L'uscita del nuovo DJI Mavic Mini, unitamente all'uscita di produzione delle linee Phantom e Spark, ha modificato il mercato della casa cinese, con una tendenza che sembra quella di un abbassamento dei prezzi in favore dei consumatori. Il nuovo drone infatti si colloca nella fascia consumer, ad un prezzo inferiore rispetto al defunto Spark: se consideriamo che anche il Mavic 2 Pro ha un costo più basso rispetto al Phantom 4 Pro che idealmente sostituisce, non stupirebbe se il successore del Mavic Air in vista del nuovo Regolamento EASA che entrerà in vigore a luglio 2020 avesse anch'esso un prezzo più basso, magari collocato a €599 o €649.
La nuova segmentazione del mercato DJI la si può tradurre in questo modo:
- DJI-Ryze Tello: drone entry-level per progetti didattici e piccoli voli anche indoor. Buon apparato fotografico, non fruibile per video (qualità meno che amatoriale).
- DJI Mavic Mini: drone consumer con un ottimo apparato video-fotografico. La nuova app DJI Fly sembra un'applicazione con funzionalità davvero basiche. Non ha i waypoint come non li aveva lo Spark, bisognerà capire se verranno introdotti con app di terze parti come Litchi. In caso contrario potrebbe essere un drone limitato per applicazioni professionali (aerofotogrammetria solo manuale per es.).
- DJI Mavic Air: drone consumer avanzato più "antico" prodotto dalla casa cinese ancora in commercio. Abbinato alla Litchi app è un drone ottimo per riprese video-fotografiche.
- DJI Mavic 2: droni prosumer nelle versioni Zoom e Pro. In questo momento rappresentano i droni di punta della casa cinese, con il meglio della tecnologia oggi a disposizione. Per applicazioni professionali lo Zoom può essere usato per le videoispezioni mentre il Pro grazie al sensore Hasselblad garantisce fotografie di qualità eccezionale.
- DJI Inspire 2: drone professional dedicato alle riprese cinematografiche. Al solo drone bisogna aggiungere le gimbal, certamente non economiche. La versione Cinema Premium Combo costa oltre €23.000
I citati droni possono essere usati come SAPR se vengono dichiarati a ENAC e il pilota possiede l'attestato di volo e acquisisce le relative autorizzazioni per volare in zone Regolamentate, Proibite, Pericolose, ATZ, etc.
Tello e Mavic Mini rientrano nella categoria dei droni con MOD (Massa Operativa al Decollo) < 300 grammi: operano in scenari operativi che sono sempre non critici, al pilota non è richiesto il possesso di un attestato di volo. Con il futuro Regolamento EASA rientreranno nella open category A1C0: potranno volare fino al 2022 senza identificazione elettronica, senza attestato di volo, anche in ambito urbano tranne che sopra gli assembramenti, ma gli operatori dovranno essere comunque registrati. Non è ancora dato sapere se comunque ENAC vorrà che anche questi piloti acquisiscano una qualche forma di alfabetizzazione aeronautica.
Mavic Air rientra nella categoria dei droni con MOD > 300 grammi < 2 Kg: opera in scenari operativi che sono non critici o critici a seconda della situazione, al pilota è richiesto il possesso del relativo attestato di volo. Con il futuro Regolamento EASA rientrerà nella open category A1C1: fino al 2022 potrà volare anche in scenari urbani tranne che sopra gli assembramenti, il pilota dovrà avere almeno 14 anni e superare un test online, dovrà essere registrato e avere un identificatore elettronico se richiesto.
La famiglia Mavic 2 rientra nella categoria dei droni con MOD > 300 grammi < 2 Kg: opera in scenari operativi che sono non critici o critici (S1, S4, S6) a seconda della situazione, al pilota è richiesto il possesso del relativo attestato di volo. Con il futuro Regolamento EASA rientrerà nella open category A2C2: fino al 2022 potrà volare anche in scenari urbani a patto di mantenere una distanza di almeno 20 metri dalle persone, il pilota dovrà avere almeno 16 anni e superare un test online con uno skill test presso un centro, il drone dovrà essere registrato e avere un identificatore elettronico.
L'Inspire 2 rientra nella categoria dei droni con MOD potenzialmente > 4 Kg (4250 grammi da specifica tecnica DJI): opera in scenari operativi che sono non critici o critici (S2, S4, S6) a seconda della situazione, al pilota è richiesto il possesso del relativo attestato di volo. Con il futuro Regolamento EASA rientrerà nella open category A3C3: fino al 2022 potrà volare anche in scenari urbani a patto che nell'area delle operazioni non siano coinvolte persone estranee, il pilota dovrà avere almeno 16 anni e superare un test online con uno skill test presso un centro, il drone dovrà essere registrato e avere un identificatore elettronico.
Attualmente non sono ancora note le tipologie di open category specific e certified previste dal Regolamento EASA in qualche modo assimilabili ai nostri scenari standard critici.
Scegliere un drone DJI
La scelta di un drone è dettata da moltissimi fattori che difficilmente possono essere racchiusi in un algoritmo. Prezzo, forma, peso, portabilità, dimensioni, capacità tecniche sono le principali cinque variabili che mescolate fra loro forniscono un'infinita possibilità di scelta. Vediamo innanzitutto il confronto tra le specifiche tecniche principali dei droni della famiglia Mavic:
Caratteristiche | Mavic Mini | Mavic Air | Mavic 2 Zoom | Mavic 2 Pro |
Peso al decollo | 249 grammi | 403 grammi | 905 grammi | 907 grammi |
Dimensioni | Piegato: 140mm x 82mm x 57mm Aperto: |
Piegato: 168mm x 83mm x 49mm Aperto: |
Piegato: 214mm x 91mm x 84mm Aperto: |
Piegato: 214mm x 91mm x 84mm Aperto: |
Velocità massima in sport mode | 46,8 Km/h | 68,4 Km/h | 72 Km/h | 72 Km/h |
Tempo di volo reale | 26 minuti | 18 minuti | 27 minuti | 27 minuti |
Camera | 1/2.3″ CMOS 12MP | 1/2.3″ CMOS 12MP | 1/2.3″ CMOS 12MP | 1″ CMOS 20MP |
Dimensione foto | 4:3: 4000 × 3000 JPEG 16:9: 4000 × 2250 JPEG |
4:3: 4056 × 3040 DNG 16:9: 4056 × 2280 DNG |
4:3: 4000 × 3000 DNG | 5472 × 3648 DNG |
Dimensione video massima | 2.7K:2720×1530 24/25/30p 40 Mbps MP4 | 4K:3840×2160 24/25/30p 100Mbps MP4 | 4K:3840×2160 24/25/30p 100Mbps MP4 | 4K:3840×2160 24/25/30p 100Mbps MP4 |
Storage interno | - | 8GB | 8GB | 8GB |
Sensori | Inferiori | Avanti / Dietro / Inferiori | Omnidirezionali | Omnidirezionali |
Trasmissione e distanza | WiFi avanzato CE: 2000m | WiFi avanzato CE: 2000m | OcuSync 2.0 CE: 5000m | OcuSync 2.0 CE: 5000m |
Prezzo | € 399 | €849 | €1249 | €1449 |
Queste le principali caratteristiche dei droni da scegliere per diventare operatori APR. Entriamo nel dettaglio delle singole differenze.
Prezzo e camera
Su queste due caratteristiche c'è poco da dire: la tabella prezzi è indicativa, e il prezzo naturalmente incide sulle capacità della camera, il principale elemento da considerare quando si vuole acquistare un drone (dal momento che il primo intento è usarlo per le riprese e non per il trasporto di oggetti). La L1D-20c Hasselblad camera che equipaggia il Mavic 2 Pro con i suoi 20MP batte senza smentita i 12MP delle altre camere, per altro con sensore più piccolo: in generale il sensore è anche di qualità nettamente superiore, ed è certamente l'ideale per i fotografi. Pur avendo l'otturatore elettronico, è l'unico ad avere un diaframma regolabile f/2.8-f/11.
Il Mavic 2 Zoom ha dalla sua l'essere il primo drone dotato di zoom meccanico 2x che diventa 4x digitale fino a una focale equivalente di 96 mm. Grazie all'autofocus di tipo hybrid risulta essere il 40% più veloce rispetto ai suoi predecessori, ed è certamente il drone ideale per i creativi dei video e i vlogger.
Ovviamente il più penalizzato è il Mavic Mini: le fotografie sono ottime, ma solo in JPEG. Il video ha un bitrate relativamente basso, solo 40Mbps rispetto ai 100Mbps degli altri droni. La qualità ne risente: inoltre il formato video è limitato a 2.7K: non sarebbe stato possibile appesantire la piccola CPU del carico necessario a elaborare un video 4K. Rispetto allo Spark tuttavia guadagna in dimensioni e nella possibilità di poter registrare i video in qualità nativa PAL, cioè a 24/25fps.
Fotografia e volo intelligente
Diciamo la verità, acquistare un drone che si pilota soltanto a mano è decisamente un errore: sono tante le situazioni dove è consigliato un volo automatico, si pensi ai rilievi aerofotogrammetrici di grandi estensioni di terreno o alle riprese di particolari location. Tutti i droni hanno finalmente la stabilizzazione meccanica a 3 assi, quindi la stabilità dei video è assicurata per tutte le versioni.
Il Mavic Mini non è dotato né di waypoint né di follow me né tanto meno di object tracking. Ha però le modalità QuickShot che includono Dronie, Circle, Helix, e Rocket; in più è dotato del CineSmooth Mode, simile al Tripod Mode già visto sullo Spark, funzione che abbassa i PID consentendo al drone una bassa velocità controllata per manovre più precise e stabili.
Il Mavic Air ha, oltre all'ActiveTrack e ai QuickShots, le SmartCapture con il TapFly, che consente all'operatore di far volare il drone semplicemente con un tap sullo schermo dell'app DJI GO4.
Se però si vuole qualcosa di più avanzato, bisogna salire di grado: i Mavic 2 vantano i QuickShots che includono HyperLapse, HyperLight, l'ActiveTrack 2.0, la modalità Panorama, il POI 2.0, waypoint 2.0 e Dolly Zoom (solo Mavic 2 Zoom).
Ricordiamo che molte funzionalità aggiuntive possono essere fruibili tramite app di terze parti, in particolare con la Litchi app.
Sulle capacità video-fotografiche il discorso va approfondito tenendo in conto le seguenti specifiche, similmente a quanto si fa con una fotocamera manuale:
- Foto: grandezza del sensore, zoom, numero di pixel, numero di colori, lunghezza focale, diaframma, formato di compressione (JPEG, RAW).
- Video: gamma risoluzioni, fotogrammi al secondo, stabilizzazione gimbal, codec (H.264, H.265, etc.), formati di compressione (MP4, MOV).
Performance
Quando si parla di performance di un drone, i parametri di riferimento sono autonomia di volo, velocità, stabilità del segnale video in relazione alla distanza dal pilota (noi consideriamo solo la distanza legale consentita in Italia), la sensoristica per l'evitamento ostacoli.
Il Mavic Mini non ha sensori antiostacoli, sconsigliato per i giovanissimi alle prime armi. I soli 46 Km/h di velocità massima rispetto ai 68 del Mavic Air o ai 72 dei Mavic 2 sono in parte penalizzanti per riprese sportive o soggetti in rapido movimento. Inoltre non ha l'active tracking, che in questa tipologia di riprese è di vitale importanza. In compenso può volare per oltre 25 minuti, molto più del Mavic Air.
In termini di qualità di trasmissione, tutti i droni hanno una lunga gittata, quindi le problematiche di ritorno del video a 200 metri e 60 metri d'altezza (massime distanze previste dall'attuale regolamento ENAC per il volo VLOS in Italia in CTR) che si potevano avere in determinate condizioni con lo Spark, dovrebbero sostanzialmente sparire con il Mavic Mini.
Se cercate un volo sicuro che preveda l'evitamento ostacoli in tutte le direzioni, la scelta obbligata è sui Mavic 2. È importante aggiungere che i Mavic 2 nel volo automatico hanno anche la funzione predittiva del percorso: possono cioè evitare un ostacolo aggirandolo e riprendendo la traiettoria prevista, una capacità apparsa per la prima volta con il Phantom 4 Pro.
Tutti hanno la funzione RTH Return to Home come misura di sicurezza in caso di perdita del segnale con il radiocomando, ma possiamo considerare questa una feature di serie per tutti i droni in commercio dotati di GPS.
Consigli per gli acquisti
Tutti i droni di cui abbiamo parlato in questo contributo sono soggetti alle regolamentazioni nazionali ed europee in arrivo. Nessuno infatti è considerato un drone giocattolo, nemmeno il DJI-Ryze Tello nominato all'inizio e che pesa 100 grammi.
Nel momento in cui viene pubblicato questo articolo, i droni non necessitano di registrazione se sono usati come aeromodelli: ma in questa fattispecie non possono volare all'interno di spazi regolamentati, come CTR, P, R, D, ATZ, e in tutti gli altri spazi presenti in cartografia AIP o altrimenti vietati a mezzo NOTAM.
Con l'entrata in vigore del Regolamento transitorio ENAC e soprattutto con l'entrata in vigore del Regolamento EASA a luglio 2020, sparirà la differenza tra aeromodello e aeromobile, e tutti i droni dovranno essere registrati anche se usati per scopi ricreativi, ricadendo nella fattispecie degli scenari non critici. Mentre naturalmente rimane obbligatoria la registrazione per tutti i droni usati in qualità di APR, ovvero per lavoro.
Detto questo, coloro che oggi vogliono operare senza necessità di un attestato di volo o altre necessità burocratiche, che vogliono spendere poco, ma anche per i semplici appassionati che amano portarsi un piccolo drone nello zaino, la scelta è certamente rivolta al Mavic Mini. Oggi è un drone già pronto per la categoria dei "trecentini", domani sarà pronto per la categoria dei 250 grammi. Per lavoro bisogna capire meglio le reali potenzialità: con i paraeliche originali a 360° che pensano ben 23 grammi il drone è limitato a 100 metri dal punto di decollo e l'autonomia di volo scende a ca. 18 minuti: non è chiaro se cambierà qualcosa con l'uso di paraeliche autoprogettati. Bisognerà poi attendere l'aggiornamento della Litchi app per sapere se il drone potrà volare automaticamente con missioni programmate.
In vista del Regolamento europeo, il Mavic Air con i suoi soli 403 grammi rientra nella categoria A1C1 che gli consentirà di operare facilmente in scenari urbani. È dunque un investimento per il futuro, oggi rientra comunque nella fattispecie degli APR per cui è richiesto un attestato di volo: in tal senso è dedicato più agli amatori che ai professionisti, che a parità di condizioni operative farebbero bene a investire qualcosa in più per arrivare ai Mavic 2. C'è inoltre da aspettarsi che da qui a 8 mesi DJI presenti l'evoluzione di questo piccolo drone, che sta per festeggiare i suoi 2 anni di vita.
Per i professionisti dei video e delle fotografie la scelta non può che ricadere sui Mavic 2: il prezzo non è per tutte le tasche, soprattutto le versioni Fly More Combo, ma sono i più tecnologicamente avanzati sia sotto il profilo della capacità e delle qualità di volo, sia per la qualità delle riprese.