dji

DJI Marketplace: come cambia con il Mavic 2

DJI Mavic 2 Pro

L’arrivo del Mavic 2 nelle versioni Zoom e Pro aggiorna e modifica il marketplace della casa produttrice DJI. Scopriamo dunque come cambia il mercato anche rispetto alle potenzialità operative di tipo professionale dei vari modelli di drone.

Partiamo da questa semplice infografica per osservare il collocamento nella fascia di prezzo dei vari modelli: si parte dagli attuali €499,00 per lo Spark con radiocomando fino ad arrivare ai €3.399 dell’Inspire 2 (senza gimbal). Oltre l’Inspire ci sono la serie Matrice e l’Aeroscope.

New DJI market
Il nuovo mercato DJI dopo l’arrivo del Mavic 2: dallo Spark all’Inspire 2

Possiamo dire che Spark e Mavic Air appartengono alla classe Consumer, cui retrocede anche la prima serie del Mavic, le serie Mavic 2 e Phantom 4 alla classe Prosumer, l’Inspire alla Professional, Matrice e Aeroscope alla classe Enterprise.

Continue reading →
Posted by The Staff in Droni

Nuovo DJI Mavic 2 Pro: perché acquistarlo e dove comprarlo

Ieri alle ore 10:00 AM (16:00 italiane), la DJI ha presentato a New York il nuovo drone della famiglia Mavic, il Mavic 2, declinato nelle versioni Pro e Zoom: la prima si caratterizza per essere equipaggiata con una camera Hasselblad e sensore CMOS da 1" e varie impostazioni dedicate alla cinematografia, la seconda è equipaggiata con un sensore CMOS da 1/2.3" e zoom ottico 2x che diventa 4x in digitale, con una lunghezza focale che passa da 24mm a 96mm, per un teleobiettivo di tutto rispetto su un drone.

Niente camera con tilt a 180°, come qualche rumors aveva ipotizzato dopo il rinvio dell'evento inizialmente programmato a luglio causato dall'uscita del Parrot Anafi: la semplice volontà di migliorare ulteriormente qualche riga di codice del prodotto.

Naturalmente anche questo Mavic è di tipo foldable secondo le specifiche della famiglia. La trasmissione video avviene con la tecnologia OcuSync 2.0, ed è pertanto già compatibile con i Goggles RE dotati di firmware 01.00.0600 (sarà disponibile a fine agosto): inoltre questa tecnologia garantisce un segnale più stabile e veloce (latenza di soli 120 ms) e maggiore resistenza alle interferenze. Migliorata anche la sospensione cardanica del gimbal, che ora gestisce vibrazioni angolari di ±0.01° (Mavic 2 Pro) e ±0.005° (Mavic 2 Zoom).

Come sistema di volo è presente l'APAS, già visto sul Mavic Air, che sfrutta 8 sensori e una luce ausiliaria nella parte inferiore del velivolo per atterrare in sicurezza anche su aree con scarsa luminosità.

Completamente nuovo è il FlightAutonomy, che garantisce un volo più sicuro anche grazie a sensori anticollisione presenti per la prima volta su ogni lato del drone.

Non mancano le solite modalità di volo assistito o automatico che abbiamo imparato a conoscere con la DJI GO 4 e gli ultimi droni di casa DJI. Oltre la funzione timelapse è stata anche integrata nativamente la funzione Hyperlapse, con le modalità Circle, Course Lock, Waypoint e Free (volo a controllo manuale).

Caratteristiche tecniche del Pro

Il Mavic 2 Pro può già essere preordinato presso DJI STORE ITALIA o presso DJI Store International al costo di €1.449,00 IVA inclusa, così da averlo il prima possibile: è equipaggiato con la migliore fotocamera che DJI abbia mai usato sui suoi droni, superiore perfino a quella del Phantom 4 Pro (che però vanta ulteriori caratteristiche come lo shutter meccanico), e il primo drone al mondo che monti una fotocamera Hasselblad, record reso possibile dal recente accordo tra le due case produttrici soprattutto per il settore Enterprise. Il sensore CMOS da 1 pollice con risoluzione da 20 MP permette una profondità di colore a 10 bit, è dotato dell'esclusiva tecnologia HNCS (Soluzione per colori naturali Hasselblad) e ha un'apertura regolabile f/2.8-f/11: una perfetta soluzione per i professionisti, gli esperti di fotografia aerea e i creatori di contenuti.

DJI Mavic 2 Pro spec

Caratteristiche tecniche del Zoom

Il Mavic 2 Zoom può già essere preordinato presso DJI STORE ITALIA o presso DJI Store International al costo di €1.249,00 IVA inclusa, così da averlo il prima possibile. Questa versione offre un sensore CMOS da 1/2.3 di pollice a 12 MP con possibilità di variare la lunghezza focale passando da 24mm a 48mm con zoom ottico 2x, e da 48mm a 96mm con zoom digitale 4x di tipo lossless Full HD. Questa funzionalità consente la Super Risoluzione, combinando varie lunghezze focali per assemblare un'unica immagine a elevato dettaglio da 48 MP. Funzione unica è poi il Dolly Zoom in modalità Quick Shot: in questo modo è possibile realizzare automaticamente il famoso "effetto Vertigo", che crea una distorsione surreale del paesaggio mantenendo invariate le dimensioni del soggetto al centro dell'inquadratura durante un movimento macchina di allontanamento.

DJI Mavic 2 Zoom spec

Confronto tra droni

Nella tabella seguente offriamo un confronto tra i principali droni di casa DJI nel settore prosumer.

DJI Mavic Pro DJI Mavic 2 Pro DJI Mavic 2 Zoom DJI Phantom 4 Pro
Sensore CMOS 1/2.3" da 12,35 MP CMOS 1" da 20 MP CMOS 1/2.3" da 12 MP CMOS 1" da 20 MP con shutter meccanico
Lente 26 mm equivalente con apertura fissa f/2.2 28 mm equivalente con apertura regolabile f/2.8–f/11 24-48 mm con apertura fissa f/2.8 (24 mm)–f/3.8 (48 mm) 24 mm equivalente con apertura regolabile  f/2.8–f/11
ISO 100-3200 (video) 100-6400 (video) 100-3200 (video) 100-6400 (video)
Dimensioni fotografia 4000×3000 5472×3648 4000×3000 3:2 Aspect Ratio: 5472 × 3648
4:3 Aspect Ratio: 4864 × 3648
16:9 Aspect Ratio: 5472 × 3078
Risoluzione video C4K: 4096×2160 24p
4K: 3840×2160 24/25/30p
4K: 3840×2160 24/25/30p 4K: 3840×2160 24/25/30p H.265
C4K:4096×2160 24/25/30p @100Mbps; H.264
C4K:4096×2160 24/25/30/48/50/60p @100Mbps
Bitrate e color mode 60Mbps 100Mbps Dlog-M (10bit), support HDR video (HLG 10bit) 100Mbps D-Cinelike 100 Mbps Dlog, D-Cinelike
Formato foto e video JPEG / DNG (RAW); MP4, MOV (MPEG-4 AVC/H.264) JPEG / DNG (RAW), JPEG + DNG; MP4 / MOV (MPEG-4 AVC/H.264, HEVC/H.265) JPEG / DNG (RAW), JPEG + DNG; MP4 / MOV (MPEG-4 AVC/H.264, HEVC/H.265) JPEG, DNG (RAW), JPEG + DNG; MP4/MOV (AVC/H.264; HEVC/H.265)
Velocità massima 65 kph (S-mode) 72 kph (S-mode) 72 kph (S-mode) 72 kph (S-mode)
Gimbal Pitch: -90° to +30° Roll: 0° or 90° Tilt: -135–45° Pan: -100–100° Tilt: -135–45° Pan: -100–100° Pitch: -90° to +30°
Sensing system Vision System fino a 30 metri (forward+downward) Omnidirectional Obstacle Sensing fino a 40 metri (forward) Omnidirectional Obstacle Sensing fino a 40 metri (forward) Vision System fino a 30 metri (forward+backward+downward); Infrared Sensing System fino a 7 metri
GNSS GPS+GLONASS GPS+GLONASS GPS+GLONASS GPS+GLONASS
Durata batteria 27 minuti 31 minuti 31 minuti Ca. 30 minuti
Dimensioni 335 mm senza eliche 354 mm 354 mm 350 mm senza eliche
Peso 734 grammi 907 grammi 905 grammi 1388 grammi
Resistenza al vento 29–38 kph 29–38 kph 29–38 kph 10 m/s
Prezzo IVA incl. €999,00 €1.449,00 €1.249,00 €1.699,00

Prezzi, disponibilità e DJI Care Refresh

Come già anticipato, è già possibile pre-ordinare entrambi le versioni del Mavic 2: le prime consegne inizieranno tra fine agosto e inizio di settembre. Il Mavic 2 Zoom ha un costo di €1.249,00, mentre il Mavic 2 Pro ha un costo di €1.449,00 IVA inclusa.

Acquistando il drone presso DJI STORE ITALIA, oltre alla garanzia e all'assistenza italiane, si avrà diritto al primo intervento gratuito in caso di problemi, e si potrà pagare in 10 o 20 comode rate, salvo approvazione della finanziaria. Acquistando il drone presso DJI Store International si avrà la copertura della casa madre ma per qualsiasi tipo di problema il prodotto dovrà andare nei centri di assistenza in Olanda. Sullo store internazionale professionisti e aziende con P.IVA IntraVAT potranno usufruire della legge che consente l'azzeramento dell'IVA in fattura, che dovrà poi essere integrata in Italia.

Disponibili anche nella versione con DJI Googles RE, rispettivamente a €1.748,00 e €1.948,00 IVA inclusa, con uno sconto di €100 rispetto all'acquisto separato dei due prodotti. Mentre il Fly More Kit, identico per entrambe le versioni, con due  Intelligent Flight Battery, eliche aggiuntive, tracolla e caricabatterie da auto, costa €319,00 oltre il costo del drone.

Chi volesse completa protezione per il proprio acquisto, potrà abbinare la DJI Care Refresh, la speciale garanzia che con €129 e copre i danni accidentali a velivolo, sospensione cardanica o fotocamera durante il normale utilizzo fino a 12 mesi e, pagando un supplemento, offre fino a due sostituzioni complete con prodotti nuovi o equivalenti al nuovo. La garanzia può essere acquistata entro 48 ore dalla prima attivazione del drone.

Operazioni specializzate con il Mavic 2

Il nuovo DJI Mavic 2 si presta in particolar modo ad operazioni specializzate professionali nel campo della cinematografia e della ripresa nella versione Pro, con particolare riguardo all'aerofotogrammetria, e nell'ambito della produzione di contenuti creativi, vlogger e appassionati, nella versione Zoom.

Per poterlo usare legalmente, sarà necessario farlo autorizzare da ENAC e acquisire il patentino da pilota. Nell'ambito degli scenari critici o CRO potrà essere autorizzato per scenari misti o secondo gli scenari standard S01, S04, S06.

In mancanza di tali documenti, il Mavic 2 potrà essere utilizzato come un semplice aeromodello, attenendosi alle leggi e ai divieti che regolano il volo di questa classe di droni.

Posted by The Staff in Droni

Il 300Sparkani entra nella flotta ArcheoFly

300Sparkani nella flotta ArcheoFly

Si evolve e si aggiorna la flotta ArcheFly con l'ultimo arrivato codename 300Sparkani. Come azienda da sempre impegnata nel mondo del digitale in Archeologia non potevamo non cogliere la connessione tra il nome originale del mezzo, DJI Spark, il suo peso di 300 grammi e i famosi 300 opliti Spartiati protagonisti, oltre che del famoso film di Zack Snyder, della famosissima quanto per loro infausta Battaglia delle Termopili nel 480 a.C.

Il DJI Spark, a un anno dalla sua uscita in commercio, resta il più rivoluzionario minidrone attualmente disponibile, con caratteristiche di tutto rispetto per un UAV delle sue dimensioni, appena 170mm d'interasse per 300 grammi di peso.

Grazie all'attuale Regolamento SAPR, gli APR con peso al decollo (compreso paraeliche) <300gr. possono operare in scenari critici mantenendo le possibilità operative offerte dagli scenari non critici, in particolare l'assenza dell'area di buffer cui sono soggetti gli UAV delle famiglie Mavic e Phantom per rimanere in casa DJI. Un utile riassunto delle principali caratteristiche tecniche aiuta a comprendere le potenzialità di questo mezzo per riprese in aree urbane o dove sono presenti persone (non assembramenti, sui quali permane il divieto di sorvolo).

Caratteristiche tecniche DJI Spark

Funzionalità come streaming social e foto sferiche per la creazione di panorami virtuali a 360° e tour virtuali dall'alto consentono grandi possibilità al piccolo 300Sparkani: immaginate una villa per eventi durante un matrimonio, tutta addobbata, non può in alcun modo essere ripresa da un Mavic o un Phantom che, sebbene di qualità superiore, possono operare solo con area di buffer al cui interno non possono essere presenti persone. Il loro uso senza area di buffer è pericoloso oltre che illegale e punibile con pesante sanzione sia amministrativa che soprattutto penale. Mentre 300Sparkani, in mano a professionisti seri e fotografi di comprovata esperienza, possono realizzare spettacolari servizi in grado di rappresentare un boost per la tua attività.
Muovi il mouse nel virtualtour sottostante per navigare a 360°:

La struttura solida, leggera e compatta, può raggiungere i 50 Km/h per riprese in ambito sportivo. È perfetto per le riprese in ambienti interni grazie alle ridotte dimensioni, potendo contare sui sensori anticollisione e il sistema VDS per la stabilizzazione senza GPS.

Pensato e nato come selfie-drone, nelle mani di piloti professionisti può diventare un piccolo grande strumento per riprese professionali all'interno di un quadro normativo semplificato.

300Sparkani in volo

Contattaci per un preventivo di ripresa













    Legend
    1. Tuo nome (required)
    2. Tua email (richiesto)
    3. Oggetto
    4. Tuo messaggio
    5. Inviando il modulo autorizzi al trattamento dei dati contenuti nin esso contenuti, inclusi quelli personali art. 13 GDPR 679/16, per le finalità descritte, in accordo alla Privacy Policy che dichiari di aver letto
    6. Affinché questo modulo funzioni è necessario abilitare i cookie per il marketing nell'apposito pannello

    * Richiesto

    Nessuno dei dati inseriti nel form e inviati verrà conservato sul server o all'interno di questa piattaforma.

    [wpgdprc "By using this form you agree with the handling of your data by this website."]

    Posted by The Staff in Archeologia

    HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Il modello 3D

    Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper

    Eccoci giunti al sesto appuntamento con il nostro tutorial tecnico sull'aerofotogrammetria da drone. In questa seconda parte stiamo trattando il software Pix4Dmapper nella sua versione demo Pix4Ddiscovery.

    Nelle precedenti puntate abbiamo scoperto come avviare un progetto, importare le immagini e dato un'occhiata ai segreti dell'image matching. Quindi abbiamo avviato l'elaborazione, importato i GCP, proceduto alla correzione metrica della nostra ricostruzione e salvato il lavoro. Ora riapriamo il nostro progetto e concludiamo il percorso.

    HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Introduzione (parte 1)

    HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Elaborazione (parte 2)

    Aerofotogrammetria step 7: controllo area di lavoro

    Al fine di limitare lo spreco di risorse nell'elaborazione della nuvola densa e della successiva mesh 3D, Pix4Dmapper offre l'opportunità di determinare una precisa area di lavoro. Poiché tale area non può essere selezionata prima dello step 1, la configuriamo ora affinché abbia effetto sugli step successivi, 2 e 3.

    Per definizione, il software processerà l'intera area di lavoro individuata dal matching delle immagini: ma spesso e volentieri vi sono porzioni di questa area che non è necessario calcolare ed eliminarle da questa fase può farci risparmiare del tempo prezioso. L'area di elaborazione può essere disegnata in due modi: nella vista mappa e nel raycloud.

    Da menu andiamo in Mostra --> Mappa e di seguito sempre da menu Mostra Mappa --> Area di elaborazione --> Disegna. Il pop-up che si apre prima di iniziare ci avvisa che l'area dovrà essere disegnata con il tasto destro del mouse... Peccato che nella traduzione italiana, nella versione attuale ci sia un errore! Infatti l'area dovrà essere disegnata con il tasto sinistro e il tasto destro servirà a concludere il disegno. Una volta disegnata l'area sarà possibile modificarla andando a cambiare le coordinate geografiche dei punti vertice.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: creazione area elaborazione da mappa

    Pix4Dmapper ci offre la possibilità di creare l'area di elaborazione anche dal raycloud, la vista 3D del software. Ma la seguente funzione è più utile per modificare il volume dell'area di elaborazione.

    Dal menu Mostra --> Raycloud. Nel pannello layer clicchiamo su Processing Area per evidenziare la nostra area creata in precedenza. Aprendo la voce proprietà di visualizzazione, abbiamo anche la possibilità di cambiare colore, modificare il colore di vertici e linee e modificare la dimensione dei grip.

    Per spostare un grip bisogna cliccarci sopra con il tasto sinistro del mouse per attivarlo e ricliccare con il tasto sinistro per spostarlo. In questa modalità possiamo modificare soltanto la dimensione dell'area, ma non il volume. Se volessimo restringere anche il volume per modificare ad es. l'altezza di elaborazione, dobbiamo andare nel pannello sinistro dove troviamo i due dati Altitudine massima e Altitudine minima: i dati preesistenti sono calcolati sulla base dell'estensione massima della nuvola sparsa. Una volta reimpostati i due dati, clicchiamo su applica e salviamo la nuova area.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: creazione area elaborazione da mappa

    Scopri il nostro servizio di noleggio ricevitori GNSS per potenziare la precisione dei tuoi rilievi

    Aerofotogrammetria step 8: generazione nuvola densa

    Siamo finalmente pronti a generare la nuvola di punti densa. Da menu Elaborazione --> Opzioni di elaborazione e attiviamo tramite check lo step 2 "Nuvola di punti e Mesh".

    Il pannello presenta 3 aree:

    • Densificazione nuvola di punti: contiene le opzioni per impostare i parametri di densificazione. La scala delle immagini funziona come per l'image matching: più si dice al software di calcolare l'immagine originale, più la ricostruzione sarà accurata ma anche lenta. Quando si usa l'opzione 1/2 predefinita si può considerare che si sta utilizzando una selezione di tipo High. Pix4D consiglia di attivare l'opzione Multiscala quando si stanno analizzando delle aree con vegetazione, perché il programma in questo caso effettuerà delle elaborazioni multiple, prima con le immagini a 1/2, poi a 1/4 infine a 1/8, migliorando la resa finale.
    • Densità dei punti: questo parametro indica al programma ogni quanti pixel di un'immagine bisogna calcolare il punto 3D. Ad es. se usiamo l'opzione Ottimale (4/ Image Scale) in congiunzione con una densificazione 1/2, verrà calcolato un punto ogni 4/0.5 = 8 pixel. Con l'opzione Alta viene calcolato un punto 3D ogni pixel, ma questo implicherà un forte aumento dei tempi senza però migliorare significativamente la qualità della nuvola dei punti. Infine con l'opzione Bassa (16/Image Scale) verrà calcolato un punto ogni 16/0.5 = 32 pixel: rispetto all'opzione ottimale la velocità di calcolo sarà 4 volte più veloce con un uso 4 volte inferiore della RAM.
    • Numero minimo di corrispondenze: determina su quante immagini dovrà essere proiettato il punto 3D. Se selezioniamo 5, il software sarà obbligato a riproiettare il punto su almeno 5 immagini: questo riduce il numero finale di punti 3D ma diminuisce il rumore della nuvola. Quando si alza questo valore dovremo avere certezza che il nostro piano di volo lo supporti: 5-6 immagini richiedono un elevatissimo overlap, sia orizzontale che laterale. In caso contrario, la nostra nuvola densa potrebbe avere 0 punti!

    La seconda area riguarda la classificazione automatica della nuvola di punti, di cui parleremo nelle applicazioni professionali dell'aerofotogrammetria, anche perché è importante per la generazione del DTM, funzione non disponibile nella Pix4Ddiscovery. Questa funzione può essere processata nel corso dello step 2 o anche successivamente allo step 2, comunque soltanto con una nuvola densa georeferenziata, ed è in grado di riconoscere tramite algoritmi interni il terreno, le strade, la vegetazione ad alto fusto (ad es. alberi), gli edifici, manufatti umani (ad es. le macchine). Tali gruppi possono anche essere esportati come nuvole di punti singole.

    La terza area riguarda l'esportazione diretta della nuvola di punti, anche questa funzione non disponibile nella Pix4Ddiscovery.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: creazione dense cloud

    Possiamo però dare 2 dati su questa funzione che potrebbe essere utile conoscere in fase di pianificazione del processo di densificazione. Immaginiamo di dover analizzare delle immagini da 14MP l'una: ecco quanti punti verranno prodotti per la dense cloud impostando i parametri predefiniti, ovvero Image Scale 1/2, Densità di punti ottimale e numero minimo a 3:

    Numero di immagini Numero di punti Dimensione file LAS
    250 20 - 50 milioni 0,3 - 1.0 GB
    500 40 - 60 milioni 1,2 - 1,9 GB

    La dimensione del file LAS è calcolata sul principio che ogni punto e sue relative informazioni occupino uno spazio di 34 byte. Si tratta del file di interscambio di dati LiDAR che ad ogni punto associa le 3 coordinate spaziali X, Y, Z e le informazioni di colore. Prendiamo il caso dell'elaborazione di 500 immagini, molto frequente nel caso di progetto di aerofotogrammetria su ampie porzioni di terreno contenente fabbricati: quanti punti verranno generati in base alle opzioni che noi selezioneremo nel riquadro che abbiamo visto?

    Image Scale / Densità punti 1 (Original)  1/2 (Half size) 1/4 (Quarter size) 1/8 (Eighth size)
    Alto (lento) 640 M 160M 40 M 10 M
    Ottimale 160 M 40 M 10 M 2,5 M
    Basso (veloce) 40 M 10 M 2,5 M 0,625 M

    Infine come le varie opzioni influenzano i tempi di elaborazione:

    Image scale / Densità punti 1 (Original) 1/2 (Half size) 1/4 (Quarter size) 1/8 (Eighth size)
    Alto (lento) x16 x4 Come predefinito /4
    Ottimale x4 Predefinito /4 /16
    Basso (veloce) Come predefinito /4 /16 /64

    In pratica, rispetto al tempo che il software impiegherebbe ad elaborare una nuvola di punti con i parametri predefiniti, qualora volessimo la massima densità di punti, impiegherebbe 16 volte tanto (da 1 ora a 16 ore), qualora volessimo la qualità più bassa impiegherebbe 64 volte meno (da 1 ora a meno di 1 minuto).

    Aerofotogrammetria step 9: il modello 3D

    Elaborata la nuvola di punti, giungiamo all'ultimo step per la ricostruzione del nostro modello: la mesh 3D con texture. Riapriamo dunque il nostro pannello delle opzioni di elaborazione e portiamoci al secondo tab Textured Mesh 3D: si presenta diviso in 3 aree con le seguenti opzioni:

    • Generazione: check genera mesh 3D con texture, questo abilita il comando di elaborazione del modello poligonale, che può dunque essere disattivato qualora il vostro interesse sia arrivare soltanto allo step 2, ovvero alla nuvola densa.
    • Impostazioni: selezionando l'Alta risoluzione, come dice il nome, otterrete la massima qualità di visualizzazione per il modello 3D; la risoluzione Media (predefinita) rappresenta la scelta migliore per la maggior parte dei progetti, e bilancia adeguatamente risorse e tempi di esecuzione; Bassa è l'opzione rapida con la quale si sacrifica parte della risoluzione del modello, ma ideale per la condivisione del medesimo, soprattutto se fatta online. C'è anche la possibilità di impostare i parametri in maniera personalizzata, li vedremo tra poco.
    • Esporta: comando non disponibile in Pix4Ddiscovery, che vi consente di esportare il modello 3D texturizzato nei principali formati di interscambio, come OBJ e 3DPDF.
    • Utilizza bilanciamento colore per la texture: attivando questa opzione il programma s'impegnerà a generare una texture omogenea, appianando eventuali differenze di luminosità tra le varie aree.

    Si diceva delle opzioni personalizzate:

    • Profondità massima dell'Octree: potete selezionare un valore compreso tra 5 e 20. Indica in quante subregion verrà diviso il progetto: numero alto significa più regioni, quindi regioni piccole, maggiore risoluzione ma anche tempi più lunghi.
    • Misura della texture: determina quanto grande sarà la texture in termini di pixel. Un maggior numero di pixel aumenta il dettaglio che può essere salvato sulla texture, ma anche la dimensione del file, e bisogna impostare il parametro in accordo alla tipologia di progetto che si sta elaborando.
    • Criteri di decimazione: per definizione, il primo passaggio del comando di generazione mesh 3D crea il massimo numero di poligoni disponibili, tipicamente un poligono ogni 3 punti. Dopodiché si passa al processo di decimazione, che discretizza la mesh in accordo al numero di poligoni massimo che si vuole ottenere. Con la quantitativa, l'utente sceglie il numero massimo di poligoni che il modello deve contenere, senza strategia. Con la qualitativa, la decimazione viene eseguita cercando di mantenere la forma originale del modello, secondo una specifica strategia: Sensitiva per cercare di mantenere la forma, Aggressiva per ridurre al minimo i triangoli.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: creazione mesh 3D texturizzata

    Prima di lanciare il comando manca ancora la finestra Avanzate con le sue proprietà. Si presenta divisa in 4 aree così identificate:

    • Densificazione nuvola di punti: è il parametro base. L'opzione 7x7 è indicata quando si processano foto nadirali; l'opzione 9x9 è indicata quando si processano dataset terrestri o da fotogrammetria obliqua
    • Gruppi di immagini: quando si lavora con immagini a bande differenti (ad es. RGB+NIR nel caso dell'agricoltura di precisione), potete indicare da quale gruppo di immagini vengono calcolati i vari elementi, nuvola di punti, mesh e texture. Così ad es. potete decidere di calcolare la dense cloud con la camera RGB, ma mesh e texture con la camera NIR
    • Filtri della nuvola di punti: la nuvola di punti verrà elaborata sulla base dell'area di elaborazione (primo check), sulla base di annotazioni sulle immagini qualora ne esistano (secondo check), oppure limitando la profondità di camera (terzo check), parametro che potrebbe essere utile selezionare nel caso di dataset di fotogrammetria terrestre od obliqua per limitare la ricostruzione di oggetti sullo sfondo rispetto al nostro interesse.
    • Impostazioni mesh 3D con texture: l'opzione Sample Density Divider, con valori tra 1 (predefinito) e 5, aumenta il numero di triangoli che il programma calcola nelle aree con pochi punti. Aumentare questo valore, se da una parte può aiutare a chiudere eventuali buchi nella mesh, dall'altra aumenta il disturbo inficiando dunque l'accuratezza. Tale parametro va gestito con attenzione.

    Come sempre tutte le opzioni che abbiamo impostato in questi pannelli possono essere salvati in un Template che possiamo richiamare in futuro in maniera rapida.

    Ora siamo pronti: premiamo il tasto ok e da menu Elaborazione --> Genera textured mesh 3D e attendiamo che il nostro computer elabori il modello 3D.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: il modello 3D
    [/newsletter_lock]

    Riepilogo

    Siamo giunti al termine del nostro tutorial su aerofotogrammetria e Pix4Dmapper: in questo secondo HOW TO abbiamo visto come passare dall'elaborazione delle immagini alla creazione di un modello 3D metricamente corretto e texturizzato. Vedremo in futuro, in tutorial più tecnici, come trattare la nuvola di punti e il modello 3D per fini più professionali, dal DTM alla classificazione della point cloud fino alla generazione di ortofoto per ambienti CAD.

    Nell'ultima parte di questo HOW TO scopriremo le potenzialità del software tutto italiano Zephyr Aerial.

    Ricorda che lavoriamo al fianco dei professionisti per collaborare con loro nella perfetta riuscita dei loro progetti: se sei alle prime armi, vuoi migliorare la resa dei tuoi elaborati o semplicemente sfruttare la nostra conoscenza nel campo per i tuoi progetti, non esitare a contattarci con il form sottostante.

    Contattaci













      Legend
      1. Tuo nome (required)
      2. Tua email (richiesto)
      3. Oggetto
      4. Tuo messaggio
      5. Inviando il modulo autorizzi al trattamento dei dati contenuti nin esso contenuti, inclusi quelli personali art. 13 GDPR 679/16, per le finalità descritte, in accordo alla Privacy Policy che dichiari di aver letto
      6. Affinché questo modulo funzioni è necessario abilitare i cookie per il marketing nell'apposito pannello

      * Richiesto

      Nessuno dei dati inseriti nel form e inviati verrà conservato sul server o all'interno di questa piattaforma.

      [wpgdprc "By using this form you agree with the handling of your data by this website."]

      Posted by The Staff in Droni

      HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Elaborazione

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper

      Eccoci giunti al quinto appuntamento con il nostro tutorial tecnico sull'aerofotogrammetria da drone. In questa seconda parte stiamo trattando il software Pix4Dmapper nella sua versione demo Pix4Ddiscovery.

      Nel precedente appuntamento abbiamo scoperto come avviare un progetto, importare le immagini e dato un'occhiata ai segreti dell'image matching. Quindi abbiamo avviato l'elaborazione che questa versione consente di salvare. Ora riapriamo il nostro progetto e proseguiamo il percorso.

      HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Introduzione (parte 1)

      Aerofotogrammetria step 6: correzione metrica del progetto

      Come già espresso nelle precedenti puntate dedicate ad Agisoft Phostoscan, la differenza tra Computer Vision e fotogrammetria consiste nell'accuratezza metrica del progetto: nel primo caso la metrica del modello sarà approssimata, nel secondo caso dovrà essere esatta. Al fine di rendere quanto più conforme possibile la metrica del nostro progetto alla realtà, dobbiamo introdurre una serie di correttivi che la fotogrammetria richiede in quanto tecnica di acquisizione dati di tipo passivo.

      Ecco che entrano in ballo i GCP, o Ground Control Point, punti notabili sul terreno o marcatori appositamente posizionati che, acquisiti con apposita strumentazione topografica (tipicamente stazione totale o strumento GNSS), permettono al modello di essere scalato, ruotato e orientato sulla base di coordinate reali (o locali) e misure precise.

      Differenza tra GCP e Control Point

      Pix4Dmapper introduce accanto ai GCP il concetto di Control Point: punti che il software utilizza per una verifica indipendente dell'accuratezza del progetto. Se i GCP sono disposti con una strategia ben precisa nella nostra area di lavoro (quando possibile), i Control Point devono essere assolutamente randomici. Se i GCP possono essere usati per la correzione metrica del progetto, i Control Point servono a verificarne l'accuratezza.

      Tipologia di GCP

      In Pix4Dmapper i GCP possono essere di 3 tipi:

      • 2D GPC: se conosciamo soltanto le coordinate X, Y oppure la latitudine e la longitudine (Y, X) del punto
      • 3D GCP: se conosciamo le coordinate X, Y, Z oppure la latitudine, la longitudine e l'altitudine (Y, X, Z) del punto
      • Control Point: se conosciamo le coordinate X, Y, Z oppure la latitudine, la longitudine e l'altitudine (Y, X, Z), ma il punto non viene usato per la ricostruzione del modello.

      GCP Editor

      Per accedere all'interfaccia di gestione dei GCP, andiamo nel menu Progetto --> Gestione GCP/MTP: si apre un pannello pop-up che presenta 3 sezioni. Vediamole nel dettaglio.

      Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: pannello Gestione GCP/MTP

      • Sistema di coordinate GCP: gestisce il sistema di coordinate (ad es. WGS 84) nel quale i GCPs/MTPs/Control Points sono espressi
      • Tabella GCP/MTP: la seconda sezione riguarda la possibilità di importare, editare, gestire, aggiungere e rimuovere GCPs/MTPs/Control Points
      • GCP/MTP editor: con questo pannello possiamo gestire l'individuazione dei marker direttamente sulle immagini o all'interno del progetto

      Il programma offre la possibilità di lavorare sia con il raycloud al termine dello step 1, oppure con l'editor base prima dello step 1.

      Se abbiamo acquisito le nostre coordinate tramite un ricevitore GNSS, avremo ottenuto dei GCP con coordinate geolocalizzate in un sistema conosciuto. Poiché il nostro APR aggiunge alle immagini i tag di latitudine e longitudine, stiamo lavorando all'interno di un progetto che prevede che tanto le immagini quanto i GCP siano geolocalizzati. In questo caso il metodo di aggiunta dei GCP consigliato è il seguente:

      • Dopo aver misurato i GCP ed esportati dallo strumento nel formato compatibile con Pix4D, all'interno della tabella GCP seleziono importa GCP. La finestra che si apre mi dà la possibilità di selezionare tra formato file X, Y, Z oppure Y, X, Z, a seconda che nel file per ogni punto sia indicata prima la latitudine oppure la longitudine.
      • Avendo già processato lo step 1, possiamo procedere con raycloud a marcare i GCP all'interno della nostra nuvola. Dal pannello GCP/MTP Editor clicchiamo dunque su Editor raycloud

      Affinché il modello sia scalato, ruotato e geolocalizzato correttamente, sono necessari almeno 3 GCP. Per ricavare un buon modello, è richiesto un numero minimo di GCP tra 5 e 10. Il nostro consiglio è si valutare il numero di GCP in base alla dimensione del progetto, laddove ne bastano 6 e quando invece ne sono necessari 15. Ogni GCP ben localizzato aumenterà la precisione e l'accuratezza del progetto.

      Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: editor raycloud per GCP/MTP

      L'interfaccia del programma cambierà per entrare nell'editor raycloud. Sulla sinistra si apre il pannello layer, che contiene al suo interno tutti i dati calcolati dal programma. Espandiamo la voce Tie Points e di seguito la voce GCP/MTP: questa voce contiene l'elenco dei GCP/MTP che abbiamo caricato in precedenza. Facciamo clic sul primo GCP, nel nostro caso 9001 (7).

      A questo punto nella parte destra dell'interfaccia si aprirà il pannello proprietà con le due sezioni "Selezione" e "Immagini": nella prima sezione saranno indicate le proprietà del GCP, quali ad es. tipologia, coordinate, stima dell'errore, etc.; nella seconda sezione sono listate tutte le immagini sulle quali il GCP è visibile. Quando sull'immagine la posizione del GCP è stimata, esso appare con un cerchio blu con un punto al centro: viene così rappresentata la proiezione delle coordinate su quell'immagine.

      Ognuna delle immagini può essere navigata con i soliti comandi del pan, dello zoom, etc. tramite il tasto sinistro premuto o la rotella del mouse. Quando abbiamo individuato la giusta posizione del nostro marker o punto notabile a terra, con un clic sinistro del mouse piazziamo il GCP sull'immagine, non più con una posizione stimata ma ora con una posizione "certa": ora il GCP sull'immagine assumerà la forma di un cerchio con croce gialla al centro. Eseguiamo questa operazione in una seconda immagine, e vedremo apparire una croce verde su tutte le immagini interessate dal GCP. La croce verde rappresenta la riproiezione stimata delle coordinate 3D del GCP dipendente dalla posizione manualmente accertata del GCP.

      Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: proprietà GCP

      Se su una immagine vedete apparire un cerchio rosa, vuol dire che la posizione di quel punto è errata e dovete procedere immediatamente alla sua correzione.

      Fatto questo, nel pannello selezione clicchiamo sul bottone Marcatura automatica: il programma si occuperà per noi di individuare la corretta posizione del GCP su tutte le altre immagini sfruttando un algoritmo di correlazione automatica basata sul colore.

      Qualora siano rimaste delle immagini che presentano soltanto una croce verde senza cerchio e croce gialle, si proceda a verificare se la croce verde indica una posizione corretta (nessun'altra operazione è richiesta) oppure una posizione scorretta, al che sarà necessario individuare il GCP manualmente su più immagini.

      Quando la croce verde sarà nel posto corretto in tutte le immagini, nel pannello selezione clicchiamo su Applica. Non resta che procedere a ripetere tutti questi step per tutti i GCP che abbiamo caricato nel progetto.

      Riottimizzare il progetto

      Siamo finalmente pronti per valorizzare questo lavoro attraverso il comando da menu Elaborazione --> Riottimizza.

      Questo comando procederà a riottimizzare i parametri interni ed esterni della camera, e di conseguenza la ricostruzione 3D, basandosi ora sui GCP, ovvero su coordinate certe.

      Bisogna ricordare che questo processo è disponibile soltanto al termine dello step 1 e qualora siano stati aggiungi GCP o effettuate altre operazioni che possano influenzare la correttezza della ricostruzione. Va anche ricordato che questo processo cancella lo step 1 (perché lo rifà da capo), cancella l'eventuale report generato e cancella gli eventuali step 2 e 3 che fossero stati processati. Qualora si volesse generare un nuovo Report al termine del processo riottimizza, da menu Elaborazione --> Genera quality report.

      Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: processo riottimizza

      Bene, anche oggi siamo giunti alla conclusione di questa puntata. Finora abbiamo visto come caricare le immagini, allinearle, processarle, inserire i GCP che ci saranno utili per la correzione metrica del nostro progetto. Infine riprocessare lo step 1 per applicare la correzione metrica al progetto.

      Nel prossimo appuntamento vedremo come generare la nuvola di punti densa e partendo da questa generare i prodotti derivati, a cominciare dalla mesh 3D texturizzata.

      Ricorda che lavoriamo al fianco dei professionisti per collaborare con loro nella perfetta riuscita dei loro progetti: se sei alle prime armi, vuoi migliorare la resa dei tuoi elaborati o semplicemente sfruttare la nostra conoscenza nel campo per i tuoi progetti, non esitare a contattarci con il form sottostante.

      Contattaci













        Legend
        1. Tuo nome (required)
        2. Tua email (richiesto)
        3. Oggetto
        4. Tuo messaggio
        5. Inviando il modulo autorizzi al trattamento dei dati contenuti nin esso contenuti, inclusi quelli personali art. 13 GDPR 679/16, per le finalità descritte, in accordo alla Privacy Policy che dichiari di aver letto
        6. Affinché questo modulo funzioni è necessario abilitare i cookie per il marketing nell'apposito pannello

        * Richiesto

        Nessuno dei dati inseriti nel form e inviati verrà conservato sul server o all'interno di questa piattaforma.

        [wpgdprc "By using this form you agree with the handling of your data by this website."]

        Posted by The Staff in Archeologia