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Il DJI Spark non è un SAPR inoffensivo

Dopo la presentazione del DJI Spark, ultimo nato nella casa del leader mondiale delle riprese aeree da UAV, siti specialistici hanno rilanciato la notizia che si tratterebbe di un drone classificabile come "trecentino inoffensivo", ovvero un SAPR che rientrerebbe nella categoria < 300 gr. inoffensivo per operare anche in scenari urbani come fossero missioni specializzate non critiche.

Con la nostra esperienza nelle missioni con SAPR e la conoscenza dei sistemi DJI in quanto rivenditori accreditati, vogliamo sottolineare che lo Spark NON È INOFFENSIVO e NON RIENTRA nella categoria dei 300 grammi.

Il motivo è presto detto: ufficialmente la DJI dichiara un takeoff weight di 300 grammi tondi, i paraeliche ufficiali necessari per legge pesano 38 grammi, che porterebbero questa soluzione a rientrare nello scenario standard S1. Affinché lo Spark possa rientrare nella categoria dei 300 gr. avrebbe bisogno di un alleggerimento, una reingegnerizzazione almeno del comparto batteria, una produzione nuova di zecca per paraeliche più leggeri, per andare a risparmiare i ca. 40 grammi necessari.

Con questo intervento non vogliamo affermare che qualche azienda non ci possa riuscire in futuro (l'arrivo dei primi esemplari è atteso per fine giugno, quindi sarà richiesto del tempo per poter eventualmente raggiungere tale risultato), ma soltanto che così come fabbricato lo Spark non rientra in tale categoria.

Inoltre, qualsiasi modifica apportata sull'UAV invaliderebbe la garanzia (e lavorare con strumentazione nuova di zecca ma fuori garanzia non è mai una grande idea), ed essendo i sistemi DJI delle scatole chiuse, non v'è certezza che la modifica al comparto batteria farebbe funzionare il drone. Tutte le batterie ufficiali sono di tipo Intelligent Battery, dotate di un apposito firmware che viene riconosciuto dal mezzo e con il quale la batteria comunica i suoi dati di funzionamento, consentendo all'aeromodello di valutare ad esempio la percentuale di carica restante per il return to home. Sostituire la batteria con una LiPO commerciale potrebbe impedire la comunicazione con il mezzo, che a quel punto non funzionerebbe se non modificando il firmware del drone, con conseguenti rischi per la corretta operatività del medesimo.

La modifica: uno Spark da 300 grammi con paraeliche

Per operare con il DJI Spark nell'ambito dei SAPR da 300 grammi è necessario effettuare delle modifiche di alleggerimento e dotare l'UAV di appositi paraeliche di protezione. L'operazione, dato il peso del mezzo, è relativamente semplice, ma noi consigliamo per la sicurezza di tutti di acquistare a modico prezzo le modifiche già progettate e testate da costruttori terzi. In generale le modifiche consistono nella rimozione della capottina superiore e nella rimozione dei tappini copriluci inferiori, che aiutano a recuperare i pochi grammi necessari.

In questo modo, il drone ha un costo inferiore ai €1.000 e comprende anche la manualistica necessaria per la rispondenza al regolamento ENAC, Si può acquistare il drone già pronto oppure comprare prima lo Spark e poi farlo modificare: in questo caso la scelta è obbligata sul modello Fly More Combo, l'unico che comprende anche il radiocomando, senza il quale il mezzo non è rispondente ai requisiti di legge.

Acquista il nuovo Spark cliccando sull'immagine soprastante: sarai reindirizzato allo store DJI ufficiale e aiuterai il nostro blog

Il DJI Spark è comunque un drone da selfie

Ben diverso è infatti il discorso rispetto alle modifiche effettuate da note aziende italiane sui droni di casa Parrot, il Bebop e il Bebop 2, che vengono reingegnerizzati con un nuovo frame e una nuova batterie, intervenendo poi sul bilanciamento dei motori e sul peso delle eliche.

Una modifica difficilmente realizzabile in sicurezza sui droni di casa DJI, e infatti non si conoscono casi di successo nei quali i famosi UAV dalla Cina siano alimentati con batterie LiPO after market, ovvero non ufficiali.

Il DJI Spark è pensato e resta il più avanzato drone da selfie ad oggi in commercio, programmato per volare a pochi metri dal suolo e riprendere scene (solo FullHD) ma soprattutto scattare fotografie di se stessi con semplici gesti della mano. Non è pensato per volare a 50 metri d'altezza ed effettuare videoriprese, segmento di mercato individuato da DJI nel modello MAVIC Pro Combo come soluzione più economica attualmente disponibile, per poi arrivare al Phantom 4 Pro e salire di grado alle soluzioni professionali Inspire.

La nostra azienda rimane a completa disposizione per chiunque voglia approfondire l'aspetto tecnico di questo discorso ed evitare di commettere errori tecnici che porterebbero ad una spesa senza risultato.

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ENAC ufficializza le nuove procedure operative per i SAPR

Quando si parla di novità procedurali da parte di ENAC, trema sempre la mano nell'aprire i documenti e leggere quale complicazione è stata introdotta nell'operare con i SAPR. Invece questa volta ENAC ha aggiornato le pratiche per gli scenari critici, rendendo molto più semplice operare con gli APR anche in ambiti urbani.

In poche parole, vengono finalmente ufficializzati gli scenari standard: introdotti operativamente già nel settembre 2016, ma esclusi dall'emendamento natalizio al Regolamento, ora gli scenari standard diventano la norma per le operazioni critiche con i SAPR a condizioni predeterminate. Per di più, rispetto a quanto finora approvato, i "vecchi" scenari vengono aggiornati e vengono in più introdotti gli scenari extraurbani, semplificando così le operazioni su infrastrutture come autostrade, ferrovie, gasdotti, cantieri, riprese cinematografiche e televisive, etc. A partire da oggi, ciliegina sulla torta, diventano possibili le operazioni notturne senza preventiva autorizzazione ad hoc e la domanda di abilitazione al volo non richiede più che la documentazione venga inviata ad ENAC, come già succede per le operazioni non critiche.

ArcheoFly FTD300X in volo

Semplificare

Insomma, quello che non riesce mai al Governo Italiano, è riuscito ad ENAC dopo soli 3 anni di lavoro: nonostante il continuo mutamento nel mercato degli UAV e le numerose critiche a Regolamenti spesso mutevoli senza preavviso, ENAC ha raccolto e messo a frutto l'esperienza maturata rendendo più semplice poter operare con SAPR negli scenari in cui effettivamente il loro uso lavorativo è preminente.

Questa mossa servirà per convincere gli operatori in nero, che mettono in pericolo la sicurezza delle persone ma soprattutto violano la legge, a mettersi in regola, normalizzando il mercato? È presto per dirlo. Intanto ecco la nuova procedura per operare in scenari critici con gli APR.

La nuova procedura

Da oggi, qualsiasi operatore che voglia essere autorizzato da ENAC ad operare in scenari critici dovrà seguire questi semplici passi: rimane obbligatoria la redazione della documentazione e della manualistica fino ad oggi prevista, con la novità che non deve più essere inviata ad ENAC insieme alla domanda per l'approvazione ma bisognerà esibirla a qualsiasi controllo venga richiesto e portarla sempre insieme all'APR.

Pagare attraverso il portale servizi online ENAC la clausola N43-1 "Diritti Rilascio Dichiarazioni e duplicati - Rilascio Autorizzazione Operazioni critiche SAPR in scenari Standard" di €110.

Inviare la domanda in carta bollata seguendo il nuovo modulo che la stessa ENAC ha messo a disposizione: domanda di rilascio autorizzazione. Sulla domanda andrà riportato il numero di fattura che ENAC rilascerà al pagamento dei diritti sopra menzionati. Sulla domanda inoltre andrà applicata la marca da bollo di €16. Va ricordato che bisogna esplicitamente barrare la casella per gli scenari standard, avendo bene in mente quali sono le limitazioni operative che questi scenari prevedono.

Se tutta la documentazione è in regola, l'autorizzazione ad operare negli scenari standard attiverà nell'arco di ca. una settimana.

I nuovi scenari

Qualora si ritenesse che gli scenari siano limitanti per la propria attività lavorativa, bisognerà richiedere un'autorizzazione ad hoc, che richiede più tempo ma che ovviamente elimina alcuni paletti, che andiamo subito a vedere:

  1. S01 - impiego di APR di massa operativa al decollo minore o uguale a 2 kg che non possiedono le caratteristiche di inoffensività di cui all’art. 12 in area urbana;
  2. S02 - impiego di APR di massa operativa al decollo maggiore di 2 kg e minore o uguale a 4 kg in area urbana;
  3. S03 - impiego di APR di massa operativa al decollo maggiore di 4 kg e minore o uguale a 10 kg in area urbana;
  4. S04 - impiego di APR di massa operativa al decollo minore o uguale a 4 kg che non possiedono le caratteristiche di inoffensività di cui all’art. 12 in area extraurbana su cantieri o infrastrutture lineari quali ad es. autostrade, elettrodotti, ferrovie, gasdotti;
  5. S05 - impiego di APR di massa operativa al decollo maggiore di 4 kg e minore di 25 kg in area extraurbana su cantieri o infrastrutture lineari quali ad es. autostrade, elettrodotti, ferrovie, gasdotti;
  6. S06 - impiego di APR di massa operativa al decollo minore o uguale a 4 kg che non possiedono le caratteristiche di inoffensività di cui all’art. 12 in area extraurbana per riprese televisive cinematografiche;
  7. S07 - impiego di APR di massa operativa al decollo maggiore di 4 kg e minore di 25 kg in area extraurbana per riprese televisive cinematografiche.

Ulteriori limiti: come già previsto dal Regolamento, permangono i limiti di divieto di sorvolo di persone a meno che non siano indispensabili alle operazioni e addestrate allo scopo. Gli APR con peso superiore a 10 Kg non possono rientrare negli scenari standard per operare in area urbana, per loro va prevista un'autorizzazione ad hoc.

I voli notturni, con range più limitato rispetto al VLOS diurno, sono possibili solo con le prescrizioni tecniche di installare sull'APR le luci di riconoscimento di tipo aeronautico: anteriore destra verde, anteriore sinistra rossa e posteriore  bianca.

Su diretta richiesta di AOPA Italia, ENAC ha ufficializzato che i vecchi operatori sono automaticamente abilitati al volo notturno per lo scenario per i quali erano stati già autorizzati (S1, S2 o S3) e in più riceveranno automaticamente l'abilitazione agli scenari extraurbani (S4, S5, S6, S7). È necessario comunque ricordare che sebbene abilitati al volo notturno, questo sarà possibile solo se l'operatore aggiornerà il manuale delle operazioni del proprio APR per questa tipologia di voli.

Tutte le altre informazioni si possono reperire direttamente sui documenti ufficiali che seguono. Rimaniamo a disposizione per chiunque voglia chiarimenti.

Nota Informativa ENAC sugli Scenari Standard


Scenario Standard S01


Scenario Standard S02


Scenario Standard S03


Scenario Standard S04


Scenario Standard S05


Scenario Standard S06


Scenario Standard S07



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SAPR: obbligo di verifica dell’idoneità tecnico professionale

SAPR: obbligo di verifica dell’idoneità tecnico professionale

Come i bene informati sanno, l'attuale regolamentazione dell'aria prevede che l'utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto per fini professionali è normato da apposito regolamento emesso dall'autorità nazionale ENAC. Tale regolamento specifica chiaramente che l'uso professionale degli APR è soggetto alla dimostrazione di capacità e abilità di pilota del mezzo, derivanti dalla conoscenza delle regole aeronautiche, dei processi di safety e security nell'utilizzo dei medesimi. Al fine di dimostrare la conoscenza di queste capacità, esiste un registro nazionale gratuitamente consultabile sul sito ENAC che specifica chiaramente quali organizzazioni sono autorizzate ad operare con gli APR (definite Operatori) e di conseguenza quali piloti sono autorizzati a volare per loro conto.

È bene tuttavia ricordare anche che, nell'ambito lavorativo, esistono leggi civili che regolano i rapporti di lavoro professionale: su tutti il Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro Decreto legislativo, 09/04/2008 n° 81, G.U. 30/04/2008.

Il DL all'art. 26 prescrive specificamente:

Il datore di lavoro, in caso di affidamento di lavori, servizi e forniture all'impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all'interno della propria azienda, o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell'ambito dell'intero ciclo produttivo dell'azienda medesima sempre che abbia la disponibilità giuridica dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo:
a) verifica, con le modalità previste dal decreto di cui all'articolo 6, comma 8, lettera g), l'idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori, ai servizi e alle forniture da affidare in appalto o mediante contratto d'opera o di somministrazione.

Il datore di lavoro, in caso di affidamento di lavori, servizi e forniture all'impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all'interno della propria azienda, o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell'ambito dell'intero ciclo produttivo dell'azienda medesima sempre che abbia la disponibilità giuridica dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo: a) verifica, con le modalità previste dal decreto di cui all'articolo 6, comma 8, lettera g), l'idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori, ai servizi e alle forniture da affidare in appalto o mediante contratto d'opera o di somministrazione.

Le sanzioni previste

È bene dunque sottolineare come operare in nero per risparmiare soldi porta a gravi conseguenze sul piano amministrativo e penale:

  • il datore di lavoro che facesse svolgere un lavoro di ripresa tramite APR a operatori non autorizzati e piloti non riconosciuti, violerebbe le disposizioni di cui all'art. 26 del DL 81/2008, andando incontro alla sanzione prevista dall'art. 55 comma b) «con l’arresto da due a quattro mesi o con l’ammenda da 1.000 a 4.800 euro per la violazione dell’articolo 26, comma 1, lettera a)».
  • l'operatore e il pilota che fossero trovati a volare con SAPR senza le relative dichiarazioni/autorizzazioni, violano l'Art. 1216 c.2 C.d.N. “Navigazione senza abilitazione” punito con l'arresto fino a un anno ovvero ammenda fino a € 1.032,00; l'Art. 1216 u.c. C.d.N. riferito al pilota comandante, punito con l'arresto fino a un anno ovvero ammenda fino a € 1.032,00 diminuito in misura non eccedente un terzo
  • grave rischio di navigabilità senza le necessarie prescrizioni di sicurezza, con elevato rischio di incidente anche grave che potrebbe portare alla configurazione di reati ben più pesanti di quelli sopra descritti

Nonostante le sanzioni penali e amministrative previste, non ci stancheremo mai di denunciare l'elevato numero di operazioni con SAPR che ogni anno vengono svolte in assenza di certificazione alcuna e in violazione delle prescrizioni previste relative ai limiti di aeronavigabilità, come ad es. il sorvolo di assembramenti di persone (quanti video matrimoniali vediamo realizzati con SAPR non autorizzati?).

Dunque non soltanto le Forze dell'Ordine, di ogni livello e grado, sono deputate al controllo del rispetto della legge, ma anche ogni datore di lavoro e ogni cittadino che voglia definirsi tale.

ArcheoDigital è operatore SAPR autorizzato ENAC

Per consultare l'elenco ufficiale degli operatori SAPR autorizzati dall'ENAC vai al seguente link:

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ENAC ricorda le NoFlyZone di Roma per i droni

ENAC ricorda le NoFlyZone di Roma per i droni

Qualche giorno fa l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC) ha voluto ricordare a tutti gli utenti, in particolare ai cittadini di Roma, che sulla capitale vigono diversi regolamenti che vietano espressamente il volo ad aereomobili e aereomodelli non autorizzati. Oltre alla ben nota presenza, per gli addetti ai lavori, della CTR di ambito urbano, dell'aereoporto del Vaticano, non individuato da ATZ, della pista per ultraleggeri in zona Prenestino, dell'ATZ dell'aereoporto di Roma Urbe, dell'ATZ di Roma Ciampino e dell'ATZ di Roma Fiumicino che copre l'area est della Capitale in particolare Ostia, esistono anche 6 zone meno note ma ugualmente ben segnalate nella cartografia aereonautica conosciuta come ENR (EN-Route), disponibile nel notiziario AIP di ENAV.

Al cap. 6.3.9 scaricabile dagli utenti registrati sul sito ENAV, si notano le zone rosse R19A e R19B e le zone viola P211, P212, P243, P244. ENAC ha posto l'attenzione su quest'ultime due, noi vogliamo ricordarle tutte e cinque invitando cittadini e operatori a segnalare le violazioni al regolamento e contestualmente a richiedere l'intervento operativo solo e sempre di società autorizzate operanti nella piena legalità, in primis per l'incolumità di tutti.

Scopriamo il dettaglio di queste zone grazie agli ENR 5.1.1 e 5.1.2:

  • Prohibited Area LI P211 (carcere di Rebibbia): divieto permanente di sorvolo di edifici particolari da SFC a 1500ft AGL
  • Prohibited Area LI P212 (carcere di Regina Coeli): divieto permanente di sorvolo di edifici particolari da SFC a 1500ft AGL
  • Prohibited Area LI P243 (Città del Vaticano): divieto permanente di sorvolo per motivi di sicurezza da SFC a 3500ft AMSL
  • Prohibited Area LI P244 (Edifici istituzionali): divieto permanente di sorvolo per motivi di sicurezza da SFC a 3500ft AMSL
  • Restricted Area LI R19/A (Roma città): divieto permanente H24 di sorvolo per motivi di sicurezza da SFC a 1000ft AMSL
  • Restricted Area LI R19/B (Roma città): divieto permanente H24 di sorvolo per motivi di sicurezza da 1000ft AMSL a 3500ft AMSL (non interessa a prescindere gli APR)
  • AGGIORNAMENTO 11/2021: con i NOTAM del ciclo AIRAC 10/2021 e la Circolare ATM 09 sono state modificate le aree con divieto di sorvolo sulla capitale: la R19/A è stata innalzata a 400 piedi e pertanto non interessa più il mondo degli APR, mentre tutti gli ospedali della capitale con elisoccorso sono dotati di ATZ. Si veda a tal proposito cartografia aggiornata su d-flight e il nostro recente contributo in merito.

Da notare che la dicitura AMSL è l'acronimo per Above Mean Sea Level, ovvero a partire da 1000 piedi sopra il livello del mare, quindi il sorvolo è vietato sopra i ca. 300 ma permesso sotto. Peccato che nel nostro caso la R19/B sia un'estensione della R19/A, ovvero in quella porzione di spazio non vige solo il divieto di sorvolo da SFC a 1000ft, ma fino a 3500ft. Trattandosi di zone Restricted, è possibile il sorvolo secondo l'ENR 2.1.2.37-4 paragrafo 7.4 come in uno spazio aereo di classe G. Il paragrafo specifica che è possibile svolgere lavoro aereo con queste condizioni: coordinamento con l'ATC almeno 2 HR prima; piano di attività di volo autorizzato dalla DA di Roma Urbe: soggetta all'autorizzazione dell'ATC in base al traffico aereo; l'aereomobile deve possedere almeno 2 motori; avere un trasponder modo "A" e modo "C" attivo; contattare ROMA FIC sulla frequenza 125.750 MHz se operano all'interno di R19/A.

Da novembre 2021 operando in categoria Open o Specific scenari standard secondo le definizioni del Regolamento Europeo 2019/947 e Regolamento UAS-IT di ENAC, è possibile volare liberamente sulla città di Roma al netto delle aree proibite, dei NOTAM attivi presenti su D-Flight, e delle ATZ rosse che circondano gli ospedali con elisoccorso. Oltre la zona di Lunghezza e Tor Cervara a Roma Est, sulla Capitale la quota massima di volo è di 45 metri per effetto delle citate ATZ.

Quindi a termini di legge un APR non può volare su Roma a prescindere, se non ottenendo specifiche deroghe e autorizzazioni rilasciate per specifiche esigenze. I fortunati che su Youtube hanno caricato video girati con droni del centro di Roma o sono abusivi o lo hanno fatto prima del 2014, ovvero prima dell'entrata in vigore del Regolamento ENAC che ha normato l'attività con APR.

Infine bisogna specificare che la P244 esiste da molto tempo, ma è stata recentemente estesa dopo che in rete sono apparsi video girati intorno al Colosseo che hanno fatto infuriare la locale Soprintendenza.

Facciamo un piccolo sunto citando i maggiori monumenti della capitale:

  • Divieto di volo per un'area di ca. 500 metri di raggio attorno alle carceri di Roma Rebibbia e Roma Regina Coeli
  • Tutta l'area di Roma è coperta dalla R19: per volare in città bisogna richiedere permesso alla Prefettura, ad es. su piazza Navona o in zona Trastevere
  • Un divieto particolare di volo è previsto per il Colosseo, i Fori Imperiali, il Quirinale, piazza di Spagna: è la P244
  • Un divieto particolare di volo è previsto per piazza San Pietro e la relativa Basilica: è la P243
  • Divieto di volo nel Parco dell'Appia Antica e Capannelle, per la presenza dell'ATZ di Ciampino

È possibile volare, secondo le prescrizioni del Regolamento in area CTR, in zona EUR, in zona tiburtino fuori GRA.

Ricordiamo inoltre che esistono nella città di Roma dei campi volo autorizzati ENAC per il volo aeromodellistico e ricreativo: uno di essi è gestito dall'Associazione Arvalia in Volo, regolarmente iscritta alla FIAM, attualmente con base presso il campo G91.

ENAC ricorda

È fatto obbligo a tutti osservare e far osservare quanto indicato, segnalando prontamente eventuali inottemperanze agli Organi di Pubblica Sicurezza.

Chiunque infrange tale divieto è soggetto a quanto previsto dal Codice della Navigazione Art. 1102 - Navigazione in zone vietate: Fuori dei casi previsti nell'articolo 260 del codice penale, è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a euro 516,00.

Si ricorda inoltre che, per i mezzi a Pilotaggio Remoto (cd. Droni) e gli aeromodelli valgono le restrizioni di volo su aree popolate e sugli assembramenti di persone.

http://www.enac.gov.it/La_Regolazione_per_la_Sicurezza/Spazio_Aereo/Divieti_di_sorvolo/index.html

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Linee guida ENAC per valutazioni rischio RPAS

Linee guida ENAC per valutazioni rischio RPAS

Qualche giorno fa l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC), con il documento ENAC LG-2017/001-NAV, ha rilasciato delle interessanti linee guida per le operazioni con RPAS nell'ambito di specifici scenari operativi, in particolare per quanto riguarda la metodologia di analisi del rischio, al fine di ottenere permessi di volo (PTF) non geografici, ovvero non legati ad una specifica porzione di territorio ma applicabile all'intero territorio italiano.

ENAC > NORMATIVA > LG 2017/001-NAV

Uno dei fattori principali nelle missioni di volo con droni o altri mezzi aerei radiocomandati, e per i quali non bisognerebbe mai affidarsi ad operatori abusivi/improvvisati pur di risparmiare qualche euro, è l'aspetto della sicurezza: un drone che cade in testa ad una persona ignara può costituire un pericolo mortale, prima e oltre che un divieto di legge far volare droni sulla testa di persone ignare.

Nelle Linee Guida (LG), ENAC fa riferimento ad una serie di casistiche operative per droni di peso inferiore e superiore a 25 Kg, in scenari sperimentali e specializzati di tipo critico e non critico. Si tratta dunque di un documento con uno schema ben preciso, pensato per aiutare tutti gli operatori a redigere in modo corretto e ad effettuare correttamente le analisi del rischio, fornendo indicazioni pratiche per facilitare l'ottenimento dell'autorizzazione alla missione di volo. Dal capitolo 4 e successivi sono specificati sistemi di calcolo ponderati che possono aiutare l'operatore a valutare correttamente il rischio di una missione in determinati scenari, preparandolo ad adottare le opportune misure di sicurezza al fine di mitigare gli effetti del rischio e prevenirli oltre ogni imponderabilità.

Linee Guida ENAC sulla Metodologia di Valutazione del Rischio in Operazioni con RPAS

Al fine di redigere correttamente la propria analisi, ENAC invita a tenere conto anche di elementi quali la probabilità di caduta e la cd. area letale, quell'area all'interno della quale la caduta di un RPA potrebbe causare un danno grave alla persona che si trovi al suo interno.

Si ottiene quindi un numero medio di casualty per missione che non deve superare il valore massimo accettabile Ec (obiettivo di safety). Viene così specificato che RPAS < 25 Kg possono effettuare missioni specializzate non critiche anche al di sopra di aree popolate e, cosa ancora più interessante, che il permanere delle condizioni che fanno ritenere non critiche le operazioni è basato anche sui tempi massimi di sorvolo di queste aree.

Si possono così riepilogare i parametri operativi che costituiscono il rischio per missione medio:

  • densità di popolazione dell’aerea sorvolata (da calcolare sulla base di documenti ufficiali riconosciuti dall'Autorità)
  • tempo di sorvolo di una data area
  • l’area letale dell’RPA
  • l’affidabilità complessiva dell’RPAS

Si ottiene così il livello di protezione delle terze parti a terra, sul quale si può agire con processi di mitigazione che possono essere standard o specifiche a seconda di quanto basso sia questo livello, al fine di elevarlo al valore più alto dell’obiettivo di sicurezza,

Ricordiamo che la nostra azienda è operatore autorizzato ENAC ad effettuare operazioni specializzate critiche, pertanto operiamo nel pieno rispetto della normativa fornendo al cliente le massime garanzie di sicurezza e legalità.

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