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DJI Mavic Air 2: cosa serve per pilotarlo e tutte le regole di volo

DJI Mavic Air 2: cosa serve per pilotarlo e tutte le regole di volo

Il 28/04/2020 la nota casa cinese DJI ha lanciato sul mercato il suo ultimo drone, il Mavic Air 2: un concentrato di tecnologia, che si pone a metà strada tra il suo predecessore (il Mavic Air) e i fratelli maggiori Mavic 2. Sulle caratteristiche del drone, del perché comprarlo, come nostra abitudine stiamo preparando un’apposita pagina. Con questo focus intendiamo fornire alcuni chiarimenti sulle regole di volo e su cosa serve per pilotarlo, a causa dell’elevato tasso di disinformazione che circola in rete a proposito di questo drone.

Cosa serve per pilotarlo secondo il Regolamento ENAC

Almeno fino al 30 Giugno 2020 in Italia, per pilotare un drone, sarà necessario seguire le regole imposte dall’ENAC con il Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, giunto all’Ed. 3 entrata in vigore il 15/12/2019. A questo regolamento si aggiunge la Circolare ATM-09 per quanto concerne l’uso dello spazio aereo e la Circolare LIC15A per quanto riguarda gli attestati pilota.

Vediamo dunque cosa dice il:

Regolamento ENAC art. 8 comma 7

Gli APR devono essere condotti da un pilota in possesso di attestato di competenza in stato di validità di cui alla successiva Sezione IV del Regolamento fatto salvo da quanto previsto nell’articolo 12 comma 5.

L’art. 12 comma 5 è il famoso articolo che norma i droni inoffensivi con massa operativa al decollo inferiore a 300 grammi, i cosiddetti trecentini. Ma siccome il DJI Mavic Air 2 pesa 570 grammi così come esce dalla scatola, quindi si prevede una massa operativa al decollo anche superiore, si deve far riferimento al successivo:

Regolamento ENAC art. 20 comma 3

Il riconoscimento di competenza è costituito da un “Attestato di pilota” di APR. Esso è rilasciato dall’ENAC direttamente o tramite soggetti autorizzati, secondo le previsioni di cui ai successivi articoli 21 e 22 e le disposizioni di cui all’articolo 37.

Gli articoli 21 e 22 si riferiscono rispettivamente alle Operazioni non critiche e alle Operazioni critiche, mentre l’art. 37 stabilisce che l’obbligo di conseguire tale Attestato di pilota di APR decorre per i professionisti dal 1° Marzo 2020. Come conseguire tali Attestati sono normati dalla Circolare LIC15A ai paragrafi rispettivamente 5.1 e 5.2.

Dove e come pilotarlo secondo il Regolamento ENAC

Quindi il DJI Mavic Air 2 si potrà pilotare secondo l’art. 9 del Regolamento ENAC nelle operazioni non critiche a patto che l’operazione in VLOS non preveda il sorvolo di aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani, eccetto quanto previsto nell’articolo 12, infrastrutture sensibili, ad una distanza orizzontale di sicurezza di almeno 150 m dalle aree congestionate, e ad almeno 50 m dalle persone.

Quando non si possono rispettare tali restrizioni, si ricade nell’ambito delle Operazioni critiche secondo l’art. 10 del Regolamento ENAC, che impone la delimitazione dell’area delle operazioni e la presenza dell’area di buffer.

Patentino online e Attestato operazioni critiche

L’Attestato per le Operazioni non critiche è anche noto come patentino online e si acquisisce superando un semplice esame sull’apposito portale messo a disposizione da ENAC. Per accedere al portale bisogna essere in possesso dello SPID di 1° livello e il costo del certificato è di €31. La preparazione all’esame può avvenire su supporto didattico messo a disposizione da ENAC stessa gratuitamente.

Invece l’Attestato per le Operazioni critiche si consegue in un centro di addestramento (una scuola volo) e prevede una parte teorica supplementare e uno “skill test” pratico a testimonianza della capacità di pilotare il mezzo.

DJI Mavic Air 2 in Open A2C2. Basta disinformazione!

Cosa serve per pilotarlo secondo il Regolamento EASA

Diverso il discorso per quanto riguarda il Regolamento di Esecuzione UE 2019/947 della Commissione, anche noto come Regolamento EASA. Tale Regolamento, che sarà applicato dal 1° luglio 2020 salvo eventuali decisioni diverse dell’ultimo istante di cui vi daremo eventualmente conto, prevede l’istituzione della Open category invece delle operazioni non critiche, e della Specific category invece delle operazioni critiche.

La Open category prevede le sottocategorie da A1 a A3 e le classi di peso da C0 a C4. Questi livelli di suddivisione servono per garantire l’adeguato livello di sicurezza quando si pilota un drone in presenza di altre persone.

Per il binomio A1C1 il Regolamento richiede che il pilota sia in possesso di un Attestato che l’ENAC ha equiparato al patentino online di cui abbiamo parlato in precedenza.

Per il binomio A2C2 il Regolamento richiede che il pilota sia in possesso di un Certificato supplementare che l’ENAC ha equiparato all’Attestato di pilota per Operazioni critiche.

Il Mavic Air 2 non ha il marchio CE C1

Al fine di sapere a quale sottocategoria/classe dovrà attenersi un pilota di APR, il Regolamento delegato 2019/945 della Commissione ha stabilito alcune regole a cui i costruttori dovranno attenersi: le dichiarazioni di conformità saranno esplicate tramite marchio apposito, di cui il DJI Mavic Air 2 è sprovvisto, come si può leggere chiaramente nella relativa dichiarazione che troviamo sul sito DJI: https://www.dji.com/it/euro-compliance

Riteniamo improbabile che DJI potrà ottenere questo marchio a posteriori, ma qualora fosse e noi lo speriamo, tale marchio sarà valido solo dal 2022 per evitare che questo drone finisca nella sottocategoria A3C3. Ma fino a quel momento permangono le disposizioni transitorie del Regolamento EASA.

Il Mavic Air 2 non può volare in A1C1

Un’ulteriore complicazione viene determinata dalle disposizioni transitorie contenute nell’art. 22 del Regolamento di esecuzione:

Art. 22 comma a)

gli aeromobili senza equipaggio con una massa massima al decollo inferiore a 500 g devono essere utilizzati conformemente ai requisiti operativi di cui alla parte A, punto UAS.OPEN.020

Art. 22 comma b)

gli aeromobili senza equipaggio con una massa massima al decollo inferiore a 2 kg devono essere utilizzati mantenendo una distanza minima orizzontale di 50 metri dalle persone e i piloti remoti devono avere un livello di competenza almeno equivalente a quello di cui alla parte A, punto UAS.OPEN.030

Le UAS.OPEN.020 sono le Operazioni UAS nella sottocategoria A1, mentre le UAS.OPEN.030 sono le Operazioni UAS nella sottocategoria A2.

Quindi mentre dal 1° Luglio 2022 la sottocategoria A1 classe C1 vedrà la possibilità di impiegare droni con MOD compresa tra 250 grammi e 900 grammi, fino al 30 giugno 2022 l’A1C1 ribassa il limite di peso a MOD compresa tra 250 grammi e 500 grammi. Allo stesso modo, la sottocategoria A2 classe C2 vedrà la possibilità di impiegare droni con MOD compresa tra 900 grammi e 4 Kg ribassata fino al 30 giugno 2022 a MOD compresa tra 500 grammi e 2 Kg.

Poiché il Mavic Air 2 pesa 570 grammi, per effetto delle disposizioni transitorie dovrà essere utilizzato secondo le specifiche della sottocategoria A2 classe C2.

Pertanto il Mavic Air 2 potrà essere utilizzato secondo le disposizioni di questa Open category, quando non si ricadrà in una Specific, mantenendo almeno 50 metri dalle persone non coinvolte nelle operazioni, che significa che tale drone non potrà essere utilizzato in ambito urbano.

Cosa serve per pilotarlo secondo il Regolamento EASA

Detto che in merito all’utilizzo dello spazio aereo in Italia continuerà a vigere la Circolare ATM-09, per l’utilizzo del Mavic Air 2 secondo la Open category A2C2, il pilota sarà soggetto a ottenere l’attestato online e il certificato supplementare presso una scuola volo che prevede un percorso teorico supplementare e uno skill test. Il percorso dunque è il medesimo con ENAC, ovvero quello previsto dalla Circolare LIC15A.

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Quale drone DJI scegliere (novembre 2019)

L'uscita del nuovo DJI Mavic Mini, unitamente all'uscita di produzione delle linee Phantom e Spark, ha modificato il mercato della casa cinese, con una tendenza che sembra quella di un abbassamento dei prezzi in favore dei consumatori. Il nuovo drone infatti si colloca nella fascia consumer, ad un prezzo inferiore rispetto al defunto Spark: se consideriamo che anche il Mavic 2 Pro ha un costo più basso rispetto al Phantom 4 Pro che idealmente sostituisce, non stupirebbe se il successore del Mavic Air in vista del nuovo Regolamento EASA che entrerà in vigore a luglio 2020 avesse anch'esso un prezzo più basso, magari collocato a €599 o €649.

Infografica: il mercato DJI dei droni

La nuova segmentazione del mercato DJI la si può tradurre in questo modo:

  • DJI-Ryze Tello: drone entry-level per progetti didattici e piccoli voli anche indoor. Buon apparato fotografico, non fruibile per video (qualità meno che amatoriale).
  • DJI Mavic Mini: drone consumer con un ottimo apparato video-fotografico. La nuova app DJI Fly sembra un'applicazione con funzionalità davvero basiche. Non ha i waypoint come non li aveva lo Spark, bisognerà capire se verranno introdotti con app di terze parti come Litchi. In caso contrario potrebbe essere un drone limitato per applicazioni professionali (aerofotogrammetria solo manuale per es.).
  • DJI Mavic Air: drone consumer avanzato più "antico" prodotto dalla casa cinese ancora in commercio. Abbinato alla Litchi app è un drone ottimo per riprese video-fotografiche.
  • DJI Mavic 2: droni prosumer nelle versioni Zoom e Pro. In questo momento rappresentano i droni di punta della casa cinese, con il meglio della tecnologia oggi a disposizione. Per applicazioni professionali lo Zoom può essere usato per le videoispezioni mentre il Pro grazie al sensore Hasselblad garantisce fotografie di qualità eccezionale.
  • DJI Inspire 2: drone professional dedicato alle riprese cinematografiche. Al solo drone bisogna aggiungere le gimbal, certamente non economiche. La versione Cinema Premium Combo costa oltre €23.000

I citati droni possono essere usati come SAPR se vengono dichiarati a ENAC e il pilota possiede l'attestato di volo e acquisisce le relative autorizzazioni per volare in zone Regolamentate, Proibite, Pericolose, ATZ, etc.

Tello e Mavic Mini rientrano nella categoria dei droni con MOD (Massa Operativa al Decollo) < 300 grammi: operano in scenari operativi che sono sempre non critici, al pilota non è richiesto il possesso di un attestato di volo. Con il futuro Regolamento EASA rientreranno nella open category A1C0: potranno volare fino al 2022 senza identificazione elettronica, senza attestato di volo, anche in ambito urbano tranne che sopra gli assembramenti, ma gli operatori dovranno essere comunque registrati. Non è ancora dato sapere se comunque ENAC vorrà che anche questi piloti acquisiscano una qualche forma di alfabetizzazione aeronautica.

Mavic Air rientra nella categoria dei droni con MOD > 300 grammi < 2 Kg: opera in scenari operativi che sono non critici o critici a seconda della situazione, al pilota è richiesto il possesso del relativo attestato di volo. Con il futuro Regolamento EASA rientrerà nella open category A1C1: fino al 2022 potrà volare anche in scenari urbani tranne che sopra gli assembramenti, il pilota dovrà avere almeno 14 anni e superare un test online, dovrà essere registrato e avere un identificatore elettronico se richiesto.

La famiglia Mavic 2 rientra nella categoria dei droni con MOD > 300 grammi < 2 Kg: opera in scenari operativi che sono non critici o critici (S1, S4, S6) a seconda della situazione, al pilota è richiesto il possesso del relativo attestato di volo. Con il futuro Regolamento EASA rientrerà nella open category A2C2: fino al 2022 potrà volare anche in scenari urbani a patto di mantenere una distanza di almeno 20 metri dalle persone, il pilota dovrà avere almeno 16 anni e superare un test online con uno skill test presso un centro, il drone dovrà essere registrato e avere un identificatore elettronico.

L'Inspire 2 rientra nella categoria dei droni con MOD potenzialmente > 4 Kg (4250 grammi da specifica tecnica DJI): opera in scenari operativi che sono non critici o critici (S2, S4, S6) a seconda della situazione, al pilota è richiesto il possesso del relativo attestato di volo. Con il futuro Regolamento EASA rientrerà nella open category A3C3: fino al 2022 potrà volare anche in scenari urbani a patto che nell'area delle operazioni non siano coinvolte persone estranee, il pilota dovrà avere almeno 16 anni e superare un test online con uno skill test presso un centro, il drone dovrà essere registrato e avere un identificatore elettronico.

Attualmente non sono ancora note le tipologie di open category specific e certified previste dal Regolamento EASA in qualche modo assimilabili ai nostri scenari standard critici.

Scegliere un drone DJI

La scelta di un drone è dettata da moltissimi fattori che difficilmente possono essere racchiusi in un algoritmo. Prezzo, forma, peso, portabilità, dimensioni, capacità tecniche sono le principali cinque variabili che mescolate fra loro forniscono un'infinita possibilità di scelta. Vediamo innanzitutto il confronto tra le specifiche tecniche principali dei droni della famiglia Mavic:

Caratteristiche Mavic Mini Mavic Air Mavic 2 Zoom Mavic 2 Pro
Peso al decollo 249 grammi 403 grammi 905 grammi 907 grammi
Dimensioni Piegato:
140mm x
82mm x
57mm

Aperto:
160mm x
202mm x
55mm

Piegato:
168mm x
83mm x
49mm

Aperto:
168mm x
184mm x
64mm

Piegato:
214mm x
91mm x
84mm

Aperto:
322mm x
242mm x
84mm

Piegato:
214mm x
91mm x
84mm

Aperto:
322mm x
242mm x
84mm

Velocità massima in sport mode 46,8 Km/h 68,4 Km/h 72 Km/h 72 Km/h
Tempo di volo reale 26 minuti 18 minuti 27 minuti 27 minuti
Camera 1/2.3″ CMOS 12MP 1/2.3″ CMOS 12MP 1/2.3″ CMOS 12MP 1″ CMOS 20MP
Dimensione foto 4:3: 4000 × 3000 JPEG
16:9: 4000 × 2250 JPEG
4:3: 4056 × 3040 DNG
16:9: 4056 × 2280 DNG
4:3: 4000 × 3000 DNG 5472 × 3648 DNG
Dimensione video massima 2.7K:2720×1530 24/25/30p 40 Mbps MP4 4K:3840×2160 24/25/30p 100Mbps MP4 4K:3840×2160 24/25/30p 100Mbps MP4 4K:3840×2160 24/25/30p 100Mbps MP4
Storage interno - 8GB 8GB 8GB
Sensori Inferiori Avanti / Dietro / Inferiori Omnidirezionali Omnidirezionali
Trasmissione e distanza WiFi avanzato CE: 2000m WiFi avanzato CE: 2000m OcuSync 2.0 CE: 5000m OcuSync 2.0 CE: 5000m
Prezzo € 399 €849 €1249 €1449

Queste le principali caratteristiche dei droni da scegliere per diventare operatori APR. Entriamo nel dettaglio delle singole differenze.

DJI Mavic 2 Pro

Prezzo e camera

Su queste due caratteristiche c'è poco da dire: la tabella prezzi è indicativa, e il prezzo naturalmente incide sulle capacità della camera, il principale elemento da considerare quando si vuole acquistare un drone (dal momento che il primo intento è usarlo per le riprese e non per il trasporto di oggetti). La L1D-20c Hasselblad camera che equipaggia il Mavic 2 Pro con i suoi 20MP batte senza smentita i 12MP delle altre camere, per altro con sensore più piccolo: in generale il sensore è anche di qualità nettamente superiore, ed è certamente l'ideale per i fotografi. Pur avendo l'otturatore elettronico, è l'unico ad avere un diaframma regolabile f/2.8-f/11.

Il Mavic 2 Zoom ha dalla sua l'essere il primo drone dotato di zoom meccanico 2x che diventa 4x digitale fino a una focale equivalente di 96 mm. Grazie all'autofocus di tipo hybrid risulta essere il 40% più veloce rispetto ai suoi predecessori, ed è certamente il drone ideale per i creativi dei video e i vlogger.

Ovviamente il più penalizzato è il Mavic Mini: le fotografie sono ottime, ma solo in JPEG. Il video ha un bitrate relativamente basso, solo 40Mbps rispetto ai 100Mbps degli altri droni. La qualità ne risente: inoltre il formato video è limitato a 2.7K: non sarebbe stato possibile appesantire la piccola CPU del carico necessario a elaborare un video 4K. Rispetto allo Spark tuttavia guadagna in dimensioni e nella possibilità di poter registrare i video in qualità nativa PAL, cioè a 24/25fps.

Fotografia e volo intelligente

Diciamo la verità, acquistare un drone che si pilota soltanto a mano è decisamente un errore: sono tante le situazioni dove è consigliato un volo automatico, si pensi ai rilievi aerofotogrammetrici di grandi estensioni di terreno o alle riprese di particolari location. Tutti i droni hanno finalmente la stabilizzazione meccanica a 3 assi, quindi la stabilità dei video è assicurata per tutte le versioni.

Il Mavic Mini non è dotato né di waypoint né di follow me né tanto meno di object tracking. Ha però le modalità QuickShot che includono Dronie, Circle, Helix, e Rocket; in più è dotato del CineSmooth Mode, simile al Tripod Mode già visto sullo Spark, funzione che abbassa i PID consentendo al drone una bassa velocità controllata per manovre più precise e stabili.

Il Mavic Air ha, oltre all'ActiveTrack e ai QuickShots, le SmartCapture con il TapFly, che consente all'operatore di far volare il drone semplicemente con un tap sullo schermo dell'app DJI GO4.

Se però si vuole qualcosa di più avanzato, bisogna salire di grado: i Mavic 2 vantano i QuickShots che includono HyperLapse, HyperLight, l'ActiveTrack 2.0, la modalità Panorama, il POI 2.0, waypoint 2.0 e Dolly Zoom (solo Mavic 2 Zoom).

Ricordiamo che molte funzionalità aggiuntive possono essere fruibili tramite app di terze parti, in particolare con la Litchi app.

Sulle capacità video-fotografiche il discorso va approfondito tenendo in conto le seguenti specifiche, similmente a quanto si fa con una fotocamera manuale:

  • Foto: grandezza del sensore, zoom, numero di pixel, numero di colori, lunghezza focale, diaframma, formato di compressione (JPEG, RAW).
  • Video: gamma risoluzioni, fotogrammi al secondo, stabilizzazione gimbal, codec (H.264, H.265, etc.), formati di compressione (MP4, MOV).

DJI Mavic Mini folded

Performance

Quando si parla di performance di un drone, i parametri di riferimento sono autonomia di volo, velocità, stabilità del segnale video in relazione alla distanza dal pilota (noi consideriamo solo la distanza legale consentita in Italia), la sensoristica per l'evitamento ostacoli.

Il Mavic Mini non ha sensori antiostacoli, sconsigliato per i giovanissimi alle prime armi. I soli 46 Km/h di velocità massima rispetto ai 68 del Mavic Air o ai 72 dei Mavic 2 sono in parte penalizzanti per riprese sportive o soggetti in rapido movimento. Inoltre non ha l'active tracking, che in questa tipologia di riprese è di vitale importanza. In compenso può volare per oltre 25 minuti, molto più del Mavic Air.

In termini di qualità di trasmissione, tutti i droni hanno una lunga gittata, quindi le problematiche di ritorno del video a 200 metri e 60 metri d'altezza (massime distanze previste dall'attuale regolamento ENAC per il volo VLOS in Italia in CTR) che si potevano avere in determinate condizioni con lo Spark, dovrebbero sostanzialmente sparire con il Mavic Mini.

Se cercate un volo sicuro che preveda l'evitamento ostacoli in tutte le direzioni, la scelta obbligata è sui Mavic 2. È importante aggiungere che i Mavic 2 nel volo automatico hanno anche la funzione predittiva del percorso: possono cioè evitare un ostacolo aggirandolo e riprendendo la traiettoria prevista, una capacità apparsa per la prima volta con il Phantom 4 Pro.

Tutti hanno la funzione RTH Return to Home come misura di sicurezza in caso di perdita del segnale con il radiocomando, ma possiamo considerare questa una feature di serie per tutti i droni in commercio dotati di GPS.

Consigli per gli acquisti

Tutti i droni di cui abbiamo parlato in questo contributo sono soggetti alle regolamentazioni nazionali ed europee in arrivo. Nessuno infatti è considerato un drone giocattolo, nemmeno il DJI-Ryze Tello nominato all'inizio e che pesa 100 grammi.

Nel momento in cui viene pubblicato questo articolo, i droni non necessitano di registrazione se sono usati come aeromodelli: ma in questa fattispecie non possono volare all'interno di spazi regolamentati, come CTR, P, R, D, ATZ, e in tutti gli altri spazi presenti in cartografia AIP o altrimenti vietati a mezzo NOTAM.

Con l'entrata in vigore del Regolamento transitorio ENAC e soprattutto con l'entrata in vigore del Regolamento EASA a luglio 2020, sparirà la differenza tra aeromodello e aeromobile, e tutti i droni dovranno essere registrati anche se usati per scopi ricreativi, ricadendo nella fattispecie degli scenari non critici. Mentre naturalmente rimane obbligatoria la registrazione per tutti i droni usati in qualità di APR, ovvero per lavoro.

Detto questo, coloro che oggi vogliono operare senza necessità di un attestato di volo o altre necessità burocratiche, che vogliono spendere poco, ma anche per i semplici appassionati che amano portarsi un piccolo drone nello zaino, la scelta è certamente rivolta al Mavic Mini. Oggi è un drone già pronto per la categoria dei "trecentini", domani sarà pronto per la categoria dei 250 grammi. Per lavoro bisogna capire meglio le reali potenzialità: con i paraeliche originali a 360° che pensano ben 23 grammi il drone è limitato a 100 metri dal punto di decollo e l'autonomia di volo scende a ca. 18 minuti: non è chiaro se cambierà qualcosa con l'uso di paraeliche autoprogettati. Bisognerà poi attendere l'aggiornamento della Litchi app per sapere se il drone potrà volare automaticamente con missioni programmate.

In vista del Regolamento europeo, il Mavic Air con i suoi soli 403 grammi rientra nella categoria A1C1 che gli consentirà di operare facilmente in scenari urbani. È dunque un investimento per il futuro, oggi rientra comunque nella fattispecie degli APR per cui è richiesto un attestato di volo: in tal senso è dedicato più agli amatori che ai professionisti, che a parità di condizioni operative farebbero bene a investire qualcosa in più per arrivare ai Mavic 2. C'è inoltre da aspettarsi che da qui a 8 mesi DJI presenti l'evoluzione di questo piccolo drone, che sta per festeggiare i suoi 2 anni di vita.

Per i professionisti dei video e delle fotografie la scelta non può che ricadere sui Mavic 2: il prezzo non è per tutte le tasche, soprattutto le versioni Fly More Combo, ma sono i più tecnologicamente avanzati sia sotto il profilo della capacità e delle qualità di volo, sia per la qualità delle riprese.

DJI Mavic Mini Fly More Combo
499

DJI Mavic Mini

DJI Mavic Air
849

DJI Mavic Air

DJI Mavic 2 Zoom
1249

DJI Mavic 2 Zoom

DJI Mavic 2 Pro
1449

DJI Mavic 2 Pro

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DJI Mavic Air: perché comprarlo e dove acquistarlo

Il Mavic Air è l'ultimo drone presentato dalla casa cinese DJI, leader mondiale del settore. Si tratta di un drone consumer di fascia media, che si pone tra lo Spark (da cui eredita la portabilità) e il Mavic Pro (da cui eredita la forma).

Iniziamo subito con il dire che questo mezzo sembra progettato di conforto con le nuove regole EASA sui droni che dovrebbero entrare in vigore anche in Italia entro il 2020: essendo DJI uno stakeholder del regolamento Europeo, ha avuto l'intelligenza di presentare un drone compliant, ma bisogna ricordare come fino al 2020, il Mavic Air dovrà rispettare il Regolamento SAPR emanato da ENAC.

Le sue forme arrotondate senza spigoli vivi, la sua velocità massima di 68,4 Km/h in modalità Sport, i suoi 430 gr., sembrano pronti per il futuro scenario A1C1, categoria nella quale è previsto anche il sorvolo di persone non informate (purché non assembrate). Vediamo subito le sue principali caratteristiche tecniche:

  • Dimensioni da chiuso 168×83×49 mm e con i bracci aperti 168×184×64 mm
  • Distanza diagonale interasse tra motore e motore 213mm
  • Peso 430 gr
  • Autonomia di volo dichiarata circa 21 minuti
  • Velocità massima in modalità sport 68 km/h
  • Sensori evitamento ostacoli frontali, posteriori e inferiori
  • Distanza del controller dichiarata 2km oppure 500mt a seconda della banda.
  • Frequenza di lavoro 2,4Ghz e 5,8Ghz in WiFi
  • Camera a 12MP
  • Videocamera con capacità di registrare in 4K sino a 30fps e FullHD sino a 120fps
  • Gimbal per ammortizzare i movimenti su 3 assi
  • Memoria interna 8Gb e supporto per MicroSD

Ufficialmente il Mavic Air ha un costo IVA inclusa di €849, che arriva a €1049 nel caso della versione FlyMore Combo con 3 batterie, borsa per il trasporto e set aggiuntivo di eliche.

Scopriamolo nel video di presentazione (clicca sull'immagine per attivarlo):

32 MP Sphere Panoramas

Foldable & Portable

3-Axis Gimbal & 4K Camera

3-Directional Environment Sensing

SmartCapture

21-Minute Max Flight Time

Il Mavic Air nella normativa ENAC

Ad oggi, vigendo in Italia il Regolamento SAPR emanato da ENAC, il Mavic Air rientra negli scenari standard S1 o negli scenari misti: ovvero non rientra nella categoria 300 gr. (almeno finché non verrà presentato qualche progetto di alleggerimento idoneo), ma necessita dell'approvazione per aree critiche, quindi per pilotarlo è necessario percorrere tutta la trafila che porta al patentino CRO Mc/Vl, quello per droni entro i 4 kg al decollo.

Anche dal punto di vista operativo, il suo utilizzo in scenari urbani richiede la creazione di apposite aree di buffer, e ricade nel divieto assoluto di sorvolare persone, e nell'obbligo di ospitare nell'area di buffer soltanto personale tecnico. Sotto questo aspetto, in questo momento vince nettamente lo Spark, che può essere trecentizzato. Clicca sull'immagine sottostante per attivare il video:

Perché acquistare il Mavic Air

Il Mavic Air si presenta come un UAV dall'eccezionale stabilità di volo, gestita dal potente cervello del drone che ha dalla sua oramai anni e anni di programmazione in un settore, quello appunto della stabilità di volo, nel quale DJI è maestra. Ottime le modalità di volo e registrazione avanzate, in particolare la modalità APAS, ovvero Advanced Pilot Assistance System, una modalità che consente al drone non solo di arrestarsi di fronte ad un ostacolo (come il Phantom 4 Pro per intenderci), rilevandolo già a 20 metri di distanza, ma di riuscire ad evitarlo, aggirandolo o alzandosi di quota, continuando la sua navigazione, sia in avanti sia indietro grazie ai suoi sensori infrarossi e alle 7 telecamere che circondano la scocca.

La qualità del comparto registrazione è ovviamente anch'essa eccellente: può registrare video in 4K con un bitrate di 100 Mbps e scattare fantastiche foto in RAW grazie al sensore CMOS da 12MP 1/2.3” su gimbal stabilizzato a 3 assi, con una lunghezza focale equivalente di 24mm.

Grazie alle funzioni Smart, anche il Mavic Air si può pilotare con i gesti. Efficace la gestione dell'hovering, che lo fa rimanere piantato in cielo: tutto questo rende il drone eccellente sotto il profilo di uno strumento in grado di riprendere dall'alto, non soltanto per fare i selfie, ma anche per videoregistrare ricordi delle vacanze, sempre naturalmente rispettando le Regole dell'Aria che vigono in Italia come negli altri Paesi in cui si vuole viaggiare (informarsi prima).

DJI Mavic Air

Quali applicazioni per il Mavic Air

La nostra esperienza nel campo degli APR ci porta a ritenere che questo gioiello volante possa risultare perfetto per le riprese video, le videoispezioni e l'aerofotogrammetria.

Non ha il sensore da 1" con shutter meccanico del Phantom 4 Pro, ma costa anche la metà: è superiore al Mavic Pro, ma non ha l'intrinseca inoffensività dello Spark trecentizzato, rispetto al quale vanta però un sensore CMOS superiore. Una tabella riepilogativa delle caratteristiche fondamentali per le operazioni specializzate può aiutare a chiarire meglio le idee:

Caratteristiche tecniche DJI Spark DJI Mavir Air DJI Mavic Pro DJI Phantom 4 Pro
Peso 300 grammi 430 grammi 734 grammi  1388 grammi
Sensore CMOS 12MP 1/2,3" CMOS 12MP 1/2,3" RAW CMOS 12MP 1/2,3" RAW CMOS 20MP 1" meccanico RAW
Dimensione foto 3968×2976 4:3: 4056×3040 4000×3000 3:2: 5472×3648
Autonomia di volo* Max 16 minuti  Max 21 minuti Max 27 minuti Max 30 minuti
Autonomia operativa Max 8 minuti  Max 10 minuti Max 17 minuti  Max 20 minuti
Prezzo €599 €849  €999 €1699

* L'Autonomia di volo s'intende calcolata in condizioni atmosferiche ideali, senza vento, a media velocità.

Riepilogando quanto visto, come era facile aspettarsi il Mavic Air batte sia lo Spark che il Mavic Pro, ma perde il confronto con il primo per l'operatività sul campo a termini di Regolamento. Superiore nelle riprese e nelle fotografie dunque, ma vincolato dall'operare in scenario critico (S1 se standard) con tutte le conseguenze del caso. Vince in portabilità rispetto al Phantom 4 Pro, ma quest'ultimo, essendo sottoposto dalle stesse limitazioni dello scenario critico, si fa allora preferire per le indubbie qualità nettamente superiori di ripresa, anche se non dotato né del sistema APAS né della funzione panorama (nell'app DJI GO4, si può facilmente realizzare un panorama con app di terze parti come FPV Camera).

Potendo non scegliere, ogni operatore dovrebbe avere tutti e 3 gli UAV, dovendo scegliere, ad oggi il Mavic Air per operazioni specializzate è ancora ai piedi del podio, dietro Spark trecentino e Phantom 4 Pro.

In ogni caso, qualora voleste acquistare il Mavic Air, noi consigliamo l'unico store ufficiale in Italia, con tanto di assistenza tecnica autorizzata ufficiale. Evitate siti esteri, dove magari si risparmia, perché poi in caso di bisogno di assistenza, non avrete alcun aiuto. Clicca sull'immagine sottostante e verrai reindirizzato al sito per l'acquisto.

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