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Guida al nuovo DJI GEO System 2.0

Guida al nuovo DJI GEO System 2.0

Da un paio di mesi è attivo il nuovo sistema di geofencing sviluppato da DJI per i suoi droni, al fine di prevenire voli non autorizzati sopra obiettivi sensibili. Il Geospatial Environment Online System modifica sensibilmente quanto siamo stati abituati a vedere sulla Geo Map, adottando gli standard dell'ICAO ANNEX 14 per la classificazione degli aeroporti e un nuovo sistema poligonale per l'individuazione delle aree no fly: questo migliora sensibilmente le restrizioni limitandole alle sole aree sopra le quali ve ne è effettivo bisogno e rispetto al generico cerchio offre maggiori possibilità di volo ma in qualche caso una restrizione laddove prima si poteva volare. Tutto questo al fine di migliorare la sicurezza di tutti, cose e persone.

Il GEO 2.0 System interessa i droni appartenenti alla famiglia dei Phantom 4, M200 e Mavic, oltre al DJI Spark e all'Inspire 2, mentre la famiglia Phantom 3, Inspire 1 e M600 continuerà ad adottare il GEO System originale.

Attualmente il GEO 2.0 System è stato implementato per i soli Stati Uniti, ma arriverà presto anche negli altri Paesi, Italia compresa. Pertanto questa guida serve per prendere coscienza del nuovo sistema ed essere pronti quando sarà implementato in via definitiva anche da noi.

7 GEO Zones

Nel video precedente DJI offre utili indicazioni, che dovremmo sempre tenere a mente, per un volo sicuro, e spiega come lavora il nuovo GEO 2.0 System.

Chi dei lettori vola già da qualche anno, ricorderà sicuramente le divisioni del GEO System originale: verde, giallo e rosso a identificare le aree a diversa restrizione. Ora le aree sono diventate 7, di cui 5 principali e 2 secondarie:

Restricted Zone. In questa zona, che appare in rosso nell'app DJI GO, il volo è bloccato. Soltanto se l'operatore è autorizzato a volare dalle autorità competenti (trattandosi per lo più di aeroporti, soggetti in Italia alle famose ATZ), potrà fare richiesta di sblocco scrivendo a flysafe@dji.com o collegandosi all'Online Unlocking.

Altitude Zones. Le zone a limitazione di altezza appariranno in grigio sulla mappa del GEO 2.0 System. Attraverso un warning sull'app DJI GO o DJI GO4 l'utente sarà avvisato che l'altezza di volo è limitata.

Authorization Zones. In queste zone, che appaiono in blu sulla mappa, l'utente riceverà un warning che lo avviserà del fatto che il volo è limitato. Per sbloccare il decollo del drone DJI autorizzerà l'utente se in possesso di un account su server DJI verificato.

Warning Zones. In queste zone, che potrebbero NON apparire sulla mappa all'interno dell'app DJI GO, l'utente riceverà un avviso che sta operando in tale area. Un esempio di Warning Zone sono le aree di protezione per gli animali, come i parchi nazionali (in Italia il volo nei parchi nazionali sotto i 500 metri AGL è vietato da una specifica legge).

Enhanced Warning Zones. In queste zone, il sistema GEO avviserà l'utente che sarà necessario ottenere l'autorizzazione al volo come nel caso delle Authorization Zone, ma per decollare non sarà necessario possedere un account verificato o essere collegati a internet al momento del volo.

Densely Populated Area. Quest'area è mostrata in rosso sulla mappa. A causa dell'elevata concentrazione di persone che rende il volo non sicuro, DJI consiglia di non sorvolare quest'area. Un esempio sono i centri commerciali.

Regulatory Restricted Zones. Si tratta di aree speciali dove il volo è vietato da restrizioni legislative o altri provvedimenti simili. Un esempio sono le aree che circondano le prigioni.

Recommended flight. Quest'area apparirà in verde sulla mappa. Si tratta di zone dove DJI consiglia di scegliere di andare a volare, preselezionate per un volo sicuro lontano da centri urbani e concentrazioni di persone.

DJI GEO 2.0 System Italia tutorial

Ecco come appare oggi la mappa sul centro Italia per chi usa un drone della serie Mavic, Phantom 4, M200 oppure uno Spark o un Inspire 2, con l'implementazione delle nuove zone e il nuovo sistema a poligoni per determinare con più esattezza le aree di divieto. Le nuove Geo Zone sono state attivate anche in Italia a fine febbraio 2019.

DJI GEO System 1.0 Italia

Questo invece è il confronto con il vecchio GEO System, attivo per chi ancora vola negli USA con la serie Phantom 3, M600 o con un Inspire 1, con le aree individuate da cerchi di raggio predefinito, e per tutti noi che voliamo in Italia.

Bisogna ricordare che il DJI GEO 2.0 System è un sistema indipendente dalle leggi nazionali e dai regolamenti locali (come il Regolamento SAPR emanato da ENAC o la cartografia AIP di ENAV), ed è basato unicamente su un concetto di sicurezza e di prevenzione nell'uso sconsiderato dei droni DJI. La stessa azienda avvisa che potranno essere attivate aree di restrizione temporanee, sopra stadi che ospitano eventi di particolare rilevanza, incendi e altre situazioni di emergenza, ma che queste come altre aree potrebbero apparire soltanto sulla mappa presente all'interno dell'app DJI GO e non sulla web map.

Nella maggior parte delle zone soggette a restrizione, all'utente sarà chiesto di dimostrare che è in possesso delle autorizzazioni necessarie ad operare: inoltre avrà bisogno di un account verificato sul server DJI e di una connessione internet attiva sul dispositivo che controlla il drone al momento del decollo. In alcune zone lo sblocco del drone potrà essere messo in atto dallo stesso utente, attraverso un'azione di auto-autorizzazione sulla relativa pagina DJI.

È bene ancora ricordare che bisogna controllare la mappa mostrata all'interno dell'app DJI GO e DJI GO4 per essere certi che l'area dove si vuole volare non ricada all'interno di una zona di restrizione. Come scritto in precedenza non tutte queste aree vengono mostrate sulla web map presente sul sito DJI.

DJI GEO System: solo per DJI GO, non per app di terze parti

Poiché il sistema GEO di DJI (in entrambe le versioni, 1.0 e 2.0) richiede una connessione ad internet e un account sul server dell'azienda, le aree con restrizioni di volo possono essere bypassate soltanto se l'applicazione attiva sul device di controllo è la DJI GO o la DJI GO4 o la DJI GS Pro se avete un iPad: nulla da fare dunque per Litchi, Autopilot, Pix4D Capture e tutte le altre applicazioni di terze parti per il volo automatico per fare riprese o rilievi aerofotogrammetrici. Il volo dovrà essere manuale, oppure sfruttare il sistema astruso dei waypoint che offre DJI GO.

Per questo è buona pratica controllare sempre prima di recarsi a volare se l'area è affetta da restrizioni di volo imposte dal sistema DJI: perché una volta sul campo, non avrete modo di far decollare il vostro drone senza aver compiuto i dovuti passaggi per l'unlock.

Una guida su come sbloccare il drone e volare nelle zone con restrizione sarà presto disponibile.

Posted by The Staff in Droni

HOW TO: fotogrammetria e Agisoft Photoscan. Forzare l’allineamento delle immagini

Aerofotogrammetria con drone e Agisoft Photoscan: il modello 3D

Nelle precedenti puntate abbiamo visto come pianificare, acquisire e ottenere un modello 3D tramite aerofotogrammetria con il software Agisoft Photoscan. In questa puntata verrà analizzato un primo approfondimento tecnico volto a forzare l'allineamento delle immagini all'interno del software.

Può capitare a volte che l'acquisizione delle immagini sia stata frettolosa o non pianificata correttamente. Magari non era stata inizialmente prevista, ma al cliente volevamo comunque offrire un prodotto migliore e, smartphone in mano, ci siamo messi a scattare fotografie. In genere i sensori dello smartphone sono in grado di scattare ottime fotografie per i social, meno per usi professionali di questo tipo per via della dimensione veramente infinitesima del pixel del sensore. Ma costituiscono comunque una via di scampo in mancanza d'altro: il risvolto della medaglia è che la precisione finale sarà inferiore e a volte il software potrebbe faticare ad allineare le immagini, tanto più quando le foto sono affette da leggero mosso.

In questo caso il risultato sarà scadente, ma potremo ancora salvare il salvabile per riuscire a ottenere qualcosa che possa al limite esserci utile per lavorare la tavola del rilievo da stazione totale in ambiente CAD, sovrapponendo le centinaia di punti acquisiti a una immagine RGB. Non ci dovremo preoccupare che la precisione della stazione totale è almeno 10 volte superiore a quella della presa fotogrammetrica, perché grazie all'utility Raster Design potremmo applicare le necessarie deformazioni Rubbersheet basate sullo strumento.

HOW TO: aerofotogrammetria da drone e Agisoft Photoscan. Introduzione (parte prima)

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Posted by The Staff in Tecnologia

HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Il modello 3D

Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper

Eccoci giunti al sesto appuntamento con il nostro tutorial tecnico sull'aerofotogrammetria da drone. In questa seconda parte stiamo trattando il software Pix4Dmapper nella sua versione demo Pix4Ddiscovery.

Nelle precedenti puntate abbiamo scoperto come avviare un progetto, importare le immagini e dato un'occhiata ai segreti dell'image matching. Quindi abbiamo avviato l'elaborazione, importato i GCP, proceduto alla correzione metrica della nostra ricostruzione e salvato il lavoro. Ora riapriamo il nostro progetto e concludiamo il percorso.

HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Introduzione (parte 1)

HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Elaborazione (parte 2)

Aerofotogrammetria step 7: controllo area di lavoro

Al fine di limitare lo spreco di risorse nell'elaborazione della nuvola densa e della successiva mesh 3D, Pix4Dmapper offre l'opportunità di determinare una precisa area di lavoro. Poiché tale area non può essere selezionata prima dello step 1, la configuriamo ora affinché abbia effetto sugli step successivi, 2 e 3.

Per definizione, il software processerà l'intera area di lavoro individuata dal matching delle immagini: ma spesso e volentieri vi sono porzioni di questa area che non è necessario calcolare ed eliminarle da questa fase può farci risparmiare del tempo prezioso. L'area di elaborazione può essere disegnata in due modi: nella vista mappa e nel raycloud.

Da menu andiamo in Mostra --> Mappa e di seguito sempre da menu Mostra Mappa --> Area di elaborazione --> Disegna. Il pop-up che si apre prima di iniziare ci avvisa che l'area dovrà essere disegnata con il tasto destro del mouse... Peccato che nella traduzione italiana, nella versione attuale ci sia un errore! Infatti l'area dovrà essere disegnata con il tasto sinistro e il tasto destro servirà a concludere il disegno. Una volta disegnata l'area sarà possibile modificarla andando a cambiare le coordinate geografiche dei punti vertice.

Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: creazione area elaborazione da mappa

Pix4Dmapper ci offre la possibilità di creare l'area di elaborazione anche dal raycloud, la vista 3D del software. Ma la seguente funzione è più utile per modificare il volume dell'area di elaborazione.

Dal menu Mostra --> Raycloud. Nel pannello layer clicchiamo su Processing Area per evidenziare la nostra area creata in precedenza. Aprendo la voce proprietà di visualizzazione, abbiamo anche la possibilità di cambiare colore, modificare il colore di vertici e linee e modificare la dimensione dei grip.

Per spostare un grip bisogna cliccarci sopra con il tasto sinistro del mouse per attivarlo e ricliccare con il tasto sinistro per spostarlo. In questa modalità possiamo modificare soltanto la dimensione dell'area, ma non il volume. Se volessimo restringere anche il volume per modificare ad es. l'altezza di elaborazione, dobbiamo andare nel pannello sinistro dove troviamo i due dati Altitudine massima e Altitudine minima: i dati preesistenti sono calcolati sulla base dell'estensione massima della nuvola sparsa. Una volta reimpostati i due dati, clicchiamo su applica e salviamo la nuova area.

Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: creazione area elaborazione da mappa

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Aerofotogrammetria step 8: generazione nuvola densa

Siamo finalmente pronti a generare la nuvola di punti densa. Da menu Elaborazione --> Opzioni di elaborazione e attiviamo tramite check lo step 2 "Nuvola di punti e Mesh".

Il pannello presenta 3 aree:

  • Densificazione nuvola di punti: contiene le opzioni per impostare i parametri di densificazione. La scala delle immagini funziona come per l'image matching: più si dice al software di calcolare l'immagine originale, più la ricostruzione sarà accurata ma anche lenta. Quando si usa l'opzione 1/2 predefinita si può considerare che si sta utilizzando una selezione di tipo High. Pix4D consiglia di attivare l'opzione Multiscala quando si stanno analizzando delle aree con vegetazione, perché il programma in questo caso effettuerà delle elaborazioni multiple, prima con le immagini a 1/2, poi a 1/4 infine a 1/8, migliorando la resa finale.
  • Densità dei punti: questo parametro indica al programma ogni quanti pixel di un'immagine bisogna calcolare il punto 3D. Ad es. se usiamo l'opzione Ottimale (4/ Image Scale) in congiunzione con una densificazione 1/2, verrà calcolato un punto ogni 4/0.5 = 8 pixel. Con l'opzione Alta viene calcolato un punto 3D ogni pixel, ma questo implicherà un forte aumento dei tempi senza però migliorare significativamente la qualità della nuvola dei punti. Infine con l'opzione Bassa (16/Image Scale) verrà calcolato un punto ogni 16/0.5 = 32 pixel: rispetto all'opzione ottimale la velocità di calcolo sarà 4 volte più veloce con un uso 4 volte inferiore della RAM.
  • Numero minimo di corrispondenze: determina su quante immagini dovrà essere proiettato il punto 3D. Se selezioniamo 5, il software sarà obbligato a riproiettare il punto su almeno 5 immagini: questo riduce il numero finale di punti 3D ma diminuisce il rumore della nuvola. Quando si alza questo valore dovremo avere certezza che il nostro piano di volo lo supporti: 5-6 immagini richiedono un elevatissimo overlap, sia orizzontale che laterale. In caso contrario, la nostra nuvola densa potrebbe avere 0 punti!

La seconda area riguarda la classificazione automatica della nuvola di punti, di cui parleremo nelle applicazioni professionali dell'aerofotogrammetria, anche perché è importante per la generazione del DTM, funzione non disponibile nella Pix4Ddiscovery. Questa funzione può essere processata nel corso dello step 2 o anche successivamente allo step 2, comunque soltanto con una nuvola densa georeferenziata, ed è in grado di riconoscere tramite algoritmi interni il terreno, le strade, la vegetazione ad alto fusto (ad es. alberi), gli edifici, manufatti umani (ad es. le macchine). Tali gruppi possono anche essere esportati come nuvole di punti singole.

La terza area riguarda l'esportazione diretta della nuvola di punti, anche questa funzione non disponibile nella Pix4Ddiscovery.

Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: creazione dense cloud

Possiamo però dare 2 dati su questa funzione che potrebbe essere utile conoscere in fase di pianificazione del processo di densificazione. Immaginiamo di dover analizzare delle immagini da 14MP l'una: ecco quanti punti verranno prodotti per la dense cloud impostando i parametri predefiniti, ovvero Image Scale 1/2, Densità di punti ottimale e numero minimo a 3:

Numero di immagini Numero di punti Dimensione file LAS
250 20 - 50 milioni 0,3 - 1.0 GB
500 40 - 60 milioni 1,2 - 1,9 GB

La dimensione del file LAS è calcolata sul principio che ogni punto e sue relative informazioni occupino uno spazio di 34 byte. Si tratta del file di interscambio di dati LiDAR che ad ogni punto associa le 3 coordinate spaziali X, Y, Z e le informazioni di colore. Prendiamo il caso dell'elaborazione di 500 immagini, molto frequente nel caso di progetto di aerofotogrammetria su ampie porzioni di terreno contenente fabbricati: quanti punti verranno generati in base alle opzioni che noi selezioneremo nel riquadro che abbiamo visto?

Image Scale / Densità punti 1 (Original)  1/2 (Half size) 1/4 (Quarter size) 1/8 (Eighth size)
Alto (lento) 640 M 160M 40 M 10 M
Ottimale 160 M 40 M 10 M 2,5 M
Basso (veloce) 40 M 10 M 2,5 M 0,625 M

Infine come le varie opzioni influenzano i tempi di elaborazione:

Image scale / Densità punti 1 (Original) 1/2 (Half size) 1/4 (Quarter size) 1/8 (Eighth size)
Alto (lento) x16 x4 Come predefinito /4
Ottimale x4 Predefinito /4 /16
Basso (veloce) Come predefinito /4 /16 /64

In pratica, rispetto al tempo che il software impiegherebbe ad elaborare una nuvola di punti con i parametri predefiniti, qualora volessimo la massima densità di punti, impiegherebbe 16 volte tanto (da 1 ora a 16 ore), qualora volessimo la qualità più bassa impiegherebbe 64 volte meno (da 1 ora a meno di 1 minuto).

Aerofotogrammetria step 9: il modello 3D

Elaborata la nuvola di punti, giungiamo all'ultimo step per la ricostruzione del nostro modello: la mesh 3D con texture. Riapriamo dunque il nostro pannello delle opzioni di elaborazione e portiamoci al secondo tab Textured Mesh 3D: si presenta diviso in 3 aree con le seguenti opzioni:

  • Generazione: check genera mesh 3D con texture, questo abilita il comando di elaborazione del modello poligonale, che può dunque essere disattivato qualora il vostro interesse sia arrivare soltanto allo step 2, ovvero alla nuvola densa.
  • Impostazioni: selezionando l'Alta risoluzione, come dice il nome, otterrete la massima qualità di visualizzazione per il modello 3D; la risoluzione Media (predefinita) rappresenta la scelta migliore per la maggior parte dei progetti, e bilancia adeguatamente risorse e tempi di esecuzione; Bassa è l'opzione rapida con la quale si sacrifica parte della risoluzione del modello, ma ideale per la condivisione del medesimo, soprattutto se fatta online. C'è anche la possibilità di impostare i parametri in maniera personalizzata, li vedremo tra poco.
  • Esporta: comando non disponibile in Pix4Ddiscovery, che vi consente di esportare il modello 3D texturizzato nei principali formati di interscambio, come OBJ e 3DPDF.
  • Utilizza bilanciamento colore per la texture: attivando questa opzione il programma s'impegnerà a generare una texture omogenea, appianando eventuali differenze di luminosità tra le varie aree.

Si diceva delle opzioni personalizzate:

  • Profondità massima dell'Octree: potete selezionare un valore compreso tra 5 e 20. Indica in quante subregion verrà diviso il progetto: numero alto significa più regioni, quindi regioni piccole, maggiore risoluzione ma anche tempi più lunghi.
  • Misura della texture: determina quanto grande sarà la texture in termini di pixel. Un maggior numero di pixel aumenta il dettaglio che può essere salvato sulla texture, ma anche la dimensione del file, e bisogna impostare il parametro in accordo alla tipologia di progetto che si sta elaborando.
  • Criteri di decimazione: per definizione, il primo passaggio del comando di generazione mesh 3D crea il massimo numero di poligoni disponibili, tipicamente un poligono ogni 3 punti. Dopodiché si passa al processo di decimazione, che discretizza la mesh in accordo al numero di poligoni massimo che si vuole ottenere. Con la quantitativa, l'utente sceglie il numero massimo di poligoni che il modello deve contenere, senza strategia. Con la qualitativa, la decimazione viene eseguita cercando di mantenere la forma originale del modello, secondo una specifica strategia: Sensitiva per cercare di mantenere la forma, Aggressiva per ridurre al minimo i triangoli.
Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: creazione mesh 3D texturizzata

Prima di lanciare il comando manca ancora la finestra Avanzate con le sue proprietà. Si presenta divisa in 4 aree così identificate:

  • Densificazione nuvola di punti: è il parametro base. L'opzione 7x7 è indicata quando si processano foto nadirali; l'opzione 9x9 è indicata quando si processano dataset terrestri o da fotogrammetria obliqua
  • Gruppi di immagini: quando si lavora con immagini a bande differenti (ad es. RGB+NIR nel caso dell'agricoltura di precisione), potete indicare da quale gruppo di immagini vengono calcolati i vari elementi, nuvola di punti, mesh e texture. Così ad es. potete decidere di calcolare la dense cloud con la camera RGB, ma mesh e texture con la camera NIR
  • Filtri della nuvola di punti: la nuvola di punti verrà elaborata sulla base dell'area di elaborazione (primo check), sulla base di annotazioni sulle immagini qualora ne esistano (secondo check), oppure limitando la profondità di camera (terzo check), parametro che potrebbe essere utile selezionare nel caso di dataset di fotogrammetria terrestre od obliqua per limitare la ricostruzione di oggetti sullo sfondo rispetto al nostro interesse.
  • Impostazioni mesh 3D con texture: l'opzione Sample Density Divider, con valori tra 1 (predefinito) e 5, aumenta il numero di triangoli che il programma calcola nelle aree con pochi punti. Aumentare questo valore, se da una parte può aiutare a chiudere eventuali buchi nella mesh, dall'altra aumenta il disturbo inficiando dunque l'accuratezza. Tale parametro va gestito con attenzione.

Come sempre tutte le opzioni che abbiamo impostato in questi pannelli possono essere salvati in un Template che possiamo richiamare in futuro in maniera rapida.

Ora siamo pronti: premiamo il tasto ok e da menu Elaborazione --> Genera textured mesh 3D e attendiamo che il nostro computer elabori il modello 3D.

Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: il modello 3D
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Riepilogo

Siamo giunti al termine del nostro tutorial su aerofotogrammetria e Pix4Dmapper: in questo secondo HOW TO abbiamo visto come passare dall'elaborazione delle immagini alla creazione di un modello 3D metricamente corretto e texturizzato. Vedremo in futuro, in tutorial più tecnici, come trattare la nuvola di punti e il modello 3D per fini più professionali, dal DTM alla classificazione della point cloud fino alla generazione di ortofoto per ambienti CAD.

Nell'ultima parte di questo HOW TO scopriremo le potenzialità del software tutto italiano Zephyr Aerial.

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    Posted by The Staff in Droni

    HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Elaborazione

    Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper

    Eccoci giunti al quinto appuntamento con il nostro tutorial tecnico sull'aerofotogrammetria da drone. In questa seconda parte stiamo trattando il software Pix4Dmapper nella sua versione demo Pix4Ddiscovery.

    Nel precedente appuntamento abbiamo scoperto come avviare un progetto, importare le immagini e dato un'occhiata ai segreti dell'image matching. Quindi abbiamo avviato l'elaborazione che questa versione consente di salvare. Ora riapriamo il nostro progetto e proseguiamo il percorso.

    HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Introduzione (parte 1)

    Aerofotogrammetria step 6: correzione metrica del progetto

    Come già espresso nelle precedenti puntate dedicate ad Agisoft Phostoscan, la differenza tra Computer Vision e fotogrammetria consiste nell'accuratezza metrica del progetto: nel primo caso la metrica del modello sarà approssimata, nel secondo caso dovrà essere esatta. Al fine di rendere quanto più conforme possibile la metrica del nostro progetto alla realtà, dobbiamo introdurre una serie di correttivi che la fotogrammetria richiede in quanto tecnica di acquisizione dati di tipo passivo.

    Ecco che entrano in ballo i GCP, o Ground Control Point, punti notabili sul terreno o marcatori appositamente posizionati che, acquisiti con apposita strumentazione topografica (tipicamente stazione totale o strumento GNSS), permettono al modello di essere scalato, ruotato e orientato sulla base di coordinate reali (o locali) e misure precise.

    Differenza tra GCP e Control Point

    Pix4Dmapper introduce accanto ai GCP il concetto di Control Point: punti che il software utilizza per una verifica indipendente dell'accuratezza del progetto. Se i GCP sono disposti con una strategia ben precisa nella nostra area di lavoro (quando possibile), i Control Point devono essere assolutamente randomici. Se i GCP possono essere usati per la correzione metrica del progetto, i Control Point servono a verificarne l'accuratezza.

    Tipologia di GCP

    In Pix4Dmapper i GCP possono essere di 3 tipi:

    • 2D GPC: se conosciamo soltanto le coordinate X, Y oppure la latitudine e la longitudine (Y, X) del punto
    • 3D GCP: se conosciamo le coordinate X, Y, Z oppure la latitudine, la longitudine e l'altitudine (Y, X, Z) del punto
    • Control Point: se conosciamo le coordinate X, Y, Z oppure la latitudine, la longitudine e l'altitudine (Y, X, Z), ma il punto non viene usato per la ricostruzione del modello.

    GCP Editor

    Per accedere all'interfaccia di gestione dei GCP, andiamo nel menu Progetto --> Gestione GCP/MTP: si apre un pannello pop-up che presenta 3 sezioni. Vediamole nel dettaglio.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: pannello Gestione GCP/MTP
    • Sistema di coordinate GCP: gestisce il sistema di coordinate (ad es. WGS 84) nel quale i GCPs/MTPs/Control Points sono espressi
    • Tabella GCP/MTP: la seconda sezione riguarda la possibilità di importare, editare, gestire, aggiungere e rimuovere GCPs/MTPs/Control Points
    • GCP/MTP editor: con questo pannello possiamo gestire l'individuazione dei marker direttamente sulle immagini o all'interno del progetto

    Il programma offre la possibilità di lavorare sia con il raycloud al termine dello step 1, oppure con l'editor base prima dello step 1.

    Se abbiamo acquisito le nostre coordinate tramite un ricevitore GNSS, avremo ottenuto dei GCP con coordinate geolocalizzate in un sistema conosciuto. Poiché il nostro APR aggiunge alle immagini i tag di latitudine e longitudine, stiamo lavorando all'interno di un progetto che prevede che tanto le immagini quanto i GCP siano geolocalizzati. In questo caso il metodo di aggiunta dei GCP consigliato è il seguente:

    • Dopo aver misurato i GCP ed esportati dallo strumento nel formato compatibile con Pix4D, all'interno della tabella GCP seleziono importa GCP. La finestra che si apre mi dà la possibilità di selezionare tra formato file X, Y, Z oppure Y, X, Z, a seconda che nel file per ogni punto sia indicata prima la latitudine oppure la longitudine.
    • Avendo già processato lo step 1, possiamo procedere con raycloud a marcare i GCP all'interno della nostra nuvola. Dal pannello GCP/MTP Editor clicchiamo dunque su Editor raycloud

    Affinché il modello sia scalato, ruotato e geolocalizzato correttamente, sono necessari almeno 3 GCP. Per ricavare un buon modello, è richiesto un numero minimo di GCP tra 5 e 10. Il nostro consiglio è si valutare il numero di GCP in base alla dimensione del progetto, laddove ne bastano 6 e quando invece ne sono necessari 15. Ogni GCP ben localizzato aumenterà la precisione e l'accuratezza del progetto.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: editor raycloud per GCP/MTP

    L'interfaccia del programma cambierà per entrare nell'editor raycloud. Sulla sinistra si apre il pannello layer, che contiene al suo interno tutti i dati calcolati dal programma. Espandiamo la voce Tie Points e di seguito la voce GCP/MTP: questa voce contiene l'elenco dei GCP/MTP che abbiamo caricato in precedenza. Facciamo clic sul primo GCP, nel nostro caso 9001 (7).

    A questo punto nella parte destra dell'interfaccia si aprirà il pannello proprietà con le due sezioni "Selezione" e "Immagini": nella prima sezione saranno indicate le proprietà del GCP, quali ad es. tipologia, coordinate, stima dell'errore, etc.; nella seconda sezione sono listate tutte le immagini sulle quali il GCP è visibile. Quando sull'immagine la posizione del GCP è stimata, esso appare con un cerchio blu con un punto al centro: viene così rappresentata la proiezione delle coordinate su quell'immagine.

    Ognuna delle immagini può essere navigata con i soliti comandi del pan, dello zoom, etc. tramite il tasto sinistro premuto o la rotella del mouse. Quando abbiamo individuato la giusta posizione del nostro marker o punto notabile a terra, con un clic sinistro del mouse piazziamo il GCP sull'immagine, non più con una posizione stimata ma ora con una posizione "certa": ora il GCP sull'immagine assumerà la forma di un cerchio con croce gialla al centro. Eseguiamo questa operazione in una seconda immagine, e vedremo apparire una croce verde su tutte le immagini interessate dal GCP. La croce verde rappresenta la riproiezione stimata delle coordinate 3D del GCP dipendente dalla posizione manualmente accertata del GCP.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: proprietà GCP

    Se su una immagine vedete apparire un cerchio rosa, vuol dire che la posizione di quel punto è errata e dovete procedere immediatamente alla sua correzione.

    Fatto questo, nel pannello selezione clicchiamo sul bottone Marcatura automatica: il programma si occuperà per noi di individuare la corretta posizione del GCP su tutte le altre immagini sfruttando un algoritmo di correlazione automatica basata sul colore.

    Qualora siano rimaste delle immagini che presentano soltanto una croce verde senza cerchio e croce gialle, si proceda a verificare se la croce verde indica una posizione corretta (nessun'altra operazione è richiesta) oppure una posizione scorretta, al che sarà necessario individuare il GCP manualmente su più immagini.

    Quando la croce verde sarà nel posto corretto in tutte le immagini, nel pannello selezione clicchiamo su Applica. Non resta che procedere a ripetere tutti questi step per tutti i GCP che abbiamo caricato nel progetto.

    Riottimizzare il progetto

    Siamo finalmente pronti per valorizzare questo lavoro attraverso il comando da menu Elaborazione --> Riottimizza.

    Questo comando procederà a riottimizzare i parametri interni ed esterni della camera, e di conseguenza la ricostruzione 3D, basandosi ora sui GCP, ovvero su coordinate certe.

    Bisogna ricordare che questo processo è disponibile soltanto al termine dello step 1 e qualora siano stati aggiungi GCP o effettuate altre operazioni che possano influenzare la correttezza della ricostruzione. Va anche ricordato che questo processo cancella lo step 1 (perché lo rifà da capo), cancella l'eventuale report generato e cancella gli eventuali step 2 e 3 che fossero stati processati. Qualora si volesse generare un nuovo Report al termine del processo riottimizza, da menu Elaborazione --> Genera quality report.

    Aerofotogrammetria da drone e Pix4Dmapper: processo riottimizza

    Bene, anche oggi siamo giunti alla conclusione di questa puntata. Finora abbiamo visto come caricare le immagini, allinearle, processarle, inserire i GCP che ci saranno utili per la correzione metrica del nostro progetto. Infine riprocessare lo step 1 per applicare la correzione metrica al progetto.

    Nel prossimo appuntamento vedremo come generare la nuvola di punti densa e partendo da questa generare i prodotti derivati, a cominciare dalla mesh 3D texturizzata.

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      Posted by The Staff in Archeologia

      HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper. Introduzione

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper

      La fotogrammetria, letteralmente "misurare con la luce" (dal greco), è una tecnica di rilevamento che consente l'acquisizione 3D ovvero le caratteristiche geometriche di un oggetto attraverso il processamento congiunto di 2 o più immagini che lo ritraggono da posizioni differenti.

      Per tutto ciò che viene dopo questo incipit rimandiamo alla prima puntata di questo tutorial: questa serie di HOW TO sull'aerofotogrammetria con drone ha una base comune nella storia e nella tecnica di acquisizione delle immagini, essendo il software solo la parte che entra al momento dell'elaborazione del dato. Ripartiremo pertanto direttamente dallo step 5.

      HOW TO: aerofotogrammetria con drone e Agisoft Photoscan. Introduzione

      Pix4Dmapper workflow

      Configurazione di Pix4Dmapper Discovery

      La versione demo di Pix4Dmapper è chiamata Discovery: include tutte le caratteristiche della versione completa, permettendoti di apprendere da subito le funzionalità di Pix4Dmapper. Le uniche limitazioni riguardano il blocco dell'esportazione e la disabilitazione della generazione dell'ortofoto. Disponibile solo per Windows a 64 bit.

      Al momento in cui scriviamo, la versione disponibile è Pix4D Desktop 4.2.26 rilasciata il 13 aprile. A differenza di Photoscan, la filosofia di Pix4D è diversa: il software si divide in moduli, che sono 4, ognuno con specifici parametri per applicazioni determinate. Pix4Dmapper si occupa di mappatura; Pix4Dbim si occupa di documentare il costruito a fini BIM; Pix4Dag è pensato per l'agricoltura di precisione, ed è ottimizzato per camere multispettrali; Pix4Dmodel è dedicato alla generazione di modelli 3D da condividere online. Ogni software ha dunque differenti potenzialità, ed è possibile acquistarlo sia in forma perpetua, che con una sorta di noleggio che può essere sia mensile che annuale. Esiste anche in questo caso la versione Educational, ad un prezzo scontato.

      Per scaricare il programma è necessario registrarsi sul portale di Pix4D: le credenziali saranno necessarie anche per attivare il software:

      Una volta scaricato il software, installiamolo e avviamo l'applicazione. Poiché nel vostro account non avete registrato nessun acquisto, il software avviserà di essere in modalità Discovery. Se è la prima volta che utilizzate il programma, è possibile attivare la versione Trial per 15 giorni, che vi offre funzionalità complete del programma.

      Nella tabella seguente potete vedere le differenti versioni di Pix4D, con i rispettivi prezzi al netto dell'IVA.

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper Discovery
      Pix4Dmapper
      Professional drone-based mapping, purely from images
      €260
      1 mese

      Noleggia Pix4Dmapper da utilizzare per 30 giorni consecutivi!

      Desktop + Cloud (elaborazione automatica)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un mese!

      Licenza per 2 PC

      Pix4Dmapper
      Professional drone-based mapping, purely from images
      €2600
      1 anno

      Noleggia Pix4Dmapper da utilizzare per 12 mesi consecutivi!

      Desktop + Cloud (elaborazione automatica)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un anno!

      Licenza per 2 PC

      Pix4Dmapper
      Professional drone-based mapping, purely from images
      €6500
      perpetua

      Acquista la licenza Permanente di Pix4Dmapper!

      Desktop + Cloud (elaborazione automatica)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un anno!

      Licenza per 2 PC

      Pix4Dbim
      Documenting and measuring from an aerial perspective
      €399
      1 mese

      Noleggia Pix4Dbim da utilizzare per 30 giorni consecutivi!

      Desktop + cloud (elaborazione controllata)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un mese!

      Licenza per 2 PC

      Pix4Dbim
      Documenting and measuring from an aerial perspective
      €3990
      1 anno

      Noleggia Pix4Dbim da utilizzare per 12 mesi consecutivi!

      Desktop + cloud (elaborazione controllata)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un anno!

      Licenza per 2 PC

      Pix4Dbim
      Documenting and measuring from an aerial perspective
      €7900
      perpetua

      Acquista la licenza Permanente di Pix4Dbim!

      Desktop + cloud (elaborazione controllata)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un anno!

      Licenza per 2 PC

      Pix4Dag
      Drone mapping software for precision agriculture
      €129
      1 mese

      Noleggia Pix4Dag da utilizzare per 30 giorni consecutivi!

      Desktop + cloud (elaborazione automatica)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un mese!

      Licenza per 1 PC

      Pix4Dag
      Drone mapping software for precision agriculture
      €1299
      1 anno

      Noleggia Pix4Dag da utilizzare per 12 mesi consecutivi!

      Desktop + cloud (elaborazione automatica)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un anno!

      Licenza per 1 PC

      Pix4Dag
      Drone mapping software for precision agriculture
      €2890
      perpetua

      Acquista la licenza Permanente del software Pix4Dag!

      Desktop + cloud (elaborazione automatica)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un anno!

      Licenza per 1 PC

      Pix4Dmodel
      Create a shareable 3D models from drone images
      €49
      1 mese

      Noleggia Pix4Dmodel da utilizzare per 30 giorni consecutivi!

      Desktop + cloud (elaborazione automatica)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un mese!

      Licenza per 1 PC

      Pix4Dmodel
      Create a shareable 3D models from drone images
      €499
      1 anno

      Noleggia Pix4Dmodel da utilizzare per 12 mesi consecutivi!

      Desktop + cloud (elaborazione automatica)

      Supporto e Aggiornamenti inclusi per un anno!

      Licenza per 1 PC

      Aerofotogrammetria step 5: processamento di immagini

      Pix4Ddiscovery si avvia con un'interfaccia neutra che presenta la possibilità di avviare un nuovo progetto, caricare un progetto demo dal sito di Pix4D, aprirne uno esistente, oppure cliccare sui progetti più recenti elaborati con il software. Come dice la didascalia stessa dell'icona, cliccando su Nuovo progetto... si avvierà la procedura guidata per creare un nuovo progetto.

      La schermata che si apre richiede che vengano scelti un nome, una cartella di salvataggio e un tipo per il nuovo progetto, che consiste o nella scelta di un nuovo progetto o nella possibilità di unificare progetti esistenti. Inseriti i dati richiesti procediamo su successivo, laddove viene richiesto di aggiungere i dati da elaborare. Possiamo selezionare le immagini, selezionare una cartella (a quel punto il software caricherà tutte le immagini contenute nella cartella), o anche un video (il programma di occuperà di estrarre i frame a passo definito). Scelti i nostri dati vedremo l'elenco di quanto il software andrà ad elaborare: possiamo premere su successivo.

      La schermata che si attiva ora è molto importante: qualora una, più o tutte le immagini contengano nel dato EXIF le proprietà di latitudine e longitudine, il software riconoscerà i valori, indicando anche a quale Datum appartengono le coordinate. Il Datum è un sistema geodetico che descrive in termini matematici la superficie della Terra. Poiché il nostro pianeta non è uno sferoide ma un geoide, avere a disposizione soltanto le 2 coordinate non vi dice dove vi trovate, poiché è necessario sapere in quale Datum sono espresse, dal momento che esistono vari Datum a seconda delle esigenze. Nel caso dei dati ottenuti da droni, si parla di geodesia satellitare con datum tridimensionale a orientamento globale, ovvero valido per tutta la Terra.

      I dati EXIF riportano anche il modello di camera che ha scattato le foto, e anche questo può essere riconosciuto dal software, il quale associerà le immagini ad un modello di camera precaricato, di cui cioè è stato creato un profilo standard. Nel nostro caso il software già sa che, avendo noi acquisito i dati con un Phantom 4, il modello di camera è FC330 con dimensione immagini di 4000x3000, una determinata dimensione del sensore e predefinite distorsioni radiali e tangenziali, che sono i valori necessari a risolvere le equazioni di collinearità per il matching automatico descritte nella prima puntata di questa serie. Possiamo procedere con successivo.

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper: caricamento immagini

      Al Datum che ci descrive la superficie terrestre bisogna abbinare un sistema di coordinate, che consente di definire la posizione di un punto, ovvero geolocalizzare. La schermata che si è ora aperta vi permette di selezionare il sistema di coordinate di output: il software è tendenzialmente in grado di riconoscerlo da solo sulla base delle coordinate di latitudine e longitudine presenti nei dati EXIF. Per risolvere inoltre la posizione sopra la superficie terrestre, viene utilizzato un modello geopotenziale, ovvero un modello che misura e calcola gli effetti del campo gravitazionale.

      I droni DJI tendenzialmente utilizzano il modello EGM96, che infatti il software riconosce indicandovi che state lavorando con Datum WGS84, con coordinate UTM zone 32N e MSL (Mean Sea Level) EGM96. Questi dati andranno armonizzati con i dati ottenuti da strumentazione terrestre di tipo GNSS, con i quali verranno raccolti i valori GCP per la correzione metrica del progetto.

      Cliccando su successivo si arriva all'ultima schermata del progetto, nella quale dovete selezionare le Opzioni di elaborazione del modello.

      Qui il programma offre una serie di impostazioni predefinite che possono essere utili per pianificare velocemente la missione con parametri adeguati allo scopo: nulla vieta che si possano cambiare successivamente, ma è una buona base di partenza, soprattutto per chi è agli inizi. Abbiamo 3 categorie: Standard, Rapida e Avanzata. La Standard comprende la generazione di mappe e modelli 3D e un progetto di agricoltura di precisione con camera multispettrale; la Rapida prevede gli stessi progetti ma, come dice il nome, con parametri di risoluzione bassi per privilegiare la velocità di calcolo, ottimi ad esempio quando sul campo si vuole un rapido controllo del lavoro fatto; Avanzata, che prevede elaborazioni professionali nel campo dell'agricoltura di precisione e del rilievo con termocamere (profili basati su Flir Tau 2 e thermoMAP). Cliccando sulle varie voci nel pannello di sinistra si apriranno in quello di destra i rispettivi parametri, con indicazioni sulla tipologia di scena, output generati di esempio, indicazioni su qualità e velocità di elaborazione.

      In basso a destra della finestra è presente l'opzione Inizia elaborazione adesso: flaggandola e cliccando su fine il programma elaborerà immediatamente con i parametri prescelti, oppure si può accedere al pannello principale per ulteriori impostazioni.

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper: opzioni di elaborazione

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper: opzioni di elaborazione

      L'interfaccia del software

      L'interfaccia di Pix4Ddiscovery si presenta spartana: sulla colonna di sinistra, la toolbar di vista, con la quale muoversi tra i vari dati elaborati. In alto la consueta barra di menu con tutti i comandi, che sovrasta la barra degli strumenti dove da notare sono l'editor di proprietà immagine e la finestra per la gestione dei GCP, dove andremo a inserire i punti per la correzione metrica acquisiti con strumentazione terrestre.

      In basso troviamo il pannello di elaborazione: sono già checkati perché selezionati da un predefinito le task 1. Elaborazione Iniziale e 2. Nuvola di Punti e Mesh. In questo modo, avviando l'elaborazione, il programma si preoccuperà di arrivare al modello 3D finito senza altre attività da parte dell'utente. Per ora teniamo selezionata soltanto l'attività 1.

      Al centro, vediamo invece aprirsi una vista satellitare con una serie di punti rossi: questi ultimi rappresentano le coordinate geolocalizzanti delle foto così come acquisite dal drone e salvate nei dati EXIF. Il software fornisce subito la vista di dove si è svolto in lavoro, ed è possibile cambiare tra vista mappa e vista appunto satellitare. Una funzione molto comoda che facilita il lavoro d'inquadramento del volo e consente di capire subito, ancor prima di elaborare il progetto, se nel nostro piano di volo qualcosa è andato storto e dove intervenire immediatamente per "tappare il buco".

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper: interfaccia

      Quando verrà avviata l'elaborazione, ogni pallino rosso sulla mappa si colora di verde, ad indicare che la prima fase di ricerca tie points è stata completata per quell'immagine. In seguito ogni pallino verde cambierà colore in un verde più chiaro a indicare che la fase di calibrazione è stata completata per quell'immagine. Al termine dell'elaborazione iniziale il programma genera un dettagliato report che, se letto attentamente, è in grado di fornirvi numerose indicazioni sulla qualità dell'acquisizione e del dato processato. Data la complessità del documento, rimando il lettore all'apposito Quality Report Help redatto dal supporto di Pix4D.

      Prima di avviare però la fase 1, scopriamo qualcosa in merito ai parametri di elaborazione, premendo sul pulsante Opzioni di Elaborazione nell'angolo in basso a sinistra, evidenziato da un ingranaggio. Nella finestra che si apre, andiamo subito a cliccare in basso sul check della voce Avanzate per attivare le tab con i parametri appunto avanzati.

      Il primo pannello è quello Generale: offre le opzioni di base per elaborare le immagini. La scelta è fra completa, rapida e personalizzata:

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper: elaborazione iniziale

      Completa imposta automaticamente l'immagine alla sua risoluzione originale; Rapida imposta automaticamente l'immagine alla sua risoluzione più bassa; Personalizzata vi consente di scegliere tra 5 parametri, che vanno da dimensione doppia dell'immagine fino ad un'immagine scalata a 1/8 della sua dimensione originale. Naturalmente, più pixel da analizzare più tie points possono essere estratti, a fronte tuttavia di un maggior tempo di analisi. L'opzione doppia è consigliata per immagini piccole (ad es. se avete estratto dei frame da un video FullHD), l'opzione 1/2 per progetti che contengono centinaia di immagini, le opzioni 1/4 e 1/8 sono consigliate per progetti con migliaia di immagini che abbiano tra loro un elevatissimo grado di sovrapposizione.

      Il secondo pannello riguarda la corrispondenza tra immagini: Pix4D vi offre l'opportunità di aiutare il software selezionando alcune opzioni che lo aiutino a capire come è stato catturato il set di dati, permettendo una sorta di previsione delle coppie. Qui troviamo due aree: la prima è Matching coppia di immagini, che determinare come le coppie di immagini saranno accoppiate, la seconda è Strategia di Matching, che vi consente di determinare come le immagini saranno accoppiate.

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper: elaborazione iniziale corrispondenza

      Opzioni di elaborazione

      Tra le opzioni troviamo Griglia aerea o corridoio, se le vostre immagini sono state ottenute da un volo automatico impostato su griglia o su percorso; Volo libero o terrestre, ideale per percorsi non predefiniti (tra questi rientra anche il volo circolare attorno ad un edificio) oppure per le riprese di fotogrammetria terrestre; Personalizzato, qualora nessuna delle due precedenti opzioni restituisca un risultato soddisfacente, dove l'utente ha la possibilità di scegliere tra differenti parametri. Il nome dei singoli parametri è autoesplicante, aggiungiamo pertanto una nota soltanto sull'opzione Usa MTP, che indica che il matching tra immagini verrà effettuato basandosi su Tie Points inseriti manualmente, ed eventualmente quante immagini possono essere accoppiate tramite un dato MTP.

      L'ultima opzione riguarda la corrispondenza geometricamente verificata: rallenta molto il matching ma risulta estremamente robusto. In pratica potete dire al software di tenere conto della posizione della camera e non soltanto del contenuto: opzione da settare sempre quando si svolgono missioni che prevedano un'eccessiva quantità di features similari tra immagini che potrebbero ingannare il software. È il caso tipico del campi agricoli, ma anche facciate di palazzi ripetitive con la loro sequenza di finestre sempre uguali: in tal modo si eviteranno accoppiamenti geometricamente irrealistici perché la posizione GPS dell'immagine forzerà il programma a tenerla al suo posto effettivo.

      Infine l'ultimo pannello che riguarda la calibrazione: il primo parametro è il Numero di keypoint marcati, per il quale potete scegliere se lasciar decidere al software o dargli un numero massimo di punti chiave da estrarre; il secondo è la Calibrazione, con il quale indicare come i parametri esterni e interni della camera saranno ottimizzati; con Rematch potete dire al programma di effettuare un secondo passaggio per aggiungere ulteriori match oltre quelli già trovati (l'opzione automatico lo consentirà solo per progetti con meno di 500 immagini); Pre-processing per eliminare il cielo vale soltanto con i droni Parrot Bebop; da ultimo con Esportazione potete indicare al software di salvare una copia delle immagini "corrette" utilizzando i parametri di correzione della distorsione individuati.

      Aerofotogrammetria con drone e Pix4Dmapper: elaborazione iniziale calibrazione

      Metodi di calibrazione

      Due righe in più sul Metodo di calibrazione. Consente tre scelte: Standard è quella predefinita; alternativa è ottimizzata per immagini nadirali geolocalizzate: non può contenere oltre il 5% di immagini oblique e deve contenere almeno il 75% di immagini con coordinate GPS (consigliata ad es. per la mappatura di campi agricoli, dove si verificano le condizioni di un basso livello di texture e un terreno piatto); infine geolocalizzazione accurata e orientamento è ottimizzata per progetti che contengano immagini con geolocalizzazione e orientamento molto accurati.

      Possiamo affidarci ad un template predefinito, oppure giocare con una serie di parametri trovando il nostro template, che può essere salvato per futuri progetti attraverso l'apposito comando in basso alla finestra. Questo template sarà poi richiamato quando avvierete un nuovo progetto nella prima schermata mostrata in precedenza. Clicchiamo su ok per uscire da questo pannello e finalmente possiamo avviare la nostra elaborazione del primo step. Pix4Ddiscovery consente il salvataggio del progetto, quindi potete salvarlo per la prossima puntata.

      Per oggi siamo giunti alla conclusione di questa puntata. La prossima volta procederemo con la creazione del modello, lavorando sui parametri previsti.

      Ricorda che lavoriamo al fianco dei professionisti per collaborare con loro nella perfetta riuscita dei loro progetti: se sei alle prime armi, vuoi migliorare la resa dei tuoi elaborati o semplicemente sfruttare la nostra conoscenza nel campo per i tuoi progetti, non esitare a contattarci con il form sottostante.

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