Con il Regolamento di Esecuzione (UE) 2020/746 del 4 giugno 2020 (“che modifica il regolamento di esecuzione (UE) 2019/947 per quanto riguarda il rinvio delle date di applicazione di determinate misure nel contesto della pandemia di Covid‐19”) la Commissione Europea ha rimandato al 31 Dicembre 2020 l’attuazione del Regolamento di Esecuzione (UE) 2019/947, in altre parole il Regolamento Europeo droni o Regolamento EASA.
La decisione è scaturita dalla richiesta di alcuni Paesi (ricordiamo che già a metà aprile l’autorità aeronautica del Belgio annunciava che il Regolamento sarebbe stato rinviato) che, nonostante il Regolamento Europeo droni fosse stato approvato a Maggio 2019 e fosse entrato in vigore il 1° luglio 2019, ad aprile 2020 lamentavano l’impossibilità di adeguarsi alla nuova normativa in tempo causa pandemia da COVID-19 (ricordiamo ancora che il Regolamento Europeo si attuava automaticamente il 1° luglio 2020, ma i Paesi possono essere sanzionati se non lo recepiscono nella propria regolamentazione nazionale).
Sebbene la Commissione, non più tardi di un paio di settimane fa, avesse già modificato il Regolamento Europeo droni senza tuttavia cambiare la data di attuazione, le pressanti richieste delle varie autorità aeronautiche l’hanno spinta a rinviare questo importante traguardo.
Cosa cambia per l’Italia
AGGIORNAMENTO 8 GIUGNO: ENAC ha pubblicato la nota con cui ufficializza il differimento del Regolamento Europeo e l’applicabilità del Regolamento Italiano fino al termine dell’anno: https://www.enac.gov.it/news/droni-differimento-applicazione-regolamento-di-esecuzione-ue-2019947
Bisogna riconoscere che in questa occasione, il Paese più virtuoso in Europa è stato l’Italia. Infatti, già a febbraio 2019 ENAC organizzava tavole rotonde e incontri per spiegare il nuovo Regolamento Europeo droni. Annunciava inoltre un Regolamento transitorio, che avrebbe avvicinato la normativa italiana a quella europea, approvato poi nel CdA di novembre ed entrato in vigore il 15 dicembre 2019, come Ed. 3 del Regolamento Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto.
Questa terza edizione del Regolamento ENAC è quella che, per effetto del rinvio europeo, rimane in vigore fino al 30 Dicembre 2020. Salvo che ENAC non annunci delle modifiche in corso d’opera, essendo che comunque il Regolamento transitorio italiano era allineato alle date europee, rimarranno in vigore le seguenti norme:
- Per i professionisti: nulla cambia, essendo che tutti gli obblighi decorrevano dal 1° Marzo 2020, quindi tutte le norme sono già in vigore
- Per i ricreativi: rimane in vigore la data del 1° Luglio 2020, quando scatterà l’obbligo di registrare ogni drone con MOD > 250 grammi su d-flight e dotarlo di QR Code, e di acquisire l’Attestato di Pilota di APR, noto come patentino online, che da quella data costerà €31 da pagare prima di svolgere l’esame. Fino al 30 Dicembre 2020 continueranno a volare secondo le specifiche delle missioni non specializzate non critiche.
Trecentini for ever
Per tutta la categoria degli operatori trecentini altri 6 mesi di vita dunque: per gli operatori professionali non è infatti prevista la deroga dei 250 grammi di MOD per i ricreativi, e non è prevista ancora la categoria dei 500 grammi che avrebbe introdotto la categoria Open A1C1.
Questo però implica che chi stava aspettando il 1° Luglio 2020 per registrare droni come il Parrot Anafi, il Mavic Mini, il Mavic Air, nelle rispettive sottocategorie Open, ora dovrà continuare a registrare e operare secondo le specifiche dell’Art. 12 comma 5, ovvero droni modificati per adeguarne la massa al decollo, con il problema che poi a Gennaio 2021 tutti questi droni andranno nuovamente registrati affinché possano operare secondo le categorie Open, come a dire che si pagheranno due volte registrazione e QR Code.
La nuova Roadmap del Regolamento Europeo
Lo spostamento della data di attuazione del Regolamento Europeo di 6 mesi, determina lo spostamento di uguale lasso di tempo per tutte le altre scadenze previste dalla normativa.
Come si traduce tutto questo per l’operatività di un drone nei prossimi anni?
- Sottocategorie Open A0C0 (< 250 grammi) e A1C1 (< 500 grammi) diventeranno operative il 31 Dicembre 2020. Da questa data e per i successivi 2 anni rimane in vigore anche la limitazione a 2 Kg per il volo in Open A2C2, come previsto dalle norme transitorie.
- Operazioni critiche: fino al 31 Dicembre 2021 rimangono validi dichiarazioni, attestati e scenari standard così come previste dal Regolamento ENAC. Scatterà il 1° Gennaio 2022 l’obbligo per ENAC di convertire gli attestati di pilota e le autorizzazioni e dichiarazioni per uniformarle alle specifiche previste dal Regolamento europeo.
- Droni di MOD < 900 grammi in A1C1: la scadenza delle norme transitorie è spostata a 30 mesi dalla data di entrata in vigore del Regolamento, quindi al 1° Gennaio 2023
- Obbligo del marchio C0-C1-C2-C3-C4 sui droni: scatta il 1° Gennaio 2023 l’obbligo di volare con droni che abbiano il marchio della sottocategoria Open in cui si vuole volare.
- Obbligo del dispositivo di identificazione elettronica: scatta il 31 Dicembre 2020. Tuttavia il Regolamento ENAC lo prevede a partire dal 1° luglio 2020.
Per un settore in crisi, un rinvio non gradito
Proprio la pandemia da COVID-19 doveva spingere gli Stati membri di EASA a introdurre il Regolamento europeo nei tempi e modi previsti. Magari, piuttosto che rinviarne l’attuazione, introdurre un periodo di 6 mesi durante i quali gli Stati che non avessero recepito per tempo il nuovo Regolamento, non sarebbero stati sanzionati. A nostro avviso, il crollo del mercato dei SAPR dovuto alle normative sanitarie, ai blocchi, etc. poteva risollevarsi anche grazie a un nuovo Regolamento che avrebbe migliorato e potenziato l’uso dei droni in ambito civile e non solo.
Bisogna ripetere, come già scritto prima, che questo imporrà a chi vuole operare nel 2020, una registrazione del drone secondo il regolamento nazionale, e nel 2021 una nuova registrazione secondo le sottocategorie Open. Chi vuole operare rispettando la legalità, era in attesa di luglio 2020 per migliorare la qualità del proprio lavoro: basti pensare che tra 1 mese si sarebbe potuto volare con un Mavic Air come si vola oggi con lo Spark modificato, si sarebbe potuto volare con un Parrot Anafi senza alterare la componentistica del drone, invalidandone la garanzia.
Un rinvio non gradito, che non favorirà la ripresa del settore, già inficiato oltre che dal COVID anche da regole che vengono confermate senza deroghe, come la RAIT.5006 e l’impossibilità di volare legalmente lungo le coste italiane fino al prossimo 30 settembre, se non chiedendo NOTAM con costi e tempi di attesa non compatibili con l’attuale situazione economica.
Una nota positiva: tutti i droni oggi sul mercato potranno continuare a volare fino alla fine del 2022 e dunque l’obbligo di acquistare nuovi droni con marchio conforme al Regolamento scatterà “solo” nel 2023. Come dire, che la “rottamazione” dei nostri velivoli è anch’essa spostata in avanti di 6 mesi.