aeronautica disponibile sul sito d-flight.it, al quale è possibile registrarsi gratuitamente;
  • mai sorvolare e mantenere opportune distanza da assembramenti di persone;
  • possedere un’assicurazione (di flotta nel caso del volo ricreativo).

DJI Mini 2 vs Mavic Mini

Abbiamo scritto in precedenza che il Mini 2 è l’evoluzione del Mavic Mini. Il drone ne conserva la forma ma è 1 mm più largo. La batteria è più piccola (e quindi non compatibile con quelle del predecessore), ma è più potente e quindi garantisce più autonomia. Il risparmio di peso sulla batteria a parità di massa complessiva ci dice che DJI ha utilizzato i 14 grammi di differenza per potenziare il sensore video e l’IMU di gestione, ed è infatti possibile ora registrare video in 4K e scattare foto RAW in formato DNG. A livello di trasmissione, troviamo ora il potente sistema OcuSync 2.0 (già visto sul Mavic Air 2), e il chip della navigazione satellitare è in grado di acquisire ora anche i segnali della costellazione europea Galileo, che i test sul campo hanno dimostrato essere particolarmente utile nei cosiddetti canyon urbani, nel volo tra i palazzi insomma. In questa tabella riassumiamo le principali differenze:

CaratteristicheDJI Mini 2DJI Mavic Mini
Dimensione aperto160×202×55 mm159×202×55 mm
SensoreCMOS 1/2.3” da 12MPCMOS 1/2.3” da 12MP
FOV83° (24mm focale equivalente)83° (24mm focale equivalente)
Intervallo ISO100-3200100-3200
Formati fotograficiJPEG+RAW (DNG)JPEG
Risoluzione video4K 3840×2160@24/25/30fps2.7K@30fps
Bitrate video100 Mbps40 Mbps
Sistema trasmissioneOcuSync 2.0 @ 6 Km CEWiFi @ 2 Km CE
Batteria drone5200 mAh2400 mAh
Autonomia di volo31 minuti30 minuti
Sensori anti-ostacoliNoNo
Costellazioni GNSSGPS+GLONASS+GALILEOGPS+GLONASS
Costo base€459€399

Nonostante una batteria più prestante, non cambia molto il tempo di volo, in quanto ora la batteria deve alimentare un sistema più energivoro poiché più potente, che deve processare una quantità di dati decisamente maggiore rispetto al predecessore. Infatti oltre a quanto elencato il Mini 2 è finalmente dotato di alcune funzionalità intelligenti di cui si sentiva la mancanza sul Mavic Mini:

  • Zoom digitale lossless 4x
  • Scatto Panorama (grandangolare, 180°, sferico)
  • Ottimizzazione fotografica automatica
  • Fly Spots per pianificare l’itinerario in anticipo (attualmente disponibile solo per la Cina)
  • Resistenza al vento di livello 5 (max 38 Km/h)

Compatibilità con gli accessori del Mavic Mini

Il DJI Mini 2 ha la stessa forma e dimensione del Mavic Mini, se non fosse per 1 solo mm di differenza più largo. Di seguito elenchiamo gli accessori in comune tra i due droni e quali risultano compatibili secondo specifiche tecniche, per chi li avesse acquistati con il Mavic Mini:

  • Base di ricarica a campana Mavic Mini: SI
  • DJI Mavic Mini Bag nelle varie colorazioni: SI
  • DJI Mavic Mini blocco eliche: SI
  • DJI Mavic Mini DIY Creative Kit: SI
  • DJI Mavic Mini Snap adapter: SI
  • MicroSD per la registrazione dei dati: SI
  • Batterie: SI se batteria e drone sono nella versione internazionale, ma il peso supererebbe i 250 grammi facendo perdere i benefici e diminuendo l’autonomia del drone
  • Two-Way charging hub: SI
  • Eliche di ricambio: NO
  • Paraeliche a 360°: NO ufficialmente, in realtà pare di SI
  • Tutti gli accessori relativi al radiocomando non sono compatibili perché diversi

DJI Mini 2 vs DJI Mavic Air 2 vs Parrot Anafi

Il Mini 2 si piazza nella categoria dei droni di tipo consumer che strizzano l’occhiolino a dispositivi semi-professionali. DJI Mavic Air 2 è invece un drone che rientra a pieno titolo nella categoria prosumer e di conseguenza offre più potenza, maggiore qualità video-fotografica e la possibilità di pianificare voli automatici. Stessa cosa possiamo dire per il Parrot Anafi, che come il Mini 2 ha lo zoom 4x digitale di tipo lossless ma in più ha i waypoint. Il prezzo di entrambi questi modelli, per ovvi motivi, è sensibilmente superiore. Per trovare un altro drone DJI con zoom bisogna arrivare al Mavic 2 Zoom, drone tuttavia di fascia professionale.

Ma rispetto al Mini 2, il Parrot Anafi è un drone che dal 31 Dicembre 2020 entrerà nella classe transitoria C1, che prevede l’acquisizione dell’attestato di pilota APR tramite esame online; il DJI Mavic Air 2, per via del suo peso di 570 grammi, entrerà addirittura nella classe transitoria C2, che prevede l’acquisizione dell’attestato di pilota APR avanzato (oggi detto critico) che si consegue dopo la frequenza di un corso presso una scuola volo con skill test pratico finale. E non sarà possibile utilizzarlo in ambiente urbano se non in categoria Specific. Inoltre entrambi questi droni nel 2023, poiché non dotati di marchio, finiranno nella sottocategoria Open A3, di fatto inservibili se non in campagna, mentre il Mini 2 resterà in classe C0 pur essendo sprovvisto del relativo marchio.

Mentre è messa a dura la prova la sopravvivenza del DJI Spark: il re dei trecentini italiani ha oramai un’autonomia antica, inferiore ai 15 minuti, un reparto video fermo al solo 1080 Full HD, e non consente scatto RAW. Ma ha ancora dalla sua il pieno controllo manuale dei parametri di scatto e registrazione video, e la possibilità di pianificare voli automatici tramite waypoint.

Compatibilità con il radiocomando del Mavic Air 2

A differenza del Mavic Mini, il radiocomando del Mini 2 è di fatto il radiocomando del Mavic Air 2 adattato. Risultano pertanto compatibili tutti gli accessori collegati, come i control stick di ricambio, i cavi di collegamento ai dispositivi mobili, il parasole per smartphone, l’adattatore per tablet. Chi fosse in possesso del Mavic Air 2 e volesse il Mini 2 come muletto o come drone per facilitare le operazioni in contesti urbani, potrà in questo modo riutilizzare gli stessi accessori per entrambi i radiocomandi, con risparmio di spesa e di spazio di trasporto.

No waypoint e no antiostacoli, il vero limite per un uso professionale

Il DJI Mini 2 è un drone comodo e leggero, che possono pilotare veramente tutti, quasi ideale per l’ambito cittadino, sempre nel rispetto dei limiti e delle regole della cartografia aeronautica. Fotografi amatori, vlogger, persino giornalisti, ne possono apprezzare le qualità in questo senso. Ingegneri e architetti potranno approfittare della qualità del sensore e della costellazione Galileo per eseguire rilievi di facciate e videoispezioni con maggiore sicurezza anche tra i palazzi. Per i topografi e per chi si occupa di rilievi aerofotogrammetrici in estensione il Mini 2 manca della caratteristica fondamentale per questo tipo di applicazioni, ovvero i waypoint, che consentono di interfacciarsi con app per la programmazione del volo automatico: sarà presumibilmente possibile eseguire questo tipo di missioni in modalità virtual stick (come succede con il Mavic Mini), ma non è la stessa cosa ed è molto più complicato programmare le strisciate.

Inoltre l’assenza di qualsiasi sensore anti-ostacoli, anche solo frontale, non ne fa un drone per principianti in ambito cittadino: se siete alle prime armi, fate pratica in un campo volo, magari a fianco di qualche pilota professionista. Rischiare di attivare il RTH con schianto assicurato contro un palazzo, o una manovra sbagliata tra gli alberi, e il drone andrà perso. In questi casi è sempre consigliabile acquistare contestualmente la DJI Care Refresh per 1 o meglio 2 anni.

GALILEO, il grande vantaggio per un uso professionale

La costellazione di satelliti europea GALILEO è un sistema di posizionamento civile in accordo tra UE ed ESA: rispetto alle più note costellazioni GPS americana e GLONASS russa, entrambe di tipo militare quindi subordinate al “prestito” del servizio per uso civile, prestito che può essere interrotto in qualsiasi momento senza preavviso (soprattutto nel corso di eventi bellici), Galileo ha una continuità di servizio in linea di principio sempre attiva. Il suo principale vantaggio è costituito dalla maggiore accuratezza nella geo-localizzazione, maggiore copertura, certificata affidabilità e alta disponibilità di segnale nelle aree urbane grazie a bande di frequenza più ampie rispetto agli altri sistemi. È oramai comprovato che l’unione dei tre sistemi porti notevoli benefici nella qualità del posizionamento tridimensionale negli ambienti disturbati quali sono i canyon cittadini.

In questo modo, un professionista che abbia la necessità, nel rilievo di una facciata o nella sua completa videoispezione, di effettuare dei voli a bassa quota laddove il segnale satellitare risulterebbe schermato e disturbato dalla presenza dei palazzi, degli alberi e altri ostacoli antropici, avrebbe maggiore possibilità di un volo accurato e soprattutto geo-localizzato, invece di passare come succede con i droni attuali nella modalità Vision (modalità assistita tramite posizionamento visivo rispetto al suolo) o peggio ATTI ovvero totalmente manuale e non assistita.

Dove acquistarlo

Come sempre noi consigliamo di acquistare i prodotti DJI come il Mini 2 presso il dealer ufficiale italiano, presso lo store online oppure nei negozi fisici di Roma e Milano, o in alternativa sullo store internazionale di DJI. Acquistando online le spese di spedizione sono gratuite per acquisti superiori a €499 ed è anche possibile pagare in 3 comode rate con il sistema scalapay per importi inferiori a €500, oppure fino a 20 rate senza interessi con Findomestic.

La versione Fly More Combo, che noi come sempre consigliamo, oltre al drone aggiunge utili accessori a un prezzo bundle come 2 batterie aggiuntive (per un totale di 3), il Two-Way Charging Hub per poter mettere in carica 3 batterie, 12 eliche di ricambio, una comoda borsa per il trasporto, l’USB Charger da 18W con spina europea. A differenza del Mavic Mini, questa versione Fly More non fornisce il paraeliche a 360°, che dunque va acquistato a parte e il cui uso è obbligatorio fino al 30 Dicembre 2020 se volete usare il Mini 2 come trecentino professionale (nel Regolamento ENAC vigente non esiste la categoria dei 250 grammi che è solo per fini ricreativi), e consigliato per voli in ambienti interni causa assenza di sensori evitamento ostacoli.

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Patentino CRO per droni a €299 a Roma e Milano fino al 30/09

Patentino CRO per droni a €299 a Roma e Milano fino al 30/09

DJI ARS, l’accademia del volo di Elite Consulting Srl, unica società autorizzata in Italia per la distribuzione retail (non GDO) dei dispositivi e velivoli DJI, dopo l’offerta estiva continua con la promozione dei corsi avanzati per piloti di droni: l’attestato di pilota APR per operazioni critiche (CRO) fino al 30 settembre è offerto a €299, ma solo per i primi 100 allievi che lo acquisteranno, mentre il corso di istruttore APR è offerto a €999, in entrambi i casi IVA inclusa. Chiunque acquista i corsi avrà in aggiunta uno sconto dell’8% sull’acquisto di un drone DJI, e le due soluzioni sono pagabili anche a rate: le €299 in 3 rate con scala pay, le €999 fino a 20 rate con Findomestic.

Tutti i corsi acquistati entro la fine di settembre potranno essere usufruiti entro la fine del 2020, quindi si avranno 3 mesi di tempo per completare l’iter. Attenzione: sono previste delle penali per chi, scelta la data della teoria e della pratica, dovesse non presentarsi senza avvertire.

Corso Cro APR Mc (droni max 25 Kg)

A differenza che nel passato, la nuova Circolare LIC15A di ENAC ha modificato gli attestati e il modo di conseguirli: adesso, anche in vista dell’entrata in vigore del Regolamento europeo dei droni il 31/12/2020, l’attestato vale per tutte le tipologie di droni fino a 25 Kg. La sigla Mc indica che la scuola viene effettuata su multirotori fino a MOD massimo di 25 Kg.

Le modalità di conseguimento sono le seguenti: 10 ore di teoria, che la scuola offre in distance learning per il 70% (7 ore) e frontali per il 30% (3 ore in presenza), che darà luogo a un esame di 30 domande a risposta multipla. La parte pratica prevede una valutazione preliminare delle capacità di volo e 4 ore di addestramento articolate su specifici scenari addestrativi, che daranno luogo a uno skill test di almeno 10 minuti.

L’attestato ha validità 5 anni e verrà convertito d’ufficio da ENAC nel certificato di competenza previsto dalla categoria Specific del Regolamento EASA.

Ricordiamo infine che per conseguire l’attestato CRO il pilota deve essere in possesso dell’attestato per operazioni non critiche, l’attuale patentino online, ha l’obbligo di registrare i tempi di volo delle missioni effettuate con l’APR in un apposito Log Book e il possesso dell’attestato CRO fornisce l’opportunità di acquisire il modulo per operazioni BVLOS/EVLOS.

A cosa serve l’attestato CRO

Fino al 30/12/2020 l’attestato di pilota APR per operazioni critiche è ancora necessario per utilizzare droni di MOD superiore a 300 grammi in scenari urbani o scenari critici (art. 10 del Regolamento ENAC), ovvero quando anche al di fuori degli scenari urbani non è possibile rispettare le limitazioni delle operazioni non critiche di 150 metri dalle aree congestionate e 50 m dalle persone che non siano sotto il diretto controllo del pilota di APR. Inoltre come recitano gli scenari standard di ENAC, solo con l’attestato CRO si possono effettuare rilievi su infrastrutture lineari (e.g. autostrade, elettrodotti, ferrovie, gasdotti).

L’attestato CRO sarà in futuro convertito d’ufficio da ENAC nel certificato di competenza necessario per pilotare un drone all’interno della categoria Specific del Regolamento EASA.

Come utilizzare lo sconto dell’8%

Acquistando il corso CRO si avrà diritto a uno sconto dell’8% sull’acquisto di un drone DJI: poiché il CRO si utilizza per droni di MOD superiore a 300 grammi o per droni di MOD inferiore non conformi all’art. 12 comma 5 del Regolamento ENAC, si potrà acquisire il patentino acquistando un Mavic 2 Pro/Zoom oppure un Mavic Air 2 Combo: nel secondo caso si possono risparmiare €84 sull’acquisto del drone, che vorrebbe dire acquistare il corso CRO a poco più di €200.

Corso Istruttore APR

Il corso per abilitarsi istruttore APR è ciò che serve per poter collaborare con i Centri di Addestramento, ed è il passo necessario per poter ottenere il Certificato di Esaminatore APR. Il corso si può frequentare, secondo quanto indicato nella LIC15A, avendo questi requisiti:

  • possesso dell’Attestato di Pilota APR Operazioni Critiche
  • esperienza di volo APR di almeno 100 missioni, per un minimo di 16 ore complessive
  • attestato di frequenza ad un corso teorico di istruzione all’insegnamento e apprendimento presso un’organizzazione di formazione riconosciuta dall’ENAC

Il corso prevede 10 ore di teoria e 18 missioni di pratica di almeno 10 minuti l’una con skill test finale, per un totale di ca. 1 giorno e mezzo di frequenza. Anche in questo caso avrete a disposizione uno sconto di 8% sull’acquisto di un futuro drone DJI. Sull’acquisto di un Matrice si potranno risparmiare oltre €1.000.

Posted by The Staff in Droni
ENAC: patentino online di nuovo attivo e obbligatorio per i piloti APR

ENAC: patentino online di nuovo attivo e obbligatorio per i piloti APR

Come ENAC aveva promesso il 31 luglio, oggi 1 settembre è tornato attivo il portale web per il conseguimento dell’attestato per pilota APR per operazioni non critiche, il famoso attestato basico o patentino online obbligatorio, sulla scorta della 3ª Ed. del Regolamento ENAC (nel frattempo giunto all’emendamento 1), per tutti i piloti di APR professionisti e per tutti i piloti di APR ricreativi, questi ultimi se alla guida di un APR di MOD superiore a 250 grammi (per indenderci, Mavic Mini nudo e crudo non necessita di patentino, Mavic Mini con payload supplementari o registrato come trecentino necessita di patentino).

La piattaforma era stata inizialmente sospesa il 25 giugno per consentire l’adeguamento tecnico che sarebbe dovuto entrare in vigore il 1 luglio. Infatti proprio il 1 luglio ENAC ha rilasciato la versione 2 del Syllabus che offre gratuitamente come materiale per preparare l’esame. A detta di ENAC, un attacco hacker ha messo ko la piattaforma che è rimasta inattiva per 2 mesi, tanto da costringere l’Ente a emettere una nota di sospensione dell’obbligo di possesso dell’attestato (Disposizione GENDISP-DG-31/07/2020-0000027-P) fino alla data odierna.

Nel video seguente ti spieghiamo tutto ciò che devi sapere sul portale e sulle nuove modalità per effettuare l’esame. Ricordiamo che questo attestato vale 5 anni dalla data di conseguimento ed è valido per le operazioni non critiche secondo il Regolamento ENAC ed è anche già compliant per volare secondo le specifiche della categoria Open di EASA che entrerà in vigore il 31 dicembre 2020.

Con il ritorno alla disponibilità della piattaforma, torna dunque anche l’obbligo di possesso del patentino: pertanto, chiunque da oggi piloti un APR senza attestato (ne sono esentati solo i ricreativi alla guida di APR con MOD < 250 grammi) lo fa in violazione della normativa ed è di conseguenza passibile di multa e sequestro del mezzo. Tra gli altri obblighi, ricordiamo l’assicurazione, professionale se sei un professionista, “di flotta” se sei un ricreativo.

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Estate: foto e video al mare con drone? No grazie, è vietato

Estate: foto e video al mare con drone? No grazie, è vietato

Anche l’estate 2020 è arrivata e nonostante il coronavirus è comunque tempo di vacanze per molti, anche se non per tutti. La vacanza, che sia un momento di relax, di scoperta, di turismo, ha come corollario la voglia di portare a casa qualche ricordo, da mostrare ad amici e parenti, soprattutto al rientro al lavoro.

Per questo motivo, molti negozi offrono fantastiche guide per eccezionali scatti fotografici, o videoriprese, da fare con il vostro drone in spiaggia, in riva al mare, lungo la costa, sopra gli edifici (privati e di proprietà di altre persone). Ma un drone può volate in riva al mare? Ne avevamo parlato in un articolo del 1 giugno, ma siccome repetita iuvant, vogliamo ricordare quanto segue.

In Italia tutto questo è vietato dal 1 Giugno al 30 Settembre, per effetto della RAIT.5006 e dell’interpretazione estensiva che ne ha dato ENAC nell’applicarla al settore dei droni, estendendo questo divieto a tutta la linea di costa italiana, per una distanza pari a 100 metri verso l’entroterra e 100 metri verso il mare. In attesa che ENAC, come annunciato dall’Ing. Veccia (che ha affermato che le RAIT precedono la nascita dei droni e pertanto non sono pensate per loro), proceda ad una revisione di questo limite, si può dire che that’s law, questa è la legge.

La violazione delle Regole dell’Aria può portare a conseguenze molto gravi, dalla multa amministrativa al sequestro del mezzo, fino alla denuncia penale, a seconda di quante ulteriori violazioni possono essere contestate al momento. Bisogna ricordare infatti che a questo si aggiunge:

  • Droni ricreativi: che siano sotto i 250 grammi o sopra questo MOD (Massa Operativa al Decollo), per loro vige l’obbligo della missione in operazione non specializzata non critica, che significa mantenere almeno 50 metri di distanza dalle persone non coinvolte nelle operazioni e 150 metri dalle infrastrutture (una spiaggia completamente libera d’estate e lontana dalle strade è rara da trovare). Vige l’obbligo dell’assicurazione di flotta e per i droni di MOD > 250 grammi la registrazione su d-flight e l’applicazione del QR-code dal costo di €6 cadauno, oltre ad aver conseguito l’attestato di pilota APR, noto anche come patentino online (costo €31). Dispositivo elettronico di identificazione rimandato al 2021.
  • Droni trecentini: non hanno l’obbligo di avere un’area delle operazioni e un’area di buffer, ma per loro vale comunque la regola della privacy. È vero che la spiaggia è un luogo pubblico (ovviamente la spiaggia libera, i lidi in concessione sono comunque da considerarsi luogo privato), ma è un luogo dove ci si attende comunque un minimo di privacy, ovvero il non essere ripresi in costume per il pubblico dominio come quello dei social, a meno che non venga espresso un chiaro consenso da parte della persona. Ovviamente una foto con il drone difficilmente renderà riconoscibile una persona a terra, ma ricordiamoci della legge sulla privacy ogni volta che scattiamo in un luogo all’aperto. Anche per i trecentini vige l’obbligo dell’assicurazione di flotta, la registrazione su d-flight, l’attestato di pilota APR e l’applicazione del QR-code dal costo di €6 cadauno. Dispositivo elettronico di identificazione rimandato al 2021.

All’estero purtroppo sappiamo bene che la situazione legislativa è diversa, alcuni limiti non ci sono ed è pertanto possibile fare foto che in Italia non sono permesse. Questo però non significa che noi possiamo emulare quegli scatti se sono vietati. Se volete arricchire il vostro portfolio di foto al mare, di albe e tramonti lungo la costa, della spuma della onde, impostate sveglia e agenda per il prossimo ottobre, salvo ripensamenti da parte di ENAC applicabili già quest’anno.

Foto da Skypixel. Fotografo: Valentin Valkov
Foto da Skypixel. Fotografo: Valentin Valkov

Questa foto in Italia non si può fare, finché sarà vigente la RAIT.5006 e l’interpretazione estensiva di ENAC. L’unica via per questo scatto, se magari lo vuole un concessionario di un lido privato, è contattare un operatore professionista, il quale richiederà un NOTAM a ENAC secondo la circolare ATM03 o ATM-09 (se contestualmente sulla spiaggia è presente una zona rossa ATZ). Se ENAC concederà l’autorizzazione, si potrà decollare, ma solo con un drone inoffensivo: si ricordi che le tempistiche di un NOTAM sono pari ad almeno 35 giorni, oltre €94 di costi fissi da corrispondere prima di fare la domanda, e indipendentemente dal suo esito.

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Dove trovo il codice utente di registrazione a d-flight?

Dove trovo il codice utente di registrazione a d-flight?

Quando ci si iscrive ai servizi web del portale d-flight, l’hub italiano ufficiale per i droni gestito da ENAV, Leonardo e Telespazio, per poter diventare operatori bisogna effettuare un passaggio di conferma dell’iscrizione che consiste nell’inviare il proprio documento d’identità unitamente al proprio codice utente di registrazione, affinché la piattaforma associ una persona fisica a chi si è iscritto al portale, come pilota o rappresentante di persona giuridica, come avevamo spiegato nell’apposito tutorial, pena la sospensione dell’account.

Tuttavia il codice utente di registrazione non è di immediata lettura, anche perché non viene inviato nell’email di attivazione che si riceve in casella postale. Può tuttavia facilmente essere trovato in questo modo:

  • Collegati alla web app del sito d-flight all’indirizzo https://www.d-flight.it/web-app/
  • Effettuate il login per entrare col tuo account
  • Una volta loggato premi la combinazione di tasti CTRL+M oppure clicca sull’icona (chiamata d-button) che si trova in altro a sinistra per accedere al menu
  • Quando si aprirà il menu troverai il codice utente di registrazione sotto il tuo nome, accanto alla scritta Cod. Operatore

Se hai dubbi o difficoltà non esitare a utilizzare i commenti che trovi in fondo a questo articolo.

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